venerdì 9 dicembre 2011

L'ombrello di Altan

La teoria economica marxista, nata con grandi aspirazioni, riposa ora in pace (anche se qualche ostinato necrofilo ancora non se ne è accorto).
In compenso l'analisi marxiana del capitalismo e delle sue contraddizioni mi sembra che continui a mantenere un elevato grado di validità.
E' da decenni che grazie ad una, peraltro, programmatica deriva finanziaria il capitalismo si avvita su pratiche onanistiche e decadenti, fatte di devastanti catene di Sant'Antonio.
Ora che contempliamo sconfortati la catastrofe, non più velata da una scellerata cortina di ottimismo d'accatto, che ci viene a proporre questa sorta di A-Team accademico-creditizio? L'ombrello di Altan, nientemeno. Molto innovativo; direi rivoluzionario!
E va bene, in fondo lo sapevamo tutti che sarebbe arrivato il momento di fare grandi sacrifici. 
Dove sarebbe la novità?
Certo, la statuita accoglienza orifiziale del suddetto ombrello è differenziata a seconda dei blocchi sociali. 
Anche qui, dove sarebbe l'innovazione?
Chi finora ha potuto stabilire, diciamo così, il proprio grado di contribuzione alle necessità finanziarie dello Stato – limitandosi a mancette striminzite vissute, d'altronde, come intollerabili espropri – ovvero ha ritenuto di non dover contribuire affatto, ebbene costoro sono i meno sollecitati da questo straordinario sforzo di salvataggio.
Come si dice a Roma? E che ve lo dico a fare!!!!!

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