sabato 27 novembre 2021

Mi casa es su casa

L'ambiente dei social, Facebook in particolare, non favorisce certo l'interazione pacata e rispettosa delle sensibilità del proprio interlocutore. 

La cosa emerge molto chiaramente in occasione di eventi particolari, come avviene al momento con le feroci polemiche che avvelenano le relazioni tra i no-tutto ed il resto del mondo (con i no-tutto in netta, ma rumorosa e petulante minoranza).


Non si tratta certo di una peculiarità del tempo pandemico però.   E' sotto gli occhi di tutti l'assertività aggressiva che immancabilmente si dispiega in ogni possibile polarizzazione, per quanto risibile e ininfluente questa possa essere, si tratti di politica (destra o sinistra), scelta della macchina fotografica (Nikon o Canon) o personal computer (Apple o resto del mondo).


I riprovevoli tassi di aggressività e mancanza di rispetto, che emergono assiduamente e senza alcuna vergogna, devono per forza corrispondere a qualche disposizione d'animo che rivela un profondo malessere, una concezione dei rapporti umani e sociali sofferente ed improntata ad un individualismo difensivo che vede in ogni parere o scelta differente dalle proprie una minaccia e una negazione della propria individualità, un sabotaggio irricevibile di una parvenza di sicurezza che necessita di un accurato isolamento dai dati di realtà per mantenersi in piedi.


Credo che sia la modalità virtuale a favorire questa attitudine alla violenza relazionale, dato che l'interazione mediata da una tastiera, dunque priva di ogni fisicità, induce molte persone a prodursi in atteggiamenti altamente deprecabili, vuoi per pura e semplice viltà, dato che non corri certo il rischio di pagare la tua arroganza con un naso rotto o un occhio pesto, o anche solo di affrontare un cipiglio offeso, sia perché non si riesce ad interiorizzare che dietro un nome o un nickname "dipinto" sullo schermo sta una vita vera. Un po' quello che accade al pilota da bombardamento, che non riesce a credere veramente che la bomba che sta sganciando tormenterà "quelle formichine" distanti.


In genere io evito di andare su pagine di persone sconosciute, e che manifestano opinioni in forte conflitto con le mie, per sbertucciarle od offenderle gratuitamente, anzi evito proprio di interloquire, anche civilmente, perché in fondo sarei un ospite a "casa loro", mentre non manco mai di discutere nei gruppi, che mi sembra esistano per questo. Però, anche in questo caso, evito di andare ad accapigliarmi in ambiente Lega o Casa Pound, per dire di due ambiti che stanno esattamente agli antipodi del mio sistema di valori, a che pro farlo?


In questo frangente pandemico tra l'altro evito il confronto con i negazionisti di ogni grado, che siano conoscenti o illustri sconosciuti, perché ho verificato la persistente impossibilità di avere un confronto proficuo con gente che rifiuta il pensiero scientifico per privilegiare quello magico, e indulge nella pratica del cosiddetto “cherry picking” per setacciare i pareri che supportano il proprio pregiudizio, eliminando tutto ciò che lo invaliderebbe, producendosi in “processi logici” fallaci e costruiti su una ignoranza priva di ogni possibilità di riscatto, proprio perché scientemente perseguita.


Non sempre naturalmente, godo della stessa attenzione e cortesia da parte di certi "incursori", che periodicamente rilasciano le loro trascurabili opinioni, vestite da cazzotto nello stomaco.
Non è che mi disturbi un'opinione contraria, anche molto ferma, però pretendo che sia motivata e urbana nell'esposizione.


Spesso, quando mi lamento della loro intolleranza, questi soggetti mi rispondono con un'argomentazione classica, e per questo di una banalità deprimente.
Se non vuoi essere contraddetto, mi dicono, evita di postare con privacy "pubblica".


Ora, egregi signori, ma anche molte poco gentili signore, spiegatemi una cosa: ma voi, quando entrate in casa di qualcuno, tra l'altro non un amico o conoscente bensì un perfetto sconosciuto, esordite con qualche memorabile perla tipo "ma che tappezzeria di merda che hai messo", e magari mettete i piedi sul tavolo e scorreggiate liberamente, ruttando, in soprammercato, in faccia al vostro anfitrione? Perché se è così sono incommensurabilmente lieto di vivere su di un pianeta diverso, che è però purtroppo ben collegato col vostro.