tag:blogger.com,1999:blog-19441744897062322162024-03-14T01:38:27.872+01:00Il blogger stagionatoQuando Dio creò l'uomo era già stanco. Questo spiega molte cose. (Mark Twain)Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.comBlogger204125tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-6263130336991288392024-02-12T12:01:00.000+01:002024-02-12T12:01:10.375+01:00"Nemico di classe", anticaglia o categoria vigente?<p><span style="background-color: white; white-space-collapse: preserve;"></span></p><blockquote><span style="color: #2b00fe; font-family: Philosopher;"><i><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguvCMlKj_NKwzKFK1ViZ06ndwJdGDhhaYcezo6ByiQ7kcK2vctoepABf_m5pwLqpyONwqShUTku2oRx6_sCIaDHPeX4VBl2voHeXn7Gl9rBi9S1uvuvV_M9kuz8i34JE6TaxYD9L23gBzTsC65Zl9eagMiLOzuEJ4LXmg3bHimI4JgS5XHKUCTNNqlqWk/s750/Mario%20Draghi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="750" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguvCMlKj_NKwzKFK1ViZ06ndwJdGDhhaYcezo6ByiQ7kcK2vctoepABf_m5pwLqpyONwqShUTku2oRx6_sCIaDHPeX4VBl2voHeXn7Gl9rBi9S1uvuvV_M9kuz8i34JE6TaxYD9L23gBzTsC65Zl9eagMiLOzuEJ4LXmg3bHimI4JgS5XHKUCTNNqlqWk/w400-h266/Mario%20Draghi.jpg" width="400" /></a></div>《Tanti, anche politici, mi candidano a tanti posti in giro per il mondo, mostrando una sollecitudine straordinaria nei miei confronti. Li ringrazio moltissimo, ma vorrei rassicurarli. Se per caso decidessi di lavorare dopo questa esperienza, un lavoro me lo trovo anche da solo》</i></span></blockquote><p></p><span style="font-family: Philosopher;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><div><span style="font-family: Philosopher;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><br /></span></span></div><div><span style="font-family: Philosopher;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><br /></span></span></div>Palazzo Chigi, conferenza stampa del 11/02/22 - Mario Draghi dixit.<br /></span><br /><br /><br /><span style="white-space-collapse: preserve;">Dalla consultazione dei post degli anni passati, che Facebook mette a disposizione giornalmente, estraggo ciò che espressi in occasione di un mio post sull'esternazione di Draghi</span></span><span style="font-family: Philosopher; white-space-collapse: preserve;">, grondante disprezzo per la classe politica italiana,</span><span style="font-family: Philosopher;"><span style="white-space-collapse: preserve;"> che ho messo in apertura.</span><br /><br /><span style="white-space-collapse: preserve;">Lo faccio oggi che siamo in un pre-regime che briga per condurci in un ambito presidenzialista con una democrazia recitata, compiendosi una lunga traiettoria che sta portando la "<b><i>Repubblica nata dalla Resistenza</i></b>" ad essere la segreteria esecutiva di interessi costituiti, potenti e privati, senza più alcun "laccio o lacciuolo" costituzionale in grado di limitare il potere cesarista che vogliono instaurare.</span><br /><br /><span style="white-space-collapse: preserve;">Commentando quella esternazione utilizzai l'espressione "<b><i>nemico di classe</i></b>" per definire l'allora Presidente del Consiglio, cosa che un amico mi rimproverò, addebitandomi di un sentimento veteromarxista fuori tempo massimo. </span><br /><span style="white-space-collapse: preserve;">Quell'amico mi rampognava spesso sia per la mia inossidabile diffidenza verso il PD, uno degli sponsor di Draghi, sia per la mia indisponibilità a quel politicismo un po' straccione che vestiva di accorta sagacia una disposizione all'arretramento da ogni capacità di incidere sulla situazione politica.
Oggi il mio amico è un po' meno critico nei miei confronti, non so se per stanchezza o per un riconoscimento delle mie ragioni... che non si ridurrà mai a tributarmi.
</span><br /><span style="white-space-collapse: preserve;">Gli risposi, comunque, con irato sarcasmo, che:
</span><br /></span><span style="background-color: white; font-family: Philosopher; white-space-collapse: preserve;">《</span><span style="font-family: Philosopher;"><span style="white-space-collapse: preserve;">mi è in effetti giunta notizia dell'implosione dell'esperienza nota come "<i>socialismo reale</i>", ma non mi risulta che questo abbia comportato anche la fine dell'esistenza delle classi, tuttora vive e in ottima salute, con tutti i guasti che ciò comporta e le gerarchie che le legano e che regolano i rapporti di sfruttamento e le coercizioni connesse tra le componenti sociali.</span><br /><span style="white-space-collapse: preserve;">Tutto quello che è variato è che la "classe vincente", per abbandono dell'avversario, ora ha come unico elemento regolatore la sua stessa inefficienza, a spese di tutti.
</span><br /><span style="white-space-collapse: preserve;">L'alfiere comunista sarà pure morto e sepolto, e grazie per avermelo riferito, ché io non mi ero accorto di nulla, teso com'ero ad ordire la vittoria del proletariato in una fumosa cantina della Bicocca, ma ho come l'impressione, sbaglierò di certo, che ciò non abbia reso il "<i>nemico di classe</i>" più bonario, o ragionevole, o meno avido, semmai il contrario, dato che niente gli si oppone più.
</span><br /><span style="white-space-collapse: preserve;">Ti dirò anche che tutti gli altri elementi di realtà che hai portato a supporto, un poco fuori contesto e discretamente pleonastici, mi erano già noti, ma ti ringrazio per avermeli fatti notare.</span><br /><span style="white-space-collapse: preserve;">Draghi sarebbe comunque Draghi anche in un paese meno disastrato, perché il contesto agisce sul piano attuativo, ma non sulla strategia.
</span><br /><span style="white-space-collapse: preserve;">Detto questo, non posso fare a meno di notare che le mie considerazioni, del tutto contingenti, mi hanno guadagnato sia il rimprovero per essere stato troppo tenero con Draghi, sia un corrosivo perculamento perché sono stato, al contrario, troppo critico, peraltro proprio dopo aver detto che il giudizio di Draghi sulla nostra classe politica è, guarda un po', condivisibile, anche se arriviamo allo stesso punto per strade differenti.</span><br /><span style="white-space-collapse: preserve;">Ho a questo punto la prova provata che non ascoltate altro che voi stessi, ed io ne avrei un po' pieni i cabbasisi.</span></span><span style="background-color: white; font-family: Philosopher; white-space-collapse: preserve;">》</span><div><span style="background-color: white; font-family: Philosopher; white-space-collapse: preserve;"><br /></span></div><div><span style="background-color: white; font-family: Philosopher; white-space-collapse: preserve;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCMUSENmm8U_Q_TrkhDyjYmGaGaNX0aqDEl24kUKXRG2CUo5tgusVNti-vebr-nquqoalY1WZwgxVx0C_HozT1BGnp8FY_efYoy1xyh08KkjLCmlEQ9GjzqkAhiBjYYvLUWhDH1zPLRCIR-jk95HkR55WUbEoU5x0Eq1JNN46Mx54kacu1ArTlHEthl3I/s798/Premierato.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="489" data-original-width="798" height="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCMUSENmm8U_Q_TrkhDyjYmGaGaNX0aqDEl24kUKXRG2CUo5tgusVNti-vebr-nquqoalY1WZwgxVx0C_HozT1BGnp8FY_efYoy1xyh08KkjLCmlEQ9GjzqkAhiBjYYvLUWhDH1zPLRCIR-jk95HkR55WUbEoU5x0Eq1JNN46Mx54kacu1ArTlHEthl3I/s320/Premierato.jpg" width="320" /></a></div>Uno sfogo il mio forse inutile, ma che mi sento di sottoscrivere anche oggi quando la parabola introdotta nel lontano 2008, con il salto della quaglia piddino e la di poco successiva messa in opera della "<i>necessità di un governo tecnico</i>" crudamente liberista, hanno portato, passo dopo passo, all'insediamento di un governo di estrema destra agito da neofascisti con l'ineluttabilità di un teorema euclideo.
Quella parabola, peraltro, non è ancora interamente compiuta e prevede l'instaurazione di un regime d'ispirazione presidenzialista privo dei contrappesi che, altrove, ne temperano gli eccessi. <br /></span></div>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-4094856669016087822023-11-24T17:15:00.002+01:002023-11-24T17:15:14.779+01:00Alexa, per caso sei una IA?<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0QXeO2Hwj8bYmKTJ99c7RYR_dSu34qb8lfofF9KlSbKMnodcyeTz5-9_R0bf51w3v7T0rr8kGIS35Sh_vZusyuuHG3BLLuZv60M7mDC67vlwtBA2eN6t668E6qz2KTYrr2vthV9VgT_3-THPplU9tbCEf1Fgis_XuhcBeQ6MIX4MIe91TxP6U2ueV7Qc/s960/Intelligenza-artificiale.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="960" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0QXeO2Hwj8bYmKTJ99c7RYR_dSu34qb8lfofF9KlSbKMnodcyeTz5-9_R0bf51w3v7T0rr8kGIS35Sh_vZusyuuHG3BLLuZv60M7mDC67vlwtBA2eN6t668E6qz2KTYrr2vthV9VgT_3-THPplU9tbCEf1Fgis_XuhcBeQ6MIX4MIe91TxP6U2ueV7Qc/w400-h225/Intelligenza-artificiale.jpg" width="400" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;">Quello della <b><i>IA</i></b> è un argomento al momento
banalizzato nella forma più pericolosa possibile del processo di
volgarizzazione di un pensiero complesso, quella resa possibile, anzi
inevitabile, dalla mancata comprensione del fenomeno in questione, portando alla
presunta e fallace sensazione di averne penetrato a sufficienza sostanza e
implicazioni, cosa invece assai lontana dalla realtà.<o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;">Di mio penso di possedere i prerequisiti
conoscitivi per essere niente altro che uno spettatore attento, quindi posso al
massimo azzardare alcune considerazioni di massima che rappresentano più che
altro impressioni.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;">Credo che al momento l'etichetta di IA sia
perlomeno prematura, rispondente più ad imperativi economici e di profitto che
a criteri scientifici convenientemente saldi, e che ci si trovi di fronte al
massimo a "<b><i>setacci automatici</i></b>" di fantastica efficienza e potenza,
più "<b><i>servi</i></b>" che "<b><i>padroni</i></b>" secondo la classificazione, credo
turingiana, in voga al momento della faticosa e complessa transizione dalla
computazione analogica a quella digitale, con un lungo intermezzo ibrido.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;">E’ affascinante, quasi inevitabile per chi osserva dall’esterno senza nemmeno
un’infarinatura sui principi in azione, pensare che la capacità di “<b><i>applicazioni IA</i></b>”
come <b><i>ChatGPT</i></b>, un <span style="background: white; color: #4d5156; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><i>chatbot</i>
dotato di apprendimento automatico</span>, sia la manifestazione di una intelligenza
arcana, mentre in realtà, e per quanto ne so, si tratta di una forma
particolarmente efficiente di processazione di dati già acquisiti, in maniera
non difforme concettualmente dal passaggio di pacchi particolarmente voluminosi
di <i>schede perforate</i>, cui si aggiunge una molto sofisticata procedura di
selezione dei contenuti più conformi al contesto trattato, in base a criteri predefiniti,
in grado di mantenere memoria dei propri successi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="background: white; color: #4d5156; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: verdana;">Il processo è fantasticamente performante, i risultati, dipendendo dai dati in
ingresso, potrebbero però essere deludenti, cosa peraltro già verificatasi
quando un prototipo di IA sperimentale è divenuto in poco tempo un <i><b>becero
razzista</b></i> dal linguaggio violento, dato che la media dei dati in ingresso è
risultata intossicata dagli interventi di persone che coltivavano xenofobia e
suprematismo come valori di riferimento.<br />
Se di intelligenza umanoide possiamo parlare, e non mi sembra il caso, al
massimo saremmo in presenza di una personalità labile, suggestionabile e con
bassissima autonomia. <br />
<br />
E’ pur vero che ciascuno di noi è in larga parte il prodotto di influssi
esterni, ma l’ineffabile inconoscibilità del fenomeno creativo e dell’estrazione
da dati esperienziali comuni di determinazioni originali, che non siano la
semplice “<i>media</i>” dei dati in ingresso, rimane tuttora percepita, ma non
compresa nella sua sostanza.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;">Premesso che non mi risulta vi sia una
definizione unanimemente ritenuta valida di “<b><i>intelligenza umana</i></b>”, l'identificazione
di cosa possa essere in realtà una "<b><i>intelligenza artificiale</i></b>" mi
risulta ancor meno concordemente definita e, come quella naturale, variamente
contesa da vari rami della conoscenza, che riconoscono la necessità di una
inevitabile interdisciplinarietà – <i>filosofia, neurologia, matematica, fisica,
ingegneria, psicologia</i> - ma non riescono a concordare su uno schema gerarchico tra
queste branche del sapere, e neanche ad astrarsi dalla necessità di concepirla
quella gerarchia.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;">Io non so se in un futuro, non so quanto prossimo, un essere senziente “<i>verrà
alla luce</i>” da <span style="background: white; color: #4d5156; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">una rete neurale ultrasofisticata,
come lo Skynet di Terminator, e non so se quella mente artificiale ci vedrà
necessariamente come un antagonista da eliminare, come un compagno di viaggio
da coadiuvare e con cui convivere, o come <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>un coinquilino di cui non si ha alcun bisogno,
dopo essere “<i>nata</i>” grazie ai nostri maneggi, e non so neanche se si tratterà di
una sola intelligenza o di una comunità di intelligenze artificiali.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><br />
<br />
Non so se quella possibilità sarà la nostra fine o una benedizione, però penso
che prima di pensare ai rischi, eventuali, che correremo convivendo con quella entità credo che dovremmo attentamente valutare quelli che stiamo correndo
ora, affidandoci più del dovuto a sistemi esperti e ciò che oggi definiamo con
troppo ottimismo IA, perché un processo molto efficiente di catalogazione ed
ordinamento di dati, senza il supporto di un livello discrezionale la cui elevata
raffinatezza è al momento riservata al solo apporto umano, rischia di condurci “<i><b>automaticamente</b></i>”
verso esisti disastrosi grazie al fatto che in sede di progetto non siamo stati
in grado di gestire la complessità e la vastità dei possibili esiti
computazionali.<br />
<br />
E’ possibile produrre un “<b><i>libero arbitrio</i></b>” sintetico? E se sì, quanto sarebbe
assimilabile al nostro? Saprebbe intervenire nell’elaborazione, stolida e
massiva, dei dati in ingresso e sui risultati decisionali che conseguirebbero
sapendo separare una conseguenza “<b><i>logica</i></b>” da una “<b><i>auspicabile</i></b>” ed operando tra
queste una scelta “<i><b>intelligente</b></i>”?<span style="mso-spacerun: yes;"> E se sì, su quali basi? </span><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="background-color: white; color: #4d5156; font-family: verdana;">Non lo so e credo che nessuno lo sappia ancora, ma per il
momento dobbiamo evitare che ciò che viene definito oggi IA ci fornisca brodi
ristretti di medie profondamente dipendenti dalla bontà di ciò che immettiamo
all’inizio del processo, perché il vecchio detto informatico “<b><i>garbage in,
garbage out</i></b>”, ovvero se immetti spazzatura otterrai solo altra spazzatura, è
sempre valido, e non abbiamo alcun bisogno di appendere i nostri destini ad un
idiota molto veloce ed efficiente.</span></p>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-47230157467709179972023-11-11T12:53:00.003+01:002023-11-11T12:54:47.944+01:00La pace è più importante di ogni giustizia; e la pace non fu fatta per amore della giustizia, ma la giustizia per amor della pace. (Martin Lutero)<p><span style="white-space-collapse: preserve;"><span style="font-family: verdana;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjn7o98fZI0zTr7G5nS198QcjQx1fcdlgmNdfUL_1JPTr-sRbArzvDy_eNc1XUX-DRPQPB11RNf4N3cR1rmDYapUZp1QpdprMm6FMoHvnLkTguP1_jVVP-266HOH11GIEri2LEMB54VU2XiUcgUIgeRq2twgt7in64T8QndElHea3n-bG0MGiu1GjdqXZg/s301/Colomba.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="167" data-original-width="301" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjn7o98fZI0zTr7G5nS198QcjQx1fcdlgmNdfUL_1JPTr-sRbArzvDy_eNc1XUX-DRPQPB11RNf4N3cR1rmDYapUZp1QpdprMm6FMoHvnLkTguP1_jVVP-266HOH11GIEri2LEMB54VU2XiUcgUIgeRq2twgt7in64T8QndElHea3n-bG0MGiu1GjdqXZg/w320-h178/Colomba.jpeg" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;"><br />Non sono più un ragazzino, anzi, quindi dovrei aver capito ormai come funzionano le cose, eppure mi ritrovo, vicino a raggiungere il settimo decennio di vita, a sbattere il muso contro le logiche di intolleranza ed unilateralità che incancreniscono ogni confronto umano, e a meravigliarmene ancora, manco fossi un decenne fresco di catechismo e imbevuto di letture edificanti per l'infanzia.</span><p></p><span style="font-family: verdana;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Successe, recentemente, con il conflitto russo-ucraino, quello che molti credono sia deflagrato il 24 febbraio del 2022, con Putin come unico "<i><b>villain</b></i>" d'elezione e col fasullissimo statista in maglietta verde nella parte del buono, mentre in realtà in quelle terre si ammazzavano innocenti da molto prima, nel disinteresse totale di tutti gli indignati svegliatisi al suono delle trombe atlantiste.</span><br /><br />Da subito mi resi conto che non vi era alcuno spazio per una valutazione indipendente dei fattori che portarono morte e distruzione in quelle terre, e che le logiche manicheistiche, interessate ed ipocrite, prevalevano su tutto sia in virtù della spudorata propaganda cui venimmo immediatamente sottoposti, sia perché a fronte di processi complessi e contraddittori le semplificazioni interessate sono un balsamo efficace per gestire la confusione che ci affatica nel contemplare le umane cose, a prezzo ovviamente del disprezzo per le realtà sottostanti.<br /><br />Accadde, a suo tempo, con la Siria, e prima ancora con la tragedia sanguinosissima balcanica e, in linea di massima, con ogni tipo di contrasto che insanguina cronicamente i troppi teatri di crisi sparsi per il mondo.<br /><br />Ovunque vi siano contenziosi di lungo corso si originano fazioni estremistiche e settarie, che non intendono concedere alcuno spazio di contrattazione all'avversario e che affastellano provocazioni, uccisioni e sopraffazioni che appaiono galleggiare in uno spazio senza tempo e con cause originanti a propria esclusiva discrezione, così da giustificare ogni nefandezza in base a fattori scatenanti il cui punto d'inizio è ipocritamente stabilito in base alle proprie ragioni, risultando quelle dell'avversario speciose e false, ovviamente.<br /><br />Questo schema si è recentemente intensificato in Terrasanta, una terra devastata da quelle logiche già da prima della costituzione dello stato d'Israele, nel 1948, con l'esecrabilissima "<b style="font-style: italic;">operazione Tempesta Al Aqsa</b>", un attacco terroristico eseguito con l'abituale efferatezza di Hamas. Una sanguinosa provocazione di cui molto prevedibilmente ne avrebbero fatte le spese non solo i bersagli umani israeliani, ma anche, e a questo punto soprattutto, i civili palestinesi, esseri umani che vivono da tempo compressi tra il potere sostanzialmente dittatoriale della formazione islamista e la protervia di uno stato, quello israeliano, che pare al servizio esclusivo della sua componente oltranzista che da decenni sta occupando terre con supremo disprezzo delle numerose e inascoltate risoluzioni ONU.<br /><br />Anche in questo caso le due parti, ed i loro simpatizzanti al sicuro nei loro lontani paesi, si affannano a giustificare o condannare atrocità che si vendono a tre soldi il mazzo ricorrendo a "considerazioni oggettive" notevoli soprattutto per la loro conveniente estraneità alla profondità temporale del processo in atto.<br /><br />Nulla è abbastanza indecente da non venir strumentalizzato, da una parte un antisemitismo a prescindere, con tanto di strumentalizzazione dei milioni di morti della Shoa, dall'altra un islamismo peloso e fuori tempo massimo, seppellito nei fatti dalle convenienze dei ras petroliferi e dei loro giochi geostrategici.<br />Una delle ragioni che hanno infatti "motivato" Hamas a scatenare la penultima mattanza (l'ultima è il massacro dei civili della striscia) è stato il desiderio iraniano di sabotare il processo di normalizzazione che stava prendendo corpo tra Israele e gli emirati arabi, che avrebbe di fatto accentuato l'isolamento del regime di Teheran.<br /><br />Veniamo tirati per la giacchetta a prendere partito con la ferale e schifosissima formula del "senza se e senza ma", che tanti danni ha sempre fatto, ma io intendo prendere partito solo per le vittime innocenti che stanno dalle due parti di un muro che è tanto fisico quanto morale, e intollerante nella sua mortale consistenza.<br /><br /><span style="white-space-collapse: preserve;">Da quando Hamas ha scatenato <i><b>Tempesta Al Aqsa</b></i> ho dapprima contemplato ogni tipo di esternazione in proposito da parte dei miei amici e contatti social, e l'ho fatto con molto disagio per la prevalenza di una partigianeria, da ambo le parti, che di quei civili massacrati alla fine non tiene gran conto, quasi dandoli per scontati, dovuti e, nei casi peggiori, meritevoli delle loro disgrazie per un "appoggio oggettivo" ad uno dei contendenti, come se se da quelle parti un singolo potesse esimersi facilmente dall'aderire, almeno formalmente, all'imperio di due regimi nemici, ma "affratellati" dalla stessa intolleranza. </span></span><div><span style="font-family: verdana;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><br /></span></span></div><div><span style="font-family: verdana;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Inizialmente mi ero imposto il silenzio, sapendo che non avrei avuto spazio per esprimere la mia distanza dalle ragioni "ufficiali" dei due contedenti.
Quando poi, soverchiato moralmente da ciò che stava accadendo, ho affidato ai social la mia opinione, relativamente poche sono state le manifestazioni di vicinanza, e molte di più le bastonate verbali da parte dei supporter dei due schieramenti, per i quali sono una sorta di ipocrita portatore di opportunistica ignavia.
E così mi ritrovo, ancora una volta, ad essere il classico "cane in chiesa", a venire tacciato di antisemitismo da una parte e di contiguità col terrorismo dall'altra, e oggi, da un vecchio amico che mi ha sorpreso(?) con una consapevole parzialità, di colpevole inanità a quanto pare. </span></span><div><span style="font-family: verdana;"><span style="white-space-collapse: preserve;"><br /></span></span></div><div><span style="font-family: verdana;"><span style="white-space-collapse: preserve;">Ne ho abbastanza.</span><span style="white-space-collapse: preserve;"> Ciò che vorrei è prendere le distanze dai condizionamenti che, dalle due parti, hanno creato le logiche di morte e sopraffazione che vigono in quella terra, pare però che non sia concesso a nessuno di farlo.
Ora io posso anche incassare critiche e insulti, ci sono abituato e a risentirne, brevemente, è solo il mio amor proprio, ma tutta quella gente, tutta, araba o israeliana che sia, che sta subendo ogni sevizia, morale e fisica, non se la può cavare così facilmente.
Siamo sicuri che basti sputare sentenze da qui, confortevolmente lontani da bombe e terrore eletto a sistema di vita? Non dovremmo forse lasciar cadere rivendicazioni che ormai si legittimano e squalificano a vicenda, portando "l'indice della giustezza morale" su un inutile nulla, e cercare prima di tutto di fermare la macina dell'instancabile morte che gira alacremente da decenni in quella terra disgraziata?
<br /></span></span></div></div>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-75856011716885847582023-09-08T18:17:00.001+02:002023-09-08T18:17:26.206+02:00Le batterie per autotrazione sono un costoso vicolo cieco.<p><span style="font-family: verdana;">A mio modesto avviso le macchine elettriche, così come ce le stanno proponendo, <b>NON </b>sono la risposta più adeguata ai problemi ambientali, sono solo la risposta più pronta che l'industria aveva convenienza a dare.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">La tecnologia della trazione elettrica non è certo innovativa quanto ci danno ad intendere, dato che il primo veicolo a trazione elettrica risale alla prima metà dell'Ottocento.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJ3LvMvCceqPwtVGLKgu1GMTnJAM7dNfVjTDGuvcKkvLRM93fRQUwY6Ffm1LV3F3fOvpoUm8SrydMd8qlMGNOfmTGV_jfSEP-wHbLOVAY_XgW-OiXIBuC4xP7BLUtOvoRsSousJ9PnSeNVAvZ20fsFDc21rXOLWY3Ph0qF0RCA0kwErEtVqHHzBUBjK40/s1280/Auto%20elettrica.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJ3LvMvCceqPwtVGLKgu1GMTnJAM7dNfVjTDGuvcKkvLRM93fRQUwY6Ffm1LV3F3fOvpoUm8SrydMd8qlMGNOfmTGV_jfSEP-wHbLOVAY_XgW-OiXIBuC4xP7BLUtOvoRsSousJ9PnSeNVAvZ20fsFDc21rXOLWY3Ph0qF0RCA0kwErEtVqHHzBUBjK40/s320/Auto%20elettrica.jpg" width="320" /></a></div>Se fate una veloce ricerca su Google potete vedere che vi sono molte discordanze circa la data precisa, il costruttore o il paese che tenne a battesimo la nascita della prima auto elettrica, ma tutti i link la collocano in quella ormai piuttosto lontana finestra temporale.<p></p><p><span style="font-family: verdana;">Il problema della trazione elettrica è sempre stato il costo, peso e durata delle batterie, nonchè della densità di carica delle stesse rispetto al peso, con conseguenti e sconvenienti ricadute su autonomia e ricarica, ovvero sull'economia generale degli spostamenti.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">E' una disdetta che tale limite vanifichi le potenzialità del motore elettrico, perché la sua convenienza la vediamo, per esempio, nei mezzi destinati alla movimentazione di carichi pesanti, ingombranti e per lunghe distanze, segnatamente navi e treni a trazione diesel-elettrica, nei quali potenti motori a combustione interna azionano generatori che forniscono energia elettrica destinata a far muovere </span><span style="font-family: verdana;">senza inutili dispersioni di potenza</span><span style="font-family: verdana;"> quei mezzi senza complicati , pesanti e spesso delicati congegni atti a gestire la parzializzazione ed utilizzo della potenza prodotta .</span></p><p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqzcXzhtI0UvMrzRnj_gOlp5XYO_SkHkI5Enppyqy65SHqaydu-RZtP7raNZzcLwSFiDCwMQPiASiDnScRIr0_3c-4IbvPlwvOvC404aKR3Oz6O7FcTpSw0lpEJuS-SRPBltbhAKl5BCSWUlRL9HxHy2Dx6Arm_w0qIFpp4AhI53MfmiQF_03AUAD80CY/s1280/Auto%20elettrica%202.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqzcXzhtI0UvMrzRnj_gOlp5XYO_SkHkI5Enppyqy65SHqaydu-RZtP7raNZzcLwSFiDCwMQPiASiDnScRIr0_3c-4IbvPlwvOvC404aKR3Oz6O7FcTpSw0lpEJuS-SRPBltbhAKl5BCSWUlRL9HxHy2Dx6Arm_w0qIFpp4AhI53MfmiQF_03AUAD80CY/s320/Auto%20elettrica%202.jpg" width="320" /></a></div><span style="font-family: verdana;">Il fatto è che un serbatoio di idrocarburi consente una maggiore densità di energia e minore peso e dimensioni, nonchè più veloce ed efficiente "ricarica", rispetto ad una batteria elettrica di capacità comparabile. L'industria automobilistica non ha quindi fatto altro che prendere una tecnologia già relativamente matura, accoppiarla ad un altrettanto ben avviato stato dell'arte della meccatronica, e sfornare un prodotto variamente rifinito che, sostanzialmente, non prevedesse costi troppo elevati di ricerca e sviluppo, dopodiché ha sfornato veicoli in ogni modo troppo costosi rispetto allo sforzo, conteggiando il peso di un'attività di ricerca non così elevata quanto preteso.</span><p></p><p><span style="font-family: verdana;">In questo cointesto la proposta dell'auto ibrida non è che una sorta di "ponte" tra un presente occupato dal motore a combustione interna, per estrarre fino all'ultimo centesimo di margine possibile da prodotti obsolescenti, ed un futuro di macchine elettriche... ed un problema appena dietro l'angolo di smaltimento di montagne di batterie esauste ed esaurimento di terre rare, perlopiù estratte da paesi economicamente depressi nei quali rapaci corporation schiavizzano popolazioni alla fame mediante il foraggiamento di compiacenti e corrotti funzionari locali.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Da un punto di vista strettamente meccanico ed ingenieristico la trazione elettrica è enormemente superiore a quella dei motori a combustione, sia in termini di semplicità che prestazionali e di tipo costruttivo, quindi la soluzione sarebbe di trovare una fonte di alimentazione, a bordo del mezzo, dalle caratteristiche operative di un vecchio serbatoio di carburante.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Ebbene una possibile risposta a questa esigenza sarebbe già disponibile, per quanto ancora da affinare, e consiste nell'utilizzo della tecnologia delle celle a combustibile, un dispositivo elettrochimico in grado di generare energia elettrica da conversione di energia chimica mediante un processo a temperatura costante in cui l’idrogeno viene combinato con l’ossigeno, ottenendo come "scarto" acqua in luogo di gas di scarico.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7jcHZzS1IOCMcax5kIFeFqmdDF3LvePV92Kw4VDOHHr11sv88nMo1xfb2LJ047yhLqyrE749Upfm3IneJKRxfP0WLfuus6h7Ja-MuUQ1J-zxlEu61OsOLb77Nw09bv1niPvlUHXWHFKjBq9zLnsuVtjujQnvBpPpvCYR_E0Gc5NtTNfYrkhFm5Gr2A-k/s787/Celle%20a%20combustibile.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="427" data-original-width="787" height="174" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7jcHZzS1IOCMcax5kIFeFqmdDF3LvePV92Kw4VDOHHr11sv88nMo1xfb2LJ047yhLqyrE749Upfm3IneJKRxfP0WLfuus6h7Ja-MuUQ1J-zxlEu61OsOLb77Nw09bv1niPvlUHXWHFKjBq9zLnsuVtjujQnvBpPpvCYR_E0Gc5NtTNfYrkhFm5Gr2A-k/s320/Celle%20a%20combustibile.jpg" width="320" /></a></div><span style="font-family: verdana;">Il principio, in sé, non è meno "stagionato" dell'auto elettrica, essendo stato scoperto nel 1839 in Gran Bretagna, dal fisico inglese William Grove. </span><br /><span style="font-family: verdana;">La sua ingenierizzazione però dovette attendere un secolo perchè le varie componenti venissero affinate abbastanza per dar seguito a qualche utilizzo fuori del contesto meramente sperimentale, rimanendo però gli impianti relativi poco pratici e non particolarmente efficienti.</span><p></p><p><span style="font-family: verdana;">E' solo negli anni '60 che, sulla potente spinta delle esigenze dei programmi aerospaziali, si sono investiti fondi ed energie per ottenere celle in grado di produrre energia elettrica per l'alimentazione degli impianti delle capsule Gemini ed Apollo per la durata delle loro missioni.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Successivamente, per necessità legate al comparto militare, in particolare l'alimentazione dei motori elettrici di sommergibili convenzionali allo scopo di ridurre i tempi di navigazione in emersione per la ricarica delle batterie, nei quali i battelli risultano estremamente vulnerabili, sono stati perfezionati impianti affidabili e performanti, sebbene troppo voluminosi per un impiego nell'automotive.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Lo stato dell'arte, ed un programma di ricerca e sviluppo non ancora ben foraggiato, hanno comunque reso concretamente perseguibile lo sviluppo di celle a combustibile abbastanza contenute da poter essere installate su un'autovettura fornendo prestazioni, autonomia e tempi di rifornimento sostanzialmente comparabili con quelli delle vetture con motori a combustione interna.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Cosa manca per arrivarci? Più o meno i soldi che il settore automotive non ha voluto investire, per andare piuttosto sul sicuro con le batterie elettriche che diverranno presto un problema e che pongono più limiti che soluzioni.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Poi, ovviamente rimane il problema di come produrre l'idrogeno necessario al funzionamento delle celle a combustibile, perché se per ottenerlo usiamo fonti fossili allora non abbiamo risolto nulla, ma questa è un'altra storia, risolvibile, ma solo se lo si vuole.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">In fondo a tutto mi sento di dover aggiungere che, comunque, i problemi ambientali e climatici, generati da cause antropiche, non si potranno affrontare e risolvere agendo solo sul fronte tecnologico. Molto più importante sarà intervenire ANCHE sulle nostre abitudini e sul modello di mobilità individuale e collettiva, nonchè sulle esigenze che le generano e le rendono necessarie, una considerazione che, mi sa, non gode di molto favore, perché comporta una riformulazione completa e radicale del nostro modo di vivere, cosa che in troppi rigettano senza pensarci troppo, coi risultati che vediamo</span></p><div><br /></div>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-25321076516776664122023-03-21T12:42:00.000+01:002023-03-21T12:42:38.358+01:00“Vado matto per i piani ben riusciti!” [John "Hannibal" Smith]<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSHTFU8ouUNO_D3X0ZqKGzCupcDb2O2_UJDoQgvMbAfU1WQ6JCJycWx03SCcJ-PPfyshLPI579V84dPv-IAOBc8Ri9asMMQXf7fW_XJKYBl55OLqm8nNj5pzU5nRw5nvn-LfMiH4XV6mbL4A60Fep8kJWhe9Zj5-2MduHv64Gr9YbPNIIbtJSt17eJ/s640/Xi-Putin.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="520" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSHTFU8ouUNO_D3X0ZqKGzCupcDb2O2_UJDoQgvMbAfU1WQ6JCJycWx03SCcJ-PPfyshLPI579V84dPv-IAOBc8Ri9asMMQXf7fW_XJKYBl55OLqm8nNj5pzU5nRw5nvn-LfMiH4XV6mbL4A60Fep8kJWhe9Zj5-2MduHv64Gr9YbPNIIbtJSt17eJ/w325-h400/Xi-Putin.jpg" width="325" /></a></div><span style="font-family: verdana;">Se qualcuno, a suo tempo, rimase interdetto per la precipitosa ritirata USA dall'<b>Afghanistan</b>, senza preavviso o ragioni immediatamente riconoscibili, lasciando in modo assolutamente prevedibile un paese in mano agli stessi talebani che furono la causa nominale dell'invasione americana (ops, a quanto pare c'è invasione ed invasione), ebbene direi che il quasi immediatamente successivo precipitare della <b>questione ucraina</b> può fornire qualche motivazione per quella ignominiosa ritirata: gli <b>USA </b>avevano bisogno di concentrarsi su un nuovo capitolo geostrategico. <br /><br />"<i>Aggiustato</i>" il fenomeno islamico, più o meno (o quanto basta), era arrivato il momento di dedicarsi al contenimento della <b>Cina</b>, silenziosamente arrembante ed inarrestabile, passando attraverso la destabilizzazione del gigante russo, che con il "<i>paese di mezzo</i>" pechinese ha una smisurata linea di confine.<br /><br />Indurre la frantumazione della federazione russa in sparse sottounità fatte di signori della guerra in possesso di alcune testate nucleari, o perlomeno causare un "<i>regime change</i>" nel <b>Cremlino</b>, favorendo l'avvento di un nuovo satrapo più "<i>western oriented</i>", avrebbe conferito alla Cina un ingombrante problema confinario che l'avrebbe disturbata nella silenziosa ed inarrestabile scalata verso la supremazia economica che stava inseguendo.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;">In <b>Ucraina </b>già da tempo, circa un decennio o poco più, gli USA avevano nel frattempo cominciato a "<i>preparare</i>" il terreno mediante <b>Maidan</b>, favorendo l'avvento di un revanscismo nazionalista di matrice neonazista che alimentò una guerra civile di stampo etnico a danno dei russofoni degli oblast orientali.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;">Era arrivato il momento di indurre nei moscoviti la necessità/opportunità (perché comunque il Cremlino ha una sua tendenza imperialista) di una risposta muscolare, per cui era necessario non avere risorse impegnate in buchi mediorientali privi di prospettive.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;">L'aggressività di <b>Kiev </b>venne alimentata con una dieta ipercalorica di promesse di aiuto e incitazioni ad un riscatto nazionalista ammantato di virtuosa affermazione del bene sul male. Il gioco di provocazioni e reazioni scivolò sugli oliati binari dell'automatismo strategico pavloviano e ciò che "<i>doveva succedere</i>" successe.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;">Si potrebbe obiettare che offrire alla Cina la possibilità di sconfiggere un ipotizzato frammento siberiano della fu federazione moscovita, militarmente debole ancorchè in possesso di qualche testata, ma detentore di rilevanti risorse minerarie e naturali, non sia esattamente una pensata strategicamente ineccepibile, ma stiamo parlando di americani, cioè di gente inadatta a pensare in termini autenticamente e sagacemente strategici, una nazione che "<i>sistema</i>" i problemi dell'oggi creandone di più grossi domani, come fa fin dalla sua indipendenza dalla corte britannica di re Giorgio III.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;">Comunque sia ora il sanguinario confronto è in atto. Il prezzo più elevato lo stanno pagando gli ucraini di ogni tipo, seguiti dalle truppe russe, mercenarie o meno che siano (il <b>gruppo Wagner</b> non è meno esecrabile dell'americanissima <b>Academi</b>, la ex <b>Blackwater</b>, ma la cosa viene opportunamente dimenticata), mentre gli USA al momento si limitano a soffiare sul fuoco, a incitare a combattere "<i>fino all'ultimo ucraino</i>" e a impastoiare le potenzialità europee disgregando la coerenza politica <b>UE</b> e inducendo <b>Bruxelles </b>a dissipare la propria ricchezza in spese militari a vantaggio dei progetti imperiali statunitensi.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;">Tutto bene e secondo i piani? Non proprio! E' difficile per noi europei renderci conto di quanto i progetti americani stiano faticando ad affermarsi, perché la nostra sedicente "<i>informazione</i>" non ha mai neanche tentato di essere imparziale e distaccata, risultando anzi spudoratamente di parte e grottescamente propagandistica, ma le cose a livello globale non stanno andando come ce la raccontano.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;">La Cina, che vanta un'antichissima sapienza diplomatica e ragiona da millenni in prospettiva storica, non ha mai cessato di offrire alla Russia un punto d'appoggio ed uno sfogo commerciale, mentre una parte rilevante delle nazioni detentrici di risorse naturali e materie prime si rifiuta ostinatamente di aderire alle sanzioni contro la Russia, rendendo il presunto "<i>cinturamento</i>" dell'economia russa più una pretesa che un fatto compiuto.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;">Il quadro generale delle alleanze USA è alquanto instabile. Alleati ritenuti affidabili cominciano a progettare un futuro nel quale Pennsylvania Avenue potrebbe perdere il posizionamento di favore attuale. L'Arabia Saudita apre alla Siria del filorusso <b>Al Assad</b>, il sultano <b>Erdogan </b>gioca il ruolo di intermediario rifiutandosi di fare il "<i>piazzista</i>" di Foggy Bottom e la Cina si fa latrice di un progetto di pace che solo gli USA e la serva Europa si ostinano a non prendere in considerazione.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;">Il Corriere della Sera riporta degli incontri tra Xi Jinping e Putin. Il presidente russo dichiara: "<i>valutiamo il piano di pace cinese</i>", e Biden ribatte, molto prontamente: "<i>diremmo no ad una richiesta di cessate il fuoco dalla Cina ora</i>". </span><span style="font-family: verdana;">Nessuno chiede cosa ne pensino gli ucraini, non le marionette governative, ma quelli che vivono precariamente schivando bombe e proiettili, dato che le loro prevedibili risposte non sarebbero gradite, ammesso e per nulla concesso che i vari <i>battaglioni della morte zelenskyani</i> consentano una libera espressione.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;">Qui da noi qualcuno, in un thread social, si chiede:<br /><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"> "<i><b>ma perché Biden dice 'sta cosa? Il cessate il fuoco dovrebbe essere chiesto agli USA?</b></i>"<br /><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;">e qualcuno gli risponde:<br /><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;">"<b><i>no, ma gli USA rispondono per tutti, nel caso qualcuno 'sbagliasse' risposta</i></b>".<br /><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;">Un botta e risposta che delinea abbastanza chiaramente un intreccio di relazioni che non è quello che viene spacciato ufficialmente, ma che emerge abbastanza chiaramente dalla nebbia delle frescacce che ci raccontano. </span></div></div><span style="font-family: verdana;"><br /></span><p><br /></p>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-66865598334633847722023-03-18T13:37:00.001+01:002023-03-18T15:10:14.830+01:00Lo scopo confessato della propaganda è persuadere e non illuminare... la propaganda è sempre un tentativo di asservimento. [Simone Veil]<p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR9A3hJIzfWIhlmwKaokbZcQahE5qtapmC6_iWDMpviI6Zq6xtk_oAgyTaO6GBHxNpAAJkzVmqtUECUAwbNNQfFJdCV1xjwnrtlDMj0P7FyUO53_erSox5arHTawDEk111z1lKVEJOaBcB6QgzsVP-_dqGsDQZ_bwgrjlPWkqOtpcOVJMLK4zBwiVX/s1024/Putin%20mandato%20arresto.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="582" data-original-width="1024" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR9A3hJIzfWIhlmwKaokbZcQahE5qtapmC6_iWDMpviI6Zq6xtk_oAgyTaO6GBHxNpAAJkzVmqtUECUAwbNNQfFJdCV1xjwnrtlDMj0P7FyUO53_erSox5arHTawDEk111z1lKVEJOaBcB6QgzsVP-_dqGsDQZ_bwgrjlPWkqOtpcOVJMLK4zBwiVX/w400-h228/Putin%20mandato%20arresto.jpg" width="400" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;"><b><i>Vladimir Putin</i></b>, il satrapo moscovita, è stato colpito da un mandato d’arresto spiccato dalla <i>Corte penale internazionale (Cpi)</i> con l’accusa di deportazione illegale di "<b>popolazione</b>" (bambini) e di trasferimento illegale degli stessi dalle zone occupate dell'Ucraina verso la Federazione Russa.<br /></span><span style="font-family: verdana;">Si tratta di un atto che in sostanza obbliga tutti i 123 Paesi del mondo che riconoscono quella Corte, inclusi i 27 Stati membri dell’Ue, a <i>privare della libertà il leader del Cremlino qualora dovesse mettere piede in una di queste nazioni</i>.<br /></span><span style="font-family: verdana;"><br />La cosa ha diversi aspetti grotteschi. Il primo è che tra i paesi che non hanno ratificato il Trattato di Roma che istituì la Corte vi sono la Russia stessa, Israele, il Sudan e gli ispiratori ed istigatori del provvedimento, gli <i><b>Stati Uniti</b></i>, che certamente non possono rivendicare mani pulite ed anime candide per i numerosi misfatti compiuti, in proprio e per interposto fantoccio, nel loro interesse in ogni parte del globo. D'altra parte perché mai avrebbero dovuto ratificare uno strumento che potrebbe metterli, con molte ragioni, sotto accusa?<br /></span><span style="font-family: verdana;"><br />Se dunque Putin si recasse a Washington i suoi più feroci oppositori non potrebbero fare altro che ospitarlo senza alcun modo di agire quel mandato, perlomeno legalmente, emesso per una presunta "<b>deportazione</b>" che, ad una lettura meno maliziosamente interessata, potrebbe perfino essere ritenuta un'iniziativa umanitaria.<br /></span><span style="font-family: verdana;"><br />Assurdo? Non troppo dato che gran parte di quei bambini sono, mi risulta, degli "<b>ucraini di serie B</b>", ovvero appartenenti a quella parte di popolazione russofona che per un decennio ha subito, nel disinteresse totale dell'Occidente che oggi alimenta le fiamme del conflitto, le sevizie di un governo ucraino dedito alla pulizia etnica. I bambini di cui si lamenta la deportazione sono gli stessi che Kiev ha bombardato per anni, ma ora vengono buoni per chiudere Putin nell'angolo.<br /></span><span style="font-family: verdana;"><br />Per lunghi e tormentatissimi anni le <i><b>formazioni paramilitari neonaziste di Kiev</b></i>, integrate nel dispositivo militare nazionale, hanno bombardato, seviziato, sequestrato e massacrato senza che dalle capitali europee, oggi così solerti nel condannare gli eccidi di <b>Buča</b> e <b>Mariupol</b> e celebrare la "<b>resistenza all'Azovstal</b>", venisse nemmeno un fiato, un sopracciglio alzato, un'iniziativa per risollevare le sorti di popolazioni condannate al martirio per il solo fatto di sentirsi troppo contigue al sentire russo.<br /></span><span style="font-family: verdana;"><br />I russi hanno spostato quei bambini in luoghi più sicuri, sottraendoli ad un inferno di morte e tormenti fisici, psicologici e morali? E meno male, mi viene da dire.<br /></span><span style="font-family: verdana;">No, Putin ha commesso molti misfatti, ma quello per cui è stato emesso il mandato non è, verosimilmente, tra quelli di cui dovrebbe rispondere, però ha il pregio di essere emotivamente remunerativo quando glielo contesti. Il fatto che la Corte non abbia preso in considerazione altri crimini è certamente dovuto al fatto che gli accusatori, per altri delitti, non avrebbero potuto rivendicare alcuna innocenza. <br /></span><span style="font-family: verdana;"><br />Il fatto è che nonostante il mondo sia pieno zeppo di leader di ogni declinazione politica cui possono essere tranquillamente contestati crimini anche più efferati di quello speciosamente attribuito a Putin, che pure ha molto di cui rispondere, quei leader dormono sonni tranquilli, del tutto sicuri che nessuno penserà mai di sottoporli ad identico trattamento, perché stanno dalla "<i>parte giusta</i>" del confronto geostrategico tra Russia, USA e Cina, o quantomeno non è ancora venuto il momento di toglierli di mezzo.<br /></span><span style="font-family: verdana;"><br />Questo mandato, nella sua evidente proditorietà, è destinato a rimanere lettera morta in realtà, il che aggiunge alla sua strumentalità un carico di svergognato cinismo, ma è stato emesso nel quadro di un'azione diplomatica e propagandistica spudorata, un costante florilegio di condizionamenti cui siamo sottoposti da molto tempo e in totale spregio del nostro diritto di conoscere la verità, o perlomeno di avere accesso a tutti gli elementi atti alla formazione di un giudizio autonomo sui fatti.<br /></span><span style="font-family: verdana;"><br />Non so voi, ma io sono molto stanco dello scarso rispetto che ci stanno dimostrando, tra l'altro mentre si gioca coi fiammiferi nel bel mezzo della polveriera.<br /><br /><b>P.S. lo sapete chi altri non riconosce la Corte penale internazionale?<br />Esatto! L'Ucraina. </b><br /></span><p></p><div><br /></div>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-10922789372714765312022-10-14T14:02:00.002+02:002022-10-14T14:02:58.085+02:00Andiamo spegnendoci. Quietamente? Non contiamoci troppo.<p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjP88xbJksRC6_bYBW7uwR45FInpJZy-0IzvlIw5l5nCZ5y8oztf05-qL6dMdRuL41CwYpqaS5egltq0IHlcBlNc1UpdNKHb_tqU04XI2V7cpCh-1qjDBQRK8GGO9ZeYq12aXGZge0Y0uUCjG2dsoJ8OmloTuyi-9TMVUVDsDSCspI8gNShMysNF7S7/s620/altan-elezioni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="620" height="248" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjP88xbJksRC6_bYBW7uwR45FInpJZy-0IzvlIw5l5nCZ5y8oztf05-qL6dMdRuL41CwYpqaS5egltq0IHlcBlNc1UpdNKHb_tqU04XI2V7cpCh-1qjDBQRK8GGO9ZeYq12aXGZge0Y0uUCjG2dsoJ8OmloTuyi-9TMVUVDsDSCspI8gNShMysNF7S7/w320-h248/altan-elezioni.jpg" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;"><br />Il teorema della <b><i>rana bollita</i></b> è sempre in voga ed applicato con la perfidia che gli è connaturata.<br /></span><span style="font-family: verdana;">Oggi viviamo in massimo grado una contraddizione che ci tiriamo dietro da 77 anni, da quando ci si è rifiutati di fare i conti con il nostro passato, dopo aver tenuto a battesimo la nascita del concetto stesso di <i><b>fascismo</b></i>.</span><p></p><span style="font-family: verdana;">Per anni abbiamo fatto finta di niente quando personaggi che si richiamavano più o meno scopertamente a quella dottrina politica giuravano fedeltà alla <i><b>Costituzione </b></i>antifascista che è alla base di una <i><b>Repubblica</b></i> nata dalla <i><b>Resistenza</b></i>, in un esercizio contraddittorio e menzognero.<br /><br />Oggi uno di quei personaggi ricopre la seconda carica dello Stato, non più in supplenza, come è stato fino a prima del 25 settembre, ma proprio come titolare. <br />In caso di impedimento del <b><i>Presidente della Repubblica</i></b> il sulfureo <i><b>Ignazio Benito Maria</b></i> gli succederebbe fino al suo ristabilimento o alla designazione di un successore, e io tremo all'idea di cosa potrebbe accadere nel mentre e di chi potrebbe succedergli, con i voti di questo Parlamento e della truppa di presunti oppositori che hanno consentito che venisse eletto alla prima chiama.<br /><br />Tremo non solo per via dei trascorsi giovanili del </span><span style="font-family: verdana;">novello </span><span style="font-family: verdana;"><i style="font-weight: bold;">Presidente del Senato, </i>ma anche<i style="font-weight: bold;"> </i></span><span style="font-family: verdana;">perché ricordo che ai tempi dei fatti di Genova e della "<i><b>macelleria messicana</b></i>" della scuola Diaz, si insediò con il camerata Fini nelle sale operative delle varie forze dell'ordine che imperversarono nel capoluogo ligure senza incarichi ufficiali che ne giustificassero la presenza, ma fornendo inaggirabili "consigli" circa l'atteggiamento da tenere per stroncare il dissenso.<br /><br />Del resto <b><i>La Russa</i></b> fu anche <i><b>Ministro della Difesa</b></i>, in uno dei molti momenti della "bollitura di rana" che abbiamo rinunciato a sottolineare con la dovuta energia.<br />A lui dobbiamo l'impiego improprio di soldati in servizio di ordine pubblico, fortemente e inutilmente osteggiato dai vertici stessi delle FF.AA. per l'impatto negativo che avrebbe avuto sulla prontezza operativa dei reparti impiegati, come infatti avvenne. <br />Immagino il brivido di piacere che lo colse contemplando strade presidiate da tute mimetiche e blindati nei posti di blocco.<br /><br />Sempre a lui va imputato l'utilizzo dei <i><b>fanti di marina</b></i> del San Marco quali veri e propri contractors, ma pagati con fondi pubblici, sulle navi italiane in funzione di contrasto alla pirateria.<br />Messi su quelle navi in minuscoli drappelli, senza regole d'ingaggio chiare e in un contesto operativo confuso e mutevole, non poté che finire con l'indecorosa vicenda dei due marò, che vennero sostanzialmente abbandonati a sé stessi, per salvaguardare ricche vendite di armi all'India, e vennero riportati a casa solo grazie al bieco sfruttamento che proprio la destra che li inguaiò mise in scena ad affari conclusi, o sfumati, con l'abituale cinismo.<br /><br />Oggi apprendiamo che anche alla <i><b>Camera</b></i>, con buona pace del principio di conferire una presidenza alle opposizioni, questa compagine di destra ha insediato, con fatica perché anche a destra si litiga assai, sul potere più che altro, un leghista omofobo e nominalmente beghino, ovvero un signore coi piedi piantati nel medioevo e affiliato ad un partito che fino a poco tempo fa vaneggiava di secessioni, anche qui dopo che i suoi esponenti avevano giurato sulla Costituzione che andavano calpestando.<br /><br />E ancora dobbiamo vedere come verrà confezionato l'esecutivo, con quali contrattazioni da mercato del bestiame e quale bestiario ne verrà fuori, quali sconce designazioni verranno inverecondamente perfezionate.<br />Che so, l'insistentemente richiamato dicastero della Giustizia al condannato in via definitiva per frode fiscale Berlusconi, per esempio.<br />Ma siamo bolliti, può pure essere che ingoieremo tutto.<br /><br />Un filosofo rumeno, <i><b>Emil Cioran</b></i>, che ebbe frequentazioni imbarazzanti sia col nazismo che con la sua versione rumena della <i style="font-weight: bold;">Guardia di Ferro</i>, sia pure allontanandosene successivamente, scrisse:<br /><br /></span><span style="background-color: white; color: #444444; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 16px; text-align: justify;"><i>"Si può immaginare tutto, predire tutto, salvo fino a che punto si possa decadere"</i>.<br /><br />Pare proprio che sia così. </span>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-53029288305086048812022-07-20T12:15:00.000+02:002022-07-20T12:15:52.374+02:00Le conseguenze dei vostri atti vi prenderanno per i capelli anche se nel frattempo sarete diventati migliori. (F. Nietzsche)<p><span style="font-family: trebuchet;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: trebuchet;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0T63HDfZ3t5KJAuYR5byA-eoJoZAsUu1LkRU2GVpP3HK3SPqfbu606vAy4wSqjiVSDk4OGB6_XyK7GBhNmSW_ncLEe6JL4dSjDmJNAqxmdAVTjw3pEIy3QTG8OoaIdWVhVxEbkADVDFUuzGL2WnFz9d7VJor_6Neq4ZICG2L0diTFqgVd-lTpq4qS/s1280/Fine%20M5S.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0T63HDfZ3t5KJAuYR5byA-eoJoZAsUu1LkRU2GVpP3HK3SPqfbu606vAy4wSqjiVSDk4OGB6_XyK7GBhNmSW_ncLEe6JL4dSjDmJNAqxmdAVTjw3pEIy3QTG8OoaIdWVhVxEbkADVDFUuzGL2WnFz9d7VJor_6Neq4ZICG2L0diTFqgVd-lTpq4qS/w320-h180/Fine%20M5S.jpg" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: trebuchet;">Pur consapevole dei riflessi sull'agenda politica nazionale, non riesco ad appassionarmi agli scuotimenti di ciò che rimane del <b>M5S</b>. Ciò che sta accadendo, la "<b>libanizzazione</b>" di un movimento politico divenuto in tempi record il primo partito italiano, dopo quello dell'astensione, è un esito previsto, anzi inevitabile, e scritto nell'ambiguità stessa della straordinaria impudenza con la quale si proponeva come soluzione definitiva per ogni problema, senza mai dire come avrebbe verosimilmente risolto.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />Il Movimento paga il prezzo dell'indefinitezza, dell'ambiguità ideologica e della invereconda scaltrezza nel raccogliere, a suo tempo, consensi a prescindere.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;">Abilissimo nell'incamerare lo sdegno di un elettorato stomacato dall'indegnità della classe politica, non si è mai posto il problema di dover gestire il successo con azioni concrete e coerenti con il "<b>tutto e contrario di tutto</b>" che era la cifra della sua proposta, coperta dalla suprema vaccata del superamento di destra e sinistra.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />Appena passato dall'opposizione alla responsabilità di governo si è scontrato con la dura realtà, uscendone sconfitto. Destra e sinistra non sono solo parti politiche, anzi queste ultime sono solo le strutture che conseguono alla loro reale essenza, ovvero ai valori che conducono le scelte che vengono attivate per gestire una situazione.<br /><br />Qualsiasi problema, sociale o politico, può essere analizzato e risolto sulla scorta di differenti considerazioni. La destra analizza il problema e propone risposte in modo del tutto differente dalla sinistra, e le risposte dell'una sono totalmente irricevibili per l'altra, perché la sostanza intima, l'etica direi, che le caratterizza è incompatibile.<br />Così, una volta raggiunta la posizione di maggioranza relativa, i "<b>ragazzi meravigliosi</b>" si sono trovati a dover far seguire alle parole i fatti, e lì sono cominciati i guai.<br /><br />Aver raccolto il favore di gente che la pensava in modo diametralmente opposto li ha messi nelle condizioni di non poter decidere nulla senza scontentare pezzi più meno rilevanti sia del personale politico che dell'elettorato che li aveva portati al successo.<br />Capitoli come immigrazione, lavoro, politica industriale, pianificazione strategica ponevano tutti la necessità di azioni che non potevano stare sotto la confortante coperta di una programmatica ambiguità. Azionare una scelta precipitava il versante, destro o sinistro, lungo il quale si rotolava.<br /><br />La cosa divenne immediatamente imbarazzante, dando seguito ad un mix micidiale di immobilità concettuale, subalternità culturale ad un alleato - coobbligato - ingombrante e ridicole affermazioni, come la grottesca "<b>sconfitta della povertà</b>" esibita in una goffissima recita amatoriale da una terrazza ministeriale.<br />Una volta toltosi di mezzo l'ingombrante <b>Salvini, </b>anche l'intesa coll'arcinemico <b>PD</b> è risultata imbarazzante e controproducente sul piano del consenso.<br /><br />La vulgata del popolo pentastellato vuole che l'insuccesso sia dovuto ad una sorta di "<b>vittoria mutilata</b>" conseguente al mancato conseguimento di una maggioranza assoluta, una semplificazione che è dovuta ad visione grillesca improntata all'abituale analfabetismo politico dell'anziano guitto genovese.<br />Arrivare in Parlamento col 51% dei voti avrebbe consentito unicamente di non venire bullizzati dalla <b>Lega</b>, ma non avrebbe inciso per nulla sull'incapacità di tenere assieme il diavolo e l'acqua santa.<br /><br />Solo due cose hanno rallentato il disfacimento di un sogno velleitario, e sono l'inaspettata buona prestazione del Movimento durante l'emergenza pandemica, grazie anche alla mutazione di Conte da sagoma cartonata di Presidente del Consiglio a sapiente regista, e la funzione svolta dal <b>Reddito di Cittadinanza</b>, sia durante quell'emergenza, quale sussidio per i molti che si sono ritrovati senza un lavoro, sia come argine alla protervia salariale di una parte datoriale avida e cinica; due effetti inaspettati e fortuiti, concretizzatisi a dispetto, direi, delle intenzioni del Movimento e ironicamente collocabili concettualmente sul lato sinistro dell'agire politico.<br /><br />Oggi il Movimento è sotto uno spietato attacco da parte di gran parte dell'arco parlamentare per la renitenza contiana alla totale soggezione al "<b>migliore dei migliori</b>", ma i problemi più grossi, li ha al suo interno essendo diviso in molte bande dagli interessi più disparati, nobili e meno presentabili. Quei problemi provengono dalla sua ambiguità genetica e, in quanto costitutivi, non possono essere risolti, solo subiti.<br /><br />Qualche pezzo sopravviverà e molti altri scompariranno dalla scena, Qualche suo esponente approderà presso lidi più sicuri, e magari qualcuno, particolarmente spregiudicato, continuerà a far danni per lustri, ma il fenomeno politico che avrebbe dovuto aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno è giunto al termine della sua corta parabola.<br /><br /></span><p></p><div><br /></div>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-32538331564244708572022-04-14T12:34:00.001+02:002022-04-14T12:34:27.383+02:00Il disastro è una catena di errori dalle conseguenze sottovalutate.<p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPdvxBQqfi-bsKeb1deNaJ_DnVDQu4nXD9L_drkaioALl9w_Eru0gBPVTjjjKytQHzuyPg2YkN8WQ30JcdU_GwEo2799e9DfJPqN5arsasHl4zW56sjy9QkGCm6wYnlBePs_AmhIOSWhFELcsSKcpucI5YvvxTjj7bR3CNTLF2c64DH01_pIcG-KR2/s1034/Svezia%20e%20Finlandia%20nella%20NATO.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="572" data-original-width="1034" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPdvxBQqfi-bsKeb1deNaJ_DnVDQu4nXD9L_drkaioALl9w_Eru0gBPVTjjjKytQHzuyPg2YkN8WQ30JcdU_GwEo2799e9DfJPqN5arsasHl4zW56sjy9QkGCm6wYnlBePs_AmhIOSWhFELcsSKcpucI5YvvxTjj7bR3CNTLF2c64DH01_pIcG-KR2/w400-h221/Svezia%20e%20Finlandia%20nella%20NATO.png" width="400" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;"><br />Oggi, 14 aprile del 2022, secondo pressoché tutte le fonti giornalistiche, Svezia e Finlandia si apprestano ad entrare nella NATO, e io credo che questo sia un importante successo della tossica manovra USA per destabilizzare non solo il versante orientale europeo, in funzione antirussa, ma l'intero continente.<br /><br />Oggi siamo alla vigilia di una decisione che cambierà definitivamente gli assetti del nostro continente, e non in meglio.<br /></span><p></p><p><span style="font-family: verdana;">I due paesi hanno convissuto con i due blocchi in una felice neutralità che ha consentito loro sviluppo e prosperità, dal '45 fino a poche settimane fa, in un modello che si sarebbe potuto applicare anche all'Ucraina, e con uguali prospettive di successo. </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Sarebbe stata questa infatti l'opzione che Scholz avrebbe dovuto prospettare a Zelens'kyj, prima che cominciassero a cantare i cannoni, ma lo statista in t-shirt grigioverde reputò più utile non ascoltare la voce europea, rifiutandone l'ascolto, perché quella americana risultava più seducente, anche se foriera di morte e distruzione.<br /><br />La Russia, come non si stancano di ricordarci è l'invasore, e su questo non c'è alcun dubbio, che però questa veste sia gratuita e attribuibile esclusivamente alla ferinità, implicita e "naturale", dell'orso moscovita è alquanto opinabile.<br /></span><span style="font-family: verdana;">Questo allevia in qualche modo le responsabilità russe? Non proprio, non abbastanza comunque, ma vi sono ampie attenuanti generiche e responsabilità da distribuire anche a chi ha costruito con cinica determinazione i presupposti che hanno reso inevitabile il conflitto. <br /><br />Molte testate giornalistiche si affrettano a riportare che molti mezzi militari russi si sono avvicinati alla frontiera tra i due paesi, </span><span style="font-family: verdana;">al solo accenno del possibile ingresso della Finlandia nella NATO</span><span style="font-family: verdana;">.<br /></span><span style="font-family: verdana;">La lettura caldamente suggerita del fatto è ovviamente tesa a dimostrare implicitamente gli intenti aggressivi della Russia, come se non fosse altrettanto plausibile leggere nella cosa sia la predisposizione di un assetto preventivo di difesa, sia un mezzo di pressione verso il governo di Helsinki, come a dire: <br /></span></p><blockquote>"se entrate a far parte dell'organismo militare che ci minaccia dalla caduta del Muro, stringendoci sempre più strettamente d'assedio, noi saremo pronti a reagire perché vediamo nella vostra scelta i presupposti di un'aggressione".</blockquote><p></p><p><span style="font-family: verdana;"><br />Come più di un analista ha fatto presente, inascoltato e delegittimato dalla regia bellicista che intossica l'informazione, qualsiasi nazione, gli USA per primi, subendo l'offensiva strategica oggi somministrata alla Russia, reagirebbe nei modi che ora stiamo rimproverando a Putin.<br /><br />Quello che va delineandosi nello scacchiere scandinavo è sostanzialmente il processo di azione-reazione che ha portato al conflitto ucraino, privo solo della connivenza zelenskiana, sobillato dall'isteria scientemente indotta da una narrazione scaturita quasi integralmente dal dipartimento di guerra psicologica del Pentagono.<br /><br />Svezia e Finlandia si muovono in un'ottica di difesa preventiva a fronte dell'intensificarsi della criticità di un quadro strategico reso instabile, con lucida determinazione, da chi suggerisce ipotesi aggressive allo scopo di rendere automatica l'attuazione proprio di quell'ottica. <br />La Russia, a sua volta, dispone le sue pedine per scoraggiare intenti offensivi a suo danno e non sarebbe certo il primo conflitto causato dalla diffidenza reciproca.<br />Costruire le premesse per una replica di quel processo di retroazione, ora e alla luce della tossicità del precedente ucraino, è una mossa criminalmente avventata e lucidamente calcolata.<br /><br />La strategia americana è sostanzialmente volta al contenimento del "concorrente" russo, possibilmente al suo depotenziamento, in un'ottica di prevalenza strategica, e il proposito passa attraverso la destabilizzazione di un'Europa che "non deve" raggiungere lo status di entità politica autonoma in grado di competere alla pari con gli altri "player", cosa peraltro non sgradita né alla Russia né alla Cina.<br /><br />La seconda parte del piano sta funzionando alla grande. L'Europa sta collaborando attivamente alla propria evirazione ed emergerà, se non vi saranno fuochi nucleari, gravata da pesanti vincoli economici e contrattuali, definitivamente sottoposta alla superiore potenza statunitense.<br />La prima parte però non sta funzionando altrettanto bene. La Russia non sta infatti collaborando, diciamo così, con i piani elaborati a Washington.<br /><br />Va costituendosi infatti una sostanziale alternativa allo status del dollaro quale valuta di elezione negli scambi commerciali mediante accordi esclusivi tra Russia, Cina, e produttori petroliferi asiatici, con l'adesione di numerosi stati sparsi nei continenti con spiccati sentimenti antiamericani.<br /><br />Si tratta spesso di nazioni detentrici di risorse di pregio e per questo destinatarie di pesanti ingerenze statunitensi (Venezuela per dirne una) che sono alla base di quei sentimenti antiamericani, in un meccanismo infernale di retroazione.<br /><br />La creazione di un'area di scambio alternativa al dollaro, e molto remunerativa, è forse il più evidente segno del fallimento, per tara congenita, dei piani americani, uno sviluppo assai sgradito all'inquilino del 1600 di Pennsylvania Avenue, di cui deve incolpare solo sé stesso.<br /><br />Gli USA potranno vincere in Europa, ma perdendo malamente nel resto del mondo, se ci fermeremo prima di opzioni nucleari che sterilizzeranno il pianeta.<br /><br />A noi europei, agli ucraini prima di tutto, resterà da pagare un conto spropositatamente alto, con rateizzazioni a tassi usurai e per tempi "geologici".<br />Grazie di di niente Uncle Sam.</span></p>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-42768033690424575462022-03-29T19:44:00.000+02:002022-03-29T19:44:36.207+02:00Ama tutti, credi a pochi e non far del male a nessuno. [W. Shakespeare]<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrEwnKKjIM3bIiJixSdrsApzi80pOdRkbaDwL5D0D71obDaYiavVjPNTGmsf-DbBEx5FmeXU74Lq8w_YmL5NPIvDO-OTHXQLQoDmgvGvEE0HxluY4tafwXMwZX4cM4aybp4NyB-POngOtruobKhZRfj3Tu4lwan-ChhBd3oLZmG90f1PBvRoC7w_8N/s755/Pace.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="392" data-original-width="755" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrEwnKKjIM3bIiJixSdrsApzi80pOdRkbaDwL5D0D71obDaYiavVjPNTGmsf-DbBEx5FmeXU74Lq8w_YmL5NPIvDO-OTHXQLQoDmgvGvEE0HxluY4tafwXMwZX4cM4aybp4NyB-POngOtruobKhZRfj3Tu4lwan-ChhBd3oLZmG90f1PBvRoC7w_8N/w400-h208/Pace.jpg" width="400" /></a></div><p><span style="font-family: verdana;">Quando la Yugoslavia si dissolse, comprendemmo tutti che gli infoibamenti, ed altre atrocità a danno degli avversari, non furono una esclusiva del comunismo titino, bensì il modo abituale , non solo balcanico, di "sistemare" le cose.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Ricordo che le cronache riportavano quotidianamente ogni genere di belluina nefandezza, ogni giorno peggiore e con un'agghiacciante trasversalità che non assolveva nessuna delle parti. E nessuno infatti si salvava: bosniaci, serbi, croati, tutti quanti sfogavano un odio che era il distillato di generazioni su generazioni di prevaricazioni e faide nelle quali nessuno faceva sconti e, anzi, applicava puntualmente interessi usurai che rendevano le vendette indicibilmente atroci.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Un episodio che mi rimase impresso, nelle prime settimane di quella che divenne una lunga e atroce guerra, riportava ciò che successe in un villaggio serbo in territorio croato.<br />Un mattino in quell'abitato si avventurò un furgone con a bordo alcuni poliziotti croati. Il mezzo venne prontamente circondato da una folla inferocita che disarmò i poliziotti e li immobilizzò con del fil di ferro intorno a polsi e caviglie, dopodiché una vecchina apparentemente innocua, a vederla in foto avrebbe potuto essere mia nonna, con la sua abituale tintura viola pallido sulla capigliatura cotonata, li evirò tutti con una corda di pianoforte. Gli altri abitanti subito dopo cavarono loro gli occhi e poi li freddarono tutti, gettandoli in un dirupo.<br /><br />Quella vecchina, riportava l'articolo de L'Espresso dal quale venni a conoscenza del fatto, da bambina aveva vissuto un dramma tremendo, quando una banda di Ustascia croati, collaborazionisti dell'occupante italiano, calò sulla fattoria della sua famiglia, trucidò il padre, gli zii ed i fratelli, sospettati di essere partigiani, violentò la mamma e le zie e la gettò in un pozzo, per non sentire le sue grida.<br /><br />La banda poi se ne andò e la bimba rimase tre giorni in quel pozzo, fino a quando qualcuno, scampato al rastrellamento, non la estrasse. <br />Per diversi anni perse l'uso della parola e non si riprese mai del tutto.<br /><br />Quei poliziotti croati dunque pagarono il prezzo delle indegnità commesse dai loro padri. Il fuoco vendicativo covò per decenni sotto l'apparente tranquillità dell'assetto federale instauratosi nel dopoguerra, pronto a rinfocolarsi alla prima occasione utile.<br /><br />Probabilmente quegli ustascia croati, a loro volta, nel loro passato avevano subito qualche altra indegnità da parte di altri serbi con, a loro volta, vecchi conti da saldare con croati o bosniaci o chiunque altro, e via così, in una catena infinita che perpetua un odio implacabile, un retaggio tossico che si rinnova e si amplifica ad ogni generazione, seguendo una "contabilità" sanguinosa e bestiale.<br /><br />Quella era la Yugoslavia, ma quel meccanismo non è una specificità esclusivamente balcanica, e infatti il mondo è pieno di teatri ove si rappresenta l'abiezione umana, di catene di morte che avrebbero bisogno di sforzi sovraumani per essere spezzate.<br /></span><span style="font-family: verdana;"><br />E' per questo che bisognerebbe sempre operare per la pace, anche a costo di compromessi talvolta difficili da digerire, perché il sangue versato è un consigliere crudele ed insaziabile; non risolve nulla e perpetua il male, amplificandolo.<br /></span><span style="font-family: verdana;"><br />Le catene di odio si esauriscono solo quando una delle parti viene annichilita, lasciando il vincitore profondamente segnato, alienato nelle sue qualità umane e mutilato nella sfera emotiva. <br />E' peraltro piuttosto raro che una delle parti scompaia del tutto. Rimane sempre qualche superstite che non avrà pace fino a quando qualcuno non pagherà per tutto ciò che ha dovuto subire, e chi pagherà in genere avrà il solo torto di essere della tribù sbagliata, pur non avendo avuto modo di partecipare ai peccati per i quali viene punito.<br /><br />In questi giorni noi vediamo due popoli, che hanno più punti di contatto che differenze, impegnati a costruire le premesse per un'altra faida destinata a perpetuarsi.<br />Quando il conflitto conoscerà una sosta è probabile che si sarà già generato un altro "libro mastro" inesauribile, sul quale verranno annotate transazioni di sangue che non conosceranno mai un punto di bilancio, perché nessuno vuole veramente trovarlo quel punto, e le voci di chi invece lo cercherà verranno soverchiate dalle urla delle marionette manovrate da pupari che stanno fronteggiandosi cinicamente sulla pelle di gente che vorrebbe solo vivere in pace.<br /><br />E' per questo che le grida d'incitamento che provengono da chi ritiene, peraltro sbagliando, di non rischiare nulla mi disgustano profondamente.<br />Non c'è niente di peggio del sepolcro imbiancato che si ammanta di una virtù che non gli appartiene.<br /><br /><br /></span></p>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-49948274782941987882022-03-07T12:39:00.000+01:002022-03-07T12:39:35.903+01:00In genere la gente litiga perché non sa discutere. (GK Chesterton)<div class="" data-block="true" data-editor="ampm0" data-offset-key="15iog-0-0" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="15iog-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="15iog-0-0" style="font-family: inherit;">Non sono più un ragazzino, i prossimi saranno 68, quindi ho maturato prospettive che mi consentono di apprezzare linee evolutive (o involutive?) nel modo di rapportarsi, e devo dire che non sono molto soddisfatto delle osservazioni che posso trarre.</span></div></div><div class="" data-block="true" data-editor="ampm0" data-offset-key="68hvi-0-0" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="68hvi-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="68hvi-0-0" style="font-family: inherit;"><br data-text="true" /></span></div></div><div class="" data-block="true" data-editor="ampm0" data-offset-key="6s4os-0-0" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="6s4os-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="6s4os-0-0" style="font-family: inherit;">Un tempo amavo molto discutere. Trovavo fosse un'attività stimolante e formativa, un modo per avere contatto con gli altri, per imparare e comprendere meglio il mondo circostante ed i processi che formavano la mia vita e le mie esperienze.</span></div></div><div class="" data-block="true" data-editor="ampm0" data-offset-key="4ntai-0-0" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="4ntai-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="4ntai-0-0" style="font-family: inherit;"><br data-text="true" /></span></div></div><div class="" data-block="true" data-editor="ampm0" data-offset-key="dg5dp-0-0" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="dg5dp-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="dg5dp-0-0" style="font-family: inherit;">Amavo discutere anche con chi aveva opinioni diametralmente opposte alle mie, purché aperto al confronto, perché lo si faceva sempre cercando di sostanziare le proprie tesi costruendo un castello logico da confrontare col proprio interlocutore.</span></div></div><div class="" data-block="true" data-editor="ampm0" data-offset-key="97gt7-0-0" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="97gt7-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="97gt7-0-0" style="font-family: inherit;"><br data-text="true" /></span></div></div><div class="" data-block="true" data-editor="ampm0" data-offset-key="3rsq-0-0" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="3rsq-0-0" style="direction: ltr; font-family: inherit; position: relative;"><span data-offset-key="3rsq-0-0" style="font-family: inherit;">Questo non vuol dire che non lo si facesse con animosità, se le circostanze lo richiedevano, ma non di rado la discussione propiziava il suo più bel regalo: la possibilità di chiarire meglio il proprio pensiero, focalizzato dalle necessità espositive, e la sottolineatura di aspetti prima non individuati, emersi grazie proprio al confronto, che talvolta poteva perfino portarti a rivedere le tue stesse convinzioni, anche quelle più profonde, o quantomeno conducevano ad un loro affinamento.
Anche le discussioni politiche, in genere le più infervorate, venivano condotte con rigore e senza mai rinunciare a uno standard di coerenza decente, pure al netto di aspetti propagandistici non sempre del tutto inappuntabili, ed io mi ci gettavo con entusiasmo, dato che ero stato cresciuto con il gusto del confronto.
Solo in due casi mi ritraevo dalle discussioni: quando i temi erano o religiosi o sportivi.
Nel primo caso non ero interessato a confrontarmi con verità rivelate e non negoziabili, cristallizzate in epoche precedenti, molto prosaiche negli scopi ultimi, a dispetto della spiritualità rivendicata, e convenientemente indifferenti alla logica.
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiT_VSxlc-hcCE9b601hBbJDsiINjVQllGBslKILRy116nd5rMJQq9uWRPpa6Nd2ks1SpZjc2SeRfjIBoOetnH_2mwo_lRwi9fpOAgQ3-703tezqeo1Y6Cq6xy3CEZ8rkYn2D13iOjNNjnIErsfR1M2v57cxaSkS6lJmW_aF0Z2PBnD7whxHCfVdTQg=s960" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiT_VSxlc-hcCE9b601hBbJDsiINjVQllGBslKILRy116nd5rMJQq9uWRPpa6Nd2ks1SpZjc2SeRfjIBoOetnH_2mwo_lRwi9fpOAgQ3-703tezqeo1Y6Cq6xy3CEZ8rkYn2D13iOjNNjnIErsfR1M2v57cxaSkS6lJmW_aF0Z2PBnD7whxHCfVdTQg=w400-h300" width="400" /></a></div><br />Nel secondo, grazie soprattutto alla preminenza del tifo calcistico, mi trovavo estremamente a disagio con la "disonestà intellettuale" indispensabile al sostenimento dell'animosità verbale, direi necessaria e strenuamente perseguita, che tutti pareva ritenessero naturale e inevitabile, essendo il risultato finale perseguito l'annichilimento e l'umiliazione dell'avversario.
Ne diffidavo per motivi "estetici", per la mancanza di rigore e la speciosità imperanti nelle confutazioni, ma anche per l'assenza di rispetto nei confronti dell'interlocutore e per il dispiego di una serietà cipigliosa e una sguaiataggine aggressiva espresse con un'intensità del tutto eccessiva rispetto al motivo del contendere.
Oggi, come allora, quando esprimo questa mia disistima per la cifra delle discussioni sportive mi viene ribattuto, anche da vecchi amici e con una certa sufficienza, che se non sono pervaso dalla "passione" non posso capire. Esatto, e sono molto felice di non essere attrezzato per capirlo.
Ritenevo, e ritengo tuttora, che il tifo sia una manifestazione tipica del concetto sottostante alla formula del "panem et circenses", un modo di veicolare capziosamente un disagio diffuso verso uno sfogo improduttivo e lontano dai reali responsabili delle situazioni che quel disagio lo hanno originato. E' inoltre il veicolo attraverso il quale lo scarso, anzi inesistente, rigore espositivo diventa lo standard dei confronti tra le persone, e questo, in tutta evidenza, è ciò che è accaduto e che abbiamo sotto agli occhi da molto tempo a questa parte.
Oggi discutere mi è il più delle volte penoso, e la doppietta COVID-Ucraina mi ha lasciato boccheggiante sul pavimento, stordito per l'assoluta preponderanza dello standard "calcistico" che ha preso piede in ogni confronto dialettico.
Il disprezzo per l'interlocutore emerge chiaramente dagli insulti espressi senza ritegno. L'assertività regna incontrastata, sicuro indice del timore di venire destabilizzati da dubbi che terremoterebbero certezze non adeguatamente meditate, costringendo a faticose elaborazioni, allo sviluppo di una capacità di analisi negletta e repressa.
Il pensiero unico l'ha avuta quasi definitivamente vinta e si assiste al definitivo trionfo di un conformismo tossico e distruttivo.
L'unico concetto chiaro è che il chiodo che sporge è il primo a venire ribattuto, ragione per la quale si resta tutti ben dentro ad un sentire codificato, che peraltro non ti mette al riparo dagli attacchi di chi ha scelto una "squadra" differente, o dai trollatori compulsivi che azzannano alla gola a prescindere, per quietare i propri demoni.
Discutere continua a piacermi, ma riesco a farlo sempre meno frequentemente. Il più delle volte si tratta di farsi coprire di insulti. Le conclusioni che devo trarne mi sono insopportabili. Come abbiamo potuto lasciare che si arrivasse a questo?
</span></div></div>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-14112113248879323172022-02-28T00:29:00.000+01:002022-02-28T00:29:15.183+01:00Una bugia fa in tempo a compiere mezzo giro del mondo prima che la verità riesca a mettersi i pantaloni. (W.Churchill)<p><span style="font-family: trebuchet;">In Ucraina, come in altre zone del pianeta (Palestina per esempio), si sommano questioni talvolta secolari ed irrisolte, con vendette incrociate e colpe che transitano incessantemente da un lato all'altro della barricata, in un continuo avvicendarsi dei ruoli di vittima e carnefice.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: trebuchet;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgZbmfKuCI4TRiuA1skbzK3Q_ESKY7zCBDtIsLbwCv0ArJosFF76iFlKZmIrkBonjhL86MJApMwM9AKwkbQ9zud3v8sXwo0Aq-m_EJ1xhKHq2RR8jWoWot5-fhkeVZLUIEPRKYAaP6n-E6-IaUmLKR6R5Xu65sZYvbeUdz7ZBcCE5QxBvx0QyREu2SJ=s2203" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2203" data-original-width="1500" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgZbmfKuCI4TRiuA1skbzK3Q_ESKY7zCBDtIsLbwCv0ArJosFF76iFlKZmIrkBonjhL86MJApMwM9AKwkbQ9zud3v8sXwo0Aq-m_EJ1xhKHq2RR8jWoWot5-fhkeVZLUIEPRKYAaP6n-E6-IaUmLKR6R5Xu65sZYvbeUdz7ZBcCE5QxBvx0QyREu2SJ=w273-h400" width="273" /></a></span></div><span style="font-family: trebuchet;"><br />L'odio e la diffidenza sono la moneta comune che mantiene le situazioni oscillanti tra una calma apparente, carica però di tensione, e il riacutizzarsi di violenze e sopraffazione, senza mai arrivare ad una soluzione, ad un accomodamento qualsiasi in grado di dare un po' di sollievo e qualche prospettiva di pace permanente a popolazioni stremate e ostaggio delle logiche revansciste che fioriscono così rigogliose in quelle situazioni.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />Quando poi i conflitti si acutizzano la verità, la prima vittima della guerra come diceva Eschilo già 25 secoli fa, viene completamente sommersa dalla menzogna; e certo non aiuta per nulla che dietro le ragioni, o i torti, dei diretti interessati vi siano i robusti appetiti ed interessi di potenti nazioni o di gruppi economici con le loro strategie ed esigenze geopolitiche.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />L'informazione, televisiva e carta stampata indifferentemente, non ci è di alcun aiuto, dato che è sempre più spesso inverecondamente schierata con "qualcuno" e si presta volentieri alla diffusione di teoremi costruiti spudoratamente a tavolino dagli specialisti della propaganda.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;">Neppure i social possono, e neanche vogliono, dissipare la nebbia delle informazioni fasulle, funzionando quasi sempre da cialtronesco e acritico megafono di ogni panzana, anche della più inverosimile.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />Così, per dirne una, si piglia la foto di Zelens'kyj con la maglia n. 95 della nazionale ucraina e la si rielabora in modo da sostituire il numero con una svastica.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;">E chi non può che detestare i neonazisti? Solo i nipotini di Adolf, evidentemente, e</span><span style="font-family: trebuchet;"> non allevia la gravità della truffa iconografica il fatto che in effetti lo stato ucraino si regga anche sulla collaborazione coi neonazisti, con loro formazioni paramilitari integrate nelle proprie forze armate in un'alleanza con risvolti assurdi, dato che Zelens'kyj è di origini ebraiche.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />La demoniaca alleanza con il cancro nazista è facilmente dimostrabile con altre evidenze fotografiche, non artefatte, quindi quel falso è un autogol degno del più disastrato idiota, o del più infingardo dei pataccari, ma forse anche un'astuto boccone avvelenato della propaganda ucraina, destinato a screditare la "rozza calunnia" putiniana.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />E che dire della vicenda del blindato che travolge e schiaccia un'auto civile? Una piccola storia miserabile la cui dinamica propagandistica risulta particolarmente rappresentativa della sfrontatezza con la quale si spacciano utili falsità.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />In prima battuta si divulga il video come la prova provata di un atto volontario compiuto da un mezzo russo (che gira indisturbato in territorio controllato dagli ucraini?).<br /></span><span style="font-family: trebuchet;">La risposta dei fiancheggiatori putiniani è che si tratta di un mezzo ucraino, mentre il video è del 2014.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;">Ecco allora che viene prontamente ribattuto che no, il video è di questi giorni. <br /></span><span style="font-family: trebuchet;">Si, ma il mezzo è ucraino e non russo. <br /></span><span style="font-family: trebuchet;">Che problema c'é, il blindato era stato appena rubato. <br /></span><span style="font-family: trebuchet;">Da chi? <br /></span><span style="font-family: trebuchet;">Ma dai russi, che diamine. <br /></span><span style="font-family: trebuchet;">Certo, sono quelli di prima, che in piena guerra scorrazzano per le città ucraine, rubando mezzi militari.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />E via così, senza vergogna e con il minimo rispetto possibile per l'intelligenza dei fruitori, e lo posso capire perché tra chi manda giù tutto senza neanche un ruttino e chi vuole crederci, a che scopo farsi troppi problemi per la verosimiglianza e la decenza?<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />E noi siamo qui, che proviamo a farci un'idea di ciò che sta accadendo, cercando di ricondurre tutto a qualche ragione che non sia la semplice follia.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;">E infatti non è follia, non solo perlomeno. Sono sporchi interessi giocati sulla pelle e in casa altrui.<br /><br />La cosa esasperante è che ci é richiesto, ma dovrei dire imposto, di schierarci con l'una o con l'altra delle fazioni, secondo il proverbiale "senza se e senza ma". <br />Accettano più volentieri che qualcuno concordi con "gli altri", piuttosto che con nessuno dei due, perché pare che abbiano orrore delle posizioni laiche.<br /><br />Il fatto è che la Russia persegue le sue strategie, che puntano a ristabilire una zona d'influenza dissoltasi con la caduta del Muro, e lo fa con la solita spietata ed omicida determinazione.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />Gli USA hanno a loro volta specifiche strategie di sterilizzazione dell'antagonista e per questo hanno incitato </span><span style="font-family: trebuchet;">l'Ucraina</span><span style="font-family: trebuchet;"> </span><span style="font-family: trebuchet;">ad esprimere la massima intolleranza, senza peraltro doversi sforzare più di tanto perché accadesse, promettendo aiuti che non poteva permettersi di fornire, se non andando ad uno scontro diretto con la Russia.</span><p></p><p><span style="font-family: trebuchet;"></span></p><p><span style="font-family: trebuchet;">L'Ucraina attua da decenni provocazioni ed aggressioni alla componente russofona per innescare tensioni funzionali alla rivendicazione di una coperta NATO sotto la quale rintanarsi.</span></p><p><span style="font-family: trebuchet;">Putin è indubbiamente un gelido autocrate, ma non è l'unico figlio di puttana del mucchio.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;">In questa sordida vicenda ucraina io di giusti non ne vedo, vedo solo sciacalli che si aggirano per perseguire i loro sporchi interessi, e vedo anche milioni di vittime, le cui sofferenze sono ora al servizio di panzane propagandistiche sfrontate.</span></p><p><span style="font-family: trebuchet;">Vedo molti scagliarsi contro chi sostiene, oggettivamente o meno, Putin, e non si accorgono (non tutti, credo che qualcuno lo sappia benissimo) che stanno altrettanto oggettivamente sostenendo qualcuno che non ha minori responsabilità in ciò che sta accadendo.</span></p><p><span style="font-family: trebuchet;">Questa, purtroppo, non è una partita di calcio, quindi il tifo è fuori posto e anche le confortanti e convenzionali dicotomie "buoni/cattivi" o "indiani/cow boy" sono usurate e irrealistiche.<br /><br /><br /></span></p><p><br /></p><p><span style="font-family: trebuchet;"></span><span style="font-family: trebuchet;"><br /><br /></span></p>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-13367003100782294732022-02-24T18:29:00.000+01:002022-02-24T18:29:59.628+01:00 Sono tempi cattivi, dicono gli uomini. Vivano bene ed i tempi saranno buoni. (S.Agostino)<p><span style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;"><span style="font-family: trebuchet;"><br />Un mio amico, in buona compagnia peraltro, ribattendo alle critiche circa il doppiopesismo americano verso i concetti di autodeterminazione dei popoli, sostiene che si può concordare sulla condanna del feroce pragmatismo <b>USA </b>del passato, ma si chiede se per farlo si può accettare che si scateni una guerra, e proprio ora che l’entrata dell’Ucraina nella <b>NATO </b>era sparita dai radar.</span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjyMITFleUBNHjg8Vm0etpAhOT3Yo4IjRm1aVT6KRQ5ZvDOmctH5X6B8SCrRbRd5E3W2bsyjbxxanVeLPOghVg-t0vahNlqAgd1bPQhf3vyvq8EwiUY9KkwX1MaIJLcWWpwlL0fvRYxHVj9wZS6JlL_-c8wM5N0HLDgJz9WtTZAFIGxsbyTBKGs_zZL=s640" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="427" data-original-width="640" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjyMITFleUBNHjg8Vm0etpAhOT3Yo4IjRm1aVT6KRQ5ZvDOmctH5X6B8SCrRbRd5E3W2bsyjbxxanVeLPOghVg-t0vahNlqAgd1bPQhf3vyvq8EwiUY9KkwX1MaIJLcWWpwlL0fvRYxHVj9wZS6JlL_-c8wM5N0HLDgJz9WtTZAFIGxsbyTBKGs_zZL=w400-h268" width="400" /></a></div><p></p><div data-block="true" data-editor="bs93n" data-offset-key="7ulu-0-0" style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="7ulu-0-0" style="direction: ltr; position: relative; text-align: left;"><span style="font-family: trebuchet;">Ecco, dire che quell'entrata<b> </b>sia una fase ormai superata è un esercizio di ottimismo sfrenato e poco realistico, ed anche il segnale di retropensieri quantomeno prevenuti.</span></div></div><div data-block="true" data-editor="bs93n" data-offset-key="97i4h-0-0" style="background-color: white; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="97i4h-0-0" style="direction: ltr; position: relative;"><span data-offset-key="97i4h-0-0"><span style="font-family: trebuchet;"><span style="color: #050505;">
</span><i><span style="color: #2b00fe;"><blockquote>"<b>Il percorso strategico dell'Ucraina verso l'adesione alla Nato rimane invariato</b>"</blockquote></span></i><span style="color: #050505;">
ha affermato in un tweet, ancora pochi giorni fa e con le nere nubi del conflitto che si addensavano, il ministro degli Esteri ucraino, <b>Dmytro Kuleba</b>, e l'Ucraina è da anni la principale produttrice di provocazioni e meccanismi di innesco della tensione della regione.
</span></span><span style="color: #050505;">Comunque mi pare che sia assolutamente evidente che il cinico pragmatismo americano sia tutto tranne che passato.
Altrettanto certamente quello russo non è meno gelidamente indifferente ai principi etici che disegnano i concetti di "giusto e sbagliato" che ci sforziamo di tenere al centro del nostro modo di giudicare.
Dunque sbaglia chi si sforza di operare quelle belle distinzioni manichee che cercano di identificare i "buoni" ed i "cattivi", secondo i criteri cari a chierichetti e giovani esploratori; sbaglia o collabora, consciamente o inconsciamente, alla propalazione di una "verità" mendace ed interessata, con i buoni e i cattivi in posizione relativa rispetto ai desiderata dei commissionanti la narrazione di comodo.
</span><span style="font-family: trebuchet;"><span style="color: #050505;">
I due contendenti sono troppo grossi e potenti, e con interessi concorrenti e di portata mondiale, per muoversi all'interno dei confini etici e morali che cerchiamo di far valere a livello individuale. Ciascuno di essi opera cinicamente per mantenere una salda presa su territori e risorse funzionali ai loro interessi.
Dopo la caduta del Muro, e la scomparsa del socialismo reale, gli USA hanno messo a frutto la temporanea debolezza dell'antagonista cingendo i suoi confini sempre più dappresso.
Ora però l'orso russo non è più così debole e certo non può facilmente accettare il completo isolamento che gli stanno costruendo attorno, così come l'aquila americana reagirebbe molto vivacemente se Messico e Canada entrassero a far parte di una sfera d'influenza a lei ostile.
Non mi sembra neanche utile cercare responsabilità in tutto ciò, perché quello che abbiamo sotto gli occhi è un caso di "concorso di colpa" da manuale.<br /></span></span></span></div></div><div data-block="true" data-editor="bs93n" data-offset-key="8i2ng-0-0" style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="8i2ng-0-0" style="direction: ltr; position: relative;"><span data-offset-key="8i2ng-0-0"><span style="font-family: trebuchet;"><br data-text="true" /></span></span></div></div><div data-block="true" data-editor="bs93n" data-offset-key="f7jhn-0-0" style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="f7jhn-0-0" style="direction: ltr; position: relative;"><span data-offset-key="f7jhn-0-0"><span style="font-family: trebuchet;">L'Ucraina, ovvero la causa di comodo che sta dietro il confronto globale, ha sempre paventato un ritorno russo e si è sempre adoperata per tirarsi addosso la coperta atlantica; nel farlo non ha mai smesso di provocare il vicino ex sovietico, per avvalorare le sue richieste a fronte di una minaccia russa che lei stessa rinfocolava.</span></span></div></div><div data-block="true" data-editor="bs93n" data-offset-key="7g34a-0-0" style="background-color: white; white-space: pre-wrap;"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="7g34a-0-0" style="color: #050505; direction: ltr; position: relative;"><span data-offset-key="7g34a-0-0"><span style="font-family: trebuchet; font-size: 15px;">Nel frattempo ha pensato bene di consegnarsi in mano ad una cricca neonazista che, da sola, avrebbe dovuto decretarne l'isolamento, se i valori che tutti dicono di difendere non fossero, come invece è, totalmente eclissati dagli interessi geopolitici, dell'una e dell'altra parte.</span></span></div><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="7g34a-0-0" style="color: #050505; direction: ltr; position: relative;"><span data-offset-key="7g34a-0-0"><span style="font-family: trebuchet; font-size: 15px;"><br /></span></span></div><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="7g34a-0-0" style="color: #050505; direction: ltr; position: relative;"><span data-offset-key="7g34a-0-0"><span style="font-family: trebuchet; font-size: 15px;">Ora che la Russia ha rotto gli indugi:
<ul style="text-align: left;"><li><span data-offset-key="7g34a-0-0"><span style="font-family: trebuchet; font-size: 15px;">l'Occidente si accorge che Zar Vladimiro I, piccolo padre di tutte le Russie, è venuto a vedere il bluff, da bravo e gelido politicante di alto rango;</span></span></li><li><span data-offset-key="7g34a-0-0"><span style="font-family: trebuchet; font-size: 15px;">Biden non ha che due strade: abbozzare accettando il fatto compiuto pur dietro la faccia feroce di sanzioni che dovranno fare i conti con la fame energetica mondiale o precipitare il mondo in un conflitto ad alta tecnologia e letalità;</span></span></li><li><span data-offset-key="7g34a-0-0"><span style="font-family: trebuchet; font-size: 15px;">L'Ucraina ha perso tutto e rimane con un pugno di mosche in mano.
</span></span></li></ul>
L'Europa, in tutto questo, si segnala ancora una volta per inconsistenza politica e per desolante assenza di autonomia. Comunque vada saranno l'Europa e gli europei a pagare il prezzo più salato del confronto in atto, come peraltro sta già avvenendo a livello economico, e vorrei ricordare, già che ci siamo, che un'Europa prostrata e priva di coesione e capacità decisionale è esattamente negli interessi sia russi che americani, che certo non vogliono che un mercato vasto e remunerativo possa decidere in autonomia delle proprie sorti.
Qui siamo tutti chiamati a schierarci con un guelfo o un ghibellino e chi, come me, li schifa ambedue viene trattato come un irresoluto opportunista.
Quel flautato gesuita di Letta ci fa sapere che:</span></span></div><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="7g34a-0-0" style="color: #050505; direction: ltr; position: relative;"><span data-offset-key="7g34a-0-0"><span style="font-family: trebuchet; font-size: 15px;"><br /></span></span></div><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="7g34a-0-0" style="direction: ltr; position: relative;"><span data-offset-key="7g34a-0-0"><span style="font-family: trebuchet; font-size: 15px;"><blockquote><b><i><span style="color: #2b00fe;">"I comodi terzismi sono stati spenti dalle bombe di Putin.
Ora è o di qua o di là"</span></i></b></blockquote><span style="color: #050505;">Parli per sé questo servo. Siamo in molti a non essere né di qua né di là. Noi siamo altrove, in un posto dove già siamo costretti a subire, figuriamoci se vogliamo anche collaborare.
</span></span></span></div></div><div data-block="true" data-editor="bs93n" data-offset-key="8i2la-0-0" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;"></div>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-86439022099783739952021-12-18T11:24:00.001+01:002021-12-18T11:24:19.780+01:00 Ma quanto scrivi<p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjLjPsJV3KLnRY1ycjkZydqp8-_udqJ_Fk-KCuE1PFlv07M09RR3y_4dyc1BnWxLWdcq5VM2g8VWwuQ9mG9jh3vqFlbgFL_JGv7cM4BtpDEihyu6mxC2-1lLILIn5msYQUeDweYWSdzqF5Nh3Mbjm3xk9ozPoWdAEjEKIdXKvbYQWgwyEZP2uRtkTRh=s640" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="517" data-original-width="640" height="324" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjLjPsJV3KLnRY1ycjkZydqp8-_udqJ_Fk-KCuE1PFlv07M09RR3y_4dyc1BnWxLWdcq5VM2g8VWwuQ9mG9jh3vqFlbgFL_JGv7cM4BtpDEihyu6mxC2-1lLILIn5msYQUeDweYWSdzqF5Nh3Mbjm3xk9ozPoWdAEjEKIdXKvbYQWgwyEZP2uRtkTRh=w400-h324" width="400" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;"><br />Non mi sono mai adattato allo stile sintetico che, secondo alcuni, sarebbe l'unico accettabile e funzionale nel contesto "social".<br /></span><span style="font-family: verdana;">Mia figlia in particolare, millennial da manuale, mi rimproverava spesso, in passato, per i miei "muri di parole", anche se ora si è ravveduta, fortunatamente, e spende il numero di parole necessarie quando, appunto, necessario.</span><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Ho imparato molto precocemente che sforzarsi di mettere in forma articolata il proprio pensiero non è solo molto produttivo sul piano strettamente comunicativo, se decidono di ascoltarti ovviamente, ma anche molto efficace ai fini della comprensione intima delle tematiche sulle quali vai ad esprimerti.<br /></span><span style="font-family: verdana;">I nostri pensieri ci appaiono infatti quasi sempre chiarissimi, chiusi nel nostro cervello, ma è un'intuizione il più delle volte fallace.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Mi sono accorto, ad un certo punto, che formalizzare le proprie idee, come se si dovesse comunicarle in forma di lettera ad un amico, obbliga i nostri pensieri sparsi ad assumere una propria organizzazione che fa emergere molto chiaramente contraddizioni o manchevolezze fino a quel momento non percepite, e che lo sforzo compositivo favorisce molto la loro risoluzione.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">E vi sono anche altri vantaggi. Molto frequentemente, infatti, quello sforzo organizzativo propizia la "condensazione" di implicazioni fino a quel momento non percepite, ampliando la comprensione di processi e fornendo una maggior definizione di concetti, soluzioni e conseguenze.<br /></span><span style="font-family: verdana;">E' poi nel momento nel quale si compone quella lettera immaginaria che emerge la convenienza di possedere un lessico adeguatamente ampio, perché la complessità delle idee deve potersi riflettere in un una corrispondente ampiezza del linguaggio.<br /></span><span style="font-family: verdana;">L'utilità di questa pratica espositiva deve però essere completata dalla propria capacità e disposizione a leggere testi complessi, riservando la "telegraficità" alle poche occasioni che la giustificano.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Io ritengo che molti problemi, e non solo relazionali, che oggi ci affliggono derivino proprio dall'eccesso di stringatezza indotta dai canoni espositivi social, mutuati da un criterio sviluppato in un ambito pubblicitario che privilegia l'emozione rispetto alla razionalità, ma che rinuncia anche a svilupparla quell'emozione, sostituendola con calembour molto raramente geniali, e più frequentemente banali e costruiti su una mortificante convenzionalità, piuttosto superficiale, che privilegia una comunicazione implicita e scontata e che, perciò, necessita di una solida base di "pensiero unico", banalizzato e codificato.<br /><br />Penso che un riflesso evidente di questo stato di cose sia individuabile nel successo di frasette fatte, che divengono frequentemente quegli intercalari ossessivamente ripetuti che infiorettano spesso il nostro eloquio ed i nostri post: "ma anche no", "chiedo per un amico", "tanta roba" e via elencando.<br />Tutte formule che potevano avere un loro significato, presto disperso e diluito nell'eccesso di utilizzo, con criteri modaioli e costanti spostamenti di significato, che le rendono un linguaggio simbolico comune... il più delle volte frainteso.<br /><br />Mi piacerebbe poter verificare chi è arrivato fino a questo punto del mio componimento, probabilmente pochi, e tra di loro il più delle volte parenti ed amici, che mi conoscono e mi sopportano.<br />Comunque sia io continuerò ad essere prolisso perché, come ho scritto, se anche non comunico, perlomeno emergo dal cimento con le idee più chiare.</span></p>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-37357920092218227442021-11-27T14:44:00.001+01:002021-11-27T14:44:45.910+01:00 Mi casa es su casa<p><span style="font-family: verdana;">L'ambiente dei social, Facebook in particolare, non favorisce certo l'interazione pacata e rispettosa delle sensibilità del proprio interlocutore. <br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEit4DGCYqxwbF5jLucuXD8gF8erY1yJDTGq4JLCasA_XhvRnb_BfZC7d7GSH9l5LsV9mwFtZucMV2KFf24rk8J6QS2Q3HTHGa-XNdTVizxhdDp6Y2ynvtWAw8Xyl-5aPJ6pB70kE4-doI0/s613/dito+medio.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="385" data-original-width="613" height="251" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEit4DGCYqxwbF5jLucuXD8gF8erY1yJDTGq4JLCasA_XhvRnb_BfZC7d7GSH9l5LsV9mwFtZucMV2KFf24rk8J6QS2Q3HTHGa-XNdTVizxhdDp6Y2ynvtWAw8Xyl-5aPJ6pB70kE4-doI0/w400-h251/dito+medio.jpg" width="400" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;">La cosa emerge molto chiaramente in occasione di eventi particolari, come avviene al momento con le feroci polemiche che avvelenano le relazioni tra i no-tutto ed il resto del mondo (con i no-tutto in netta, ma rumorosa e petulante minoranza).</span><p></p><p><span style="font-family: verdana;"><br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Non si tratta certo di una peculiarità del tempo pandemico però. E' sotto gli occhi di tutti l'assertività aggressiva che immancabilmente si dispiega in ogni possibile polarizzazione, per quanto risibile e ininfluente questa possa essere, si tratti di politica (destra o sinistra), scelta della macchina fotografica (Nikon o Canon) o personal computer (Apple o resto del mondo).</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">I riprovevoli tassi di aggressività e mancanza di rispetto, che emergono assiduamente e senza alcuna vergogna, devono per forza corrispondere a qualche disposizione d'animo che rivela un profondo malessere, una concezione dei rapporti umani e sociali sofferente ed improntata ad un individualismo difensivo che vede in ogni parere o scelta differente dalle proprie una minaccia e una negazione della propria individualità, un sabotaggio irricevibile di una parvenza di sicurezza che necessita di un accurato isolamento dai dati di realtà per mantenersi in piedi.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Credo che sia la modalità virtuale a favorire questa attitudine alla violenza relazionale, dato che l'interazione mediata da una tastiera, dunque priva di ogni fisicità, induce molte persone a prodursi in atteggiamenti altamente deprecabili, vuoi per pura e semplice viltà, dato che non corri certo il rischio di pagare la tua arroganza con un naso rotto o un occhio pesto, o anche solo di affrontare un cipiglio offeso, sia perché non si riesce ad interiorizzare che dietro un nome o un nickname "dipinto" sullo schermo sta una vita vera. Un po' quello che accade al pilota da bombardamento, che non riesce a credere veramente che la bomba che sta sganciando tormenterà "quelle formichine" distanti.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">In genere io evito di andare su pagine di persone sconosciute, e che manifestano opinioni in forte conflitto con le mie, per sbertucciarle od offenderle gratuitamente, anzi evito proprio di interloquire, anche civilmente, perché in fondo sarei un ospite a "casa loro", mentre non manco mai di discutere nei gruppi, che mi sembra esistano per questo. Però, anche in questo caso, evito di andare ad accapigliarmi in ambiente Lega o Casa Pound, per dire di due ambiti che stanno esattamente agli antipodi del mio sistema di valori, a che pro farlo?</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">In questo frangente pandemico tra l'altro evito il confronto con i negazionisti di ogni grado, che siano conoscenti o illustri sconosciuti, perché ho verificato la persistente impossibilità di avere un confronto proficuo con gente che rifiuta il pensiero scientifico per privilegiare quello magico, e indulge nella pratica del cosiddetto “cherry picking” per setacciare i pareri che supportano il proprio pregiudizio, eliminando tutto ciò che lo invaliderebbe, producendosi in “processi logici” fallaci e costruiti su una ignoranza priva di ogni possibilità di riscatto, proprio perché scientemente perseguita.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Non sempre naturalmente, godo della stessa attenzione e cortesia da parte di certi "incursori", che periodicamente rilasciano le loro trascurabili opinioni, vestite da cazzotto nello stomaco.<br /></span><span style="font-family: verdana;">Non è che mi disturbi un'opinione contraria, anche molto ferma, però pretendo che sia motivata e urbana nell'esposizione.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Spesso, quando mi lamento della loro intolleranza, questi soggetti mi rispondono con un'argomentazione classica, e per questo di una banalità deprimente.<br /></span><span style="font-family: verdana;">Se non vuoi essere contraddetto, mi dicono, evita di postare con privacy "pubblica".</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Ora, egregi signori, ma anche molte poco gentili signore, spiegatemi una cosa: ma voi, quando entrate in casa di qualcuno, tra l'altro non un amico o conoscente bensì un perfetto sconosciuto, esordite con qualche memorabile perla tipo "ma che tappezzeria di merda che hai messo", e magari mettete i piedi sul tavolo e scorreggiate liberamente, ruttando, in soprammercato, in faccia al vostro anfitrione? Perché se è così sono incommensurabilmente lieto di vivere su di un pianeta diverso, che è però purtroppo ben collegato col vostro.</span></p><div><br /></div>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-6539654246783489032021-10-07T11:48:00.003+02:002021-10-07T11:48:50.325+02:00Quella sciacquetta di Greta<p><br /><span style="font-family: verdana;"><b>Greta </b>sta facendo la fine della Pulzella d'Orleans.<br /></span><span style="font-family: verdana;">Verrà bruciata sul rogo, e le fascine di legna le stanno portando da destra e da sinistra.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirQFtLfwbijxfnfKCECb2I2DeNgV7wnVNuNkZvfn2-4vaM5yJhLjFGnt5cxxZ4d7km0KwS5mHXCmWUAkNY-zC7spv2f820NPTgmtk4sJg9jPwQaBxmrl3lRkwjQPQP3bqVh2Qt2rkLXOk/s907/Greta+Giovanna+d%2527Arco.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="907" height="339" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirQFtLfwbijxfnfKCECb2I2DeNgV7wnVNuNkZvfn2-4vaM5yJhLjFGnt5cxxZ4d7km0KwS5mHXCmWUAkNY-zC7spv2f820NPTgmtk4sJg9jPwQaBxmrl3lRkwjQPQP3bqVh2Qt2rkLXOk/w400-h339/Greta+Giovanna+d%2527Arco.jpg" width="400" /></a></div><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Della destra non me ne occupo, ma la sinistra, ambito nel quale la pulsione a prendere la testa del corteo ed esercitare la tetrapilocromia dottrinale è insopprimibile, è "<i>casa mia</i>" e vedo che tra di noi Greta sta sulle palle a molti.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">La canzoncina che cantano i <i>frati trappisti</i> del pensiero rivoluzionario è che la "<i>signorina è strumentalizzata</i>", collusa coi poteri forti, viaggia su barca in resina e col motore diesel.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Beh sì, usa spesso un mezzo poco ecologico, ma ce ne sono di peggiori e, anzi, di politicamente corretti a ben vedere non ce ne sono proprio, perché se ti vuoi spostare e ti confronti con i professionisti del pelo nell'uovo non ti salvi neanche se ti muovi a piedi, dato che ti verrebbe probabilmente rimproverato di calzare snickers in sintetico confezionate da minori pachistani o calzature in cuoio a spese di qualche animale.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">La ragazza, si dice, è sostenuta dal mainstream, dunque è merce avariata da cui tenersi alla larga.<br /></span><span style="font-family: verdana;">La "ragazza", comunque, ha cominciato tutta sola, davanti alla sua scuola, senza che nessuno se la filasse, fino a quando qualche giornalista locale ha pensato che valesse un articolo di costume, di quelli da proporre quando non succede nulla.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Inopinatamente il fenomeno si è allargato, tra i suoi coetanei più che altro, quelli che dovranno convivere, più di noi che siamo già grandi, con gli effetti di un'economia dissipativa e irresponsabile, ed o</span><span style="font-family: verdana;">ra è un fenomeno mondiale. <br /><br />Il dissesto climatico è negato da sempre meno persone, e tra di loro molti lo fanno più che altro d'ufficio, perché hanno da spremere altro profitto da comportamenti suicidi.<br />Il problema climatico ed ambientale è, dunque e finalmente, all'ordine del giorno, anche in parte grazie a Greta, ma non possiamo certo addebitare alla "Sciaquetta d'Orleans" il fatto che vi siano anche robusti interessi dietro.<br /><br />L'ambientalismo è, anche e purtroppo, l'occasione di fare buoni affari e questa è una implicazione con la quale Greta non c'entra. Più che fare gli spocchiosi con lei dovremmo vigilare che gli ecologisti per interesse e convenienza non combinino guai.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Che il fenomeno Greta sia stato colonizzato da informazione e robusti interessi non è, purtroppo, agevolmente negabile, ma è una conseguenza inevitabile della raggiunta centralità dell'argomento.<br /></span><span style="font-family: verdana;">L'eroica ragazzina è diventata un leit motiv, volgarizzato e attentamente disinnescato nella sua componente più radicale, cosa che ha disgustato i professionisti del dissenso.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">A me, per esempio, non è piaciuto lo spezzone video del "bla bla bla" perché l'hanno banalizzato fino a renderlo controproducente, e l'atteggiamento un po' scostante di una che ha la sindrome di Asperger, non conquista molte simpatie, ma Greta, nel bene e nel male, ha iniziato qualcosa, e s</span><span style="font-family: verdana;">ì, certo, qualcuno sta cercando di edulcorare la cosa, ma la colpa non è di Greta, è di chi sta brigando dietro le quinte, e chi ci spiega quanto è stronza Greta, forse farebbe meglio a stanare i manovratori occulti.<br /><br /><br />Fino a prova contraria quella sciacquetta di Greta ha fatto, per l'ambiente e per tutti noi, molto più dei suoi cipigliosi critici di sinistra.</span></p>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-15075518518133027412021-10-02T14:39:00.000+02:002021-10-02T14:39:20.258+02:00Cercasi lieto fine... disperatamente.<p style="border: none; font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 141%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.42cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-f_ixzksm7PCIxnJKTpmFi6kyxV2z4VPHC_K51xsmjCSTrg18XgOgLD2sbuqqL70YBUi6qI1lzY4bxrgEx8RltgnBj5_IlIxOya2mCpivJnT9UCJmmhQSpsVySu-v6oShFHduRK7Cjv4/s700/Alternativa+del+diavolo2..jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="506" data-original-width="700" height="289" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-f_ixzksm7PCIxnJKTpmFi6kyxV2z4VPHC_K51xsmjCSTrg18XgOgLD2sbuqqL70YBUi6qI1lzY4bxrgEx8RltgnBj5_IlIxOya2mCpivJnT9UCJmmhQSpsVySu-v6oShFHduRK7Cjv4/w400-h289/Alternativa+del+diavolo2..jpg" width="400" /></a></div><span style="color: #1c1e21; font-family: verdana;">Oggi, alla vigilia di una tornata di elezioni amministrative che potrebbero fornire alla destra del Paese l'appiglio per pretendere elezioni politiche anticipate, o quantomeno i necessari presupposti per condizionare l'azione del governo in carica, di suo già piuttosto suscettibile di farsi orientare, i</span><span style="color: #1c1e21; font-family: verdana;">l
mio pensiero corre agli anni appena trascorsi, nei quali ho raccolto
infinite patenti di </span><i style="color: #1c1e21; font-family: verdana;">ingenuità politica</i><span style="color: #1c1e21; font-family: verdana;"> e di </span><i style="color: #1c1e21; font-family: verdana;">movimentismo irresponsabile</i><span style="color: #1c1e21; font-family: verdana;">, con varie e sprezzanti
etichettature che andavano da </span><i style="color: #1c1e21; font-family: verdana;">pseudorivoluzionario nostalgico</i><span style="color: #1c1e21; font-family: verdana;">,
in odore di </span><i style="color: #1c1e21; font-family: verdana;">pentademenza </i><span style="color: #1c1e21; font-family: verdana;">(cosa che mi indispettiva
particolarmente, per la mia supposta contiguità coi fivestars) a </span><i style="color: #1c1e21; font-family: verdana;">sostanziale supporter della destra arrembante</i><span style="color: #1c1e21; font-family: verdana;">, per
stigmatizzare il mio tignoso disgusto per il processo di transizione
del </span><i style="color: #1c1e21; font-family: verdana;">fu grande partito della sinistra italiana</i><span style="color: #1c1e21; font-family: verdana;"> nel campo del
neoliberismo.</span><p></p>
<p style="border: none; line-height: 141%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.42cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #1c1e21;"><span style="font-family: verdana;"><br />Quelle
critiche, anzi sentenze, provenivano dal mio côté politico,
soprattutto dai miei ex compagni sessantottini. </span></span><span style="color: #1c1e21; font-family: verdana;"> <br />Non
tutti, fortunatamente, solo quelli usciti per una </span><span style="color: #1c1e21; font-family: verdana;"><i>ragazzata
protestataria</i> </span><span style="color: #1c1e21; font-family: verdana;">dalla loro classe di elezione alto-borghese, per
rientravi</span><span style="color: #1c1e21; font-family: verdana;">, beninteso,</span><span style="color: #1c1e21; font-family: verdana;"> subito dopo lo spegnimento del sacro fuoco rivoluzionario, ma con quella leggera mano di vernice rossa, sempre più sbiadita e
screpolata per i tartufeschi contorcimenti logico-dialettici che
servivano loro per rimanere </span><span style="color: #1c1e21; font-family: verdana;">on the sunny side of the street</span><span style="color: #1c1e21; font-family: verdana;">,
rivendicando però il diritto/dovere di smerdare chi turbava il loro
pacifico, e gesuitico, adattamento.</span></p>
<p style="border: none; font-style: normal; line-height: 141%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.42cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #1c1e21;"><span style="font-family: verdana;">Erano
rampolli dell’alta borghesia condannati per diritto di nascita, per così dire, ad una fulgida
riuscita nella vita, qualunque cosa facessero, o quasi. <br />Non erano numerosi quanto eravamo
noi poveri <b style="font-weight: normal;">peones</b>, tutti più o meno rimasti nella modesta
nicchia della classe d’origine, ma risaltavano meglio.</span></span></p>
<p style="border: none; font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 141%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.42cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #1c1e21;"><span style="font-family: verdana;">Torme
di propagandisti del qualunquismo da maggioranza silenziosa si sono
liberamente servite delle loro <i>conversioni ad “u” </i>per
alimentare l’implacabile controrivoluzione conservatrice che lo
sterilizzò quel ‘68, un fenomeno cui sono felice di aver
partecipato, che tante ragnatele tolse alle strutture della nostra
società, e che tanto fece, collegandosi alle lotte operaie, per una
stagione di avanzamento dei diritti dei lavoratori, quelli poi
distrutti, da Treu a scendere, dai <i>compagni ragionevoli</i> della <i>sinistra </i>di governo.</span></span></p>
<p style="border: none; line-height: 141%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.42cm; orphans: 2; padding: 0cm; widows: 2;">
<span style="color: #1c1e21;"><span style="font-family: verdana;">Tra
di loro c’è anche qualcuno che, come me, proviene dalla base della
piramide sociale, senza radiosi futuri garantiti, individui che in
questi anni sono stati particolarmente aggressivi nell’appioppare
le etichette di cui più sopra, con la solerzia tipica del <i>parvenu</i>
in arrampicata, perché alla fine non c’è <b style="font-style: normal; font-weight: normal;">cane peggiore</b>
di quello che vuole far scordare di essere stato un lupo.<br /><br />La loro rivendicatissima ragionevolezza, cui il massimalismo onanistico degli atomi sparsi della sinistra radicale non ha fatto nemmeno il solletico, ha coltivato accuratamente le condizioni che hanno portato la destra neo e post fascista a divenire il prevedibile futuro, ferale, del nostro disgraziato Paese.<br /><br />La cosiddetta "sinistra di governo" edulcorando la sostanza e l'identità stessa della sua origine politica, fino a compiere la sua completa trasmutazione liberista, ha creato un vuoto che, in quanto tale, è stato immediatamente riempito ed occupato da qualcosa o qualcuno che ha sempre interpretato meglio la natura centrista e conservatrice, rispetto al nuovo arrivato.<br /><br />E' al PD, ed ai suoi cespuglietti funzionalmente parascissionisti che dobbiamo la nascita e l'affermazione dei neo-giacobini pentastellati, che hanno raccolto il risentimento della gente, salvo poi disperderlo per incapacità politica e tare metodologiche congenite. Ed è sempre alla sedicente sinistra di governo che dobbiamo il tasso di ambiguità che ha consentito alla Lega di rappresentare, in potenza, un terzo dell'elettorato, limitata e poi mortificata nel suo successo solo dalla tracotanza autolesionista del suo capo politico, superato infatti a destra dai nipotini del Duce, pronti ad esprimere il prossimo governo e la prossima Primo Ministro, in quella che dovrebbe essere la repubblica nata dalla Resistenza.<br /><br />La dinamica politica di questo Paese è mutilata, monca di una componente necessaria, senza la quale la democrazia diventa un fatto recitato e privo di reale sostanza.<br /><br />C'è, nella galleria tassonomica politica una nicchia vuota, quella della sinistra, e stiamo avviandoci a pagarne il prezzo.</span></span></p>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-49779268422156743642021-10-01T15:46:00.004+02:002021-10-02T12:19:18.778+02:00Quando diritto e giustizia hanno percorsi separati.<p><br /></p><p><span style="background-color: white; color: #222222;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvvwqWI6OwdswNnCtrRbU0VVVUfOstmhf9B24DriEoxqrrkjsJM5seuVvZbilhoONRufHXXKUGIvN3dRA3B05eSAIyDbM-qjwK9LUYlDdFzopcAwU_UP3KdUrSQUgYuX1feBk4mDXGhdk/s1024/diritto+e+giustizia.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvvwqWI6OwdswNnCtrRbU0VVVUfOstmhf9B24DriEoxqrrkjsJM5seuVvZbilhoONRufHXXKUGIvN3dRA3B05eSAIyDbM-qjwK9LUYlDdFzopcAwU_UP3KdUrSQUgYuX1feBk4mDXGhdk/w377-h280/diritto+e+giustizia.jpg" width="377" /></a></div></div><span style="background-color: white;"><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: left;"><b>Mimmo Lucano</b> è stato condannato a 13 anni e 2 mesi di carcere.</div> <div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: verdana;">I</span>l dispositivo (per la sentenza dovremo aspettare mesi) certifica che Lucano non ha favorito l’immigrazione clandestina, mentre l’accusa di aver organizzato “<i>matrimoni di comodo tra cittadini riacesi e donne straniere al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano</i>” è stata ritirata dai PM.</div></span><span style="font-family: verdana;"><br />La condanna è dunque stata comminata per punire i reati contro la pubblica amministrazione, la pubblica fede e il patrimonio, ovvero: associazione per delinquere finalizzata a “<i>commettere un numero indeterminato di delitti</i>”, falso in atto pubblico e in certificato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, abuso d’ufficio e peculato.<br /><br />Messa giù così suona malissimo, e non incidentalmente, come sospetto.<br /><br /></span><span style="font-family: verdana;">Parrebbe quindi che non sia stato condannato per aver violato una legge voluta da Lega e Alleanza Nazionale per creare un reato, prima inesistente, al solo scopo di respingere i profughi che arrivano alle nostre frontiere, in </span><span style="font-family: verdana;">un impianto di diritto xenofobo intrinsecamente anticostituzionale</span><span style="font-family: verdana;">.<br /></span><span style="font-family: verdana;">È stato condannato, con suprema ipocrisia, per i mezzi e gli escamotage da lui impiegati per offrire a quei poveri disgraziati qualche prospettiva, aggirando gli ostacoli pretestuosi inventati dalla parte destra dell'emiciclo parlamentare.</span></span><p></p><p><span style="background-color: white; font-family: verdana;">In pratica è stato comunque condannato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ma in modo ellittico e presentandolo come "truffatore", come si è subito premurato di sottolineare quel rodomonte privo di umana dignità di Capitan Mojito, che adombra certezze di vantaggi personali, per Lucano, del tutto smentite dai fatti. </span></p><div dir="auto"><span style="background-color: white; font-family: verdana;">La strada percorsa dal collegio giudicante, peraltro, ha consentito di moltiplicare le pene minime previste dai reati contestati fino a triplicarne la consistenza, cosa che ha suscitato ben più di una perplessità tra gli addetti ai lavori.<br /><br />In un certo senso il paradigma è speculare a quello che ha assolto Dell'Utri per la vicenda della trattativa Stato-mafia. In quel caso l'esponente forzista è stato coinvolto in un fatto accertato, che è stato dichiarato "reato" solo in riferimento ai capi mafiosi coinvolti. Nella vicenda di Mimmo Lucano il reato principale non è contestabile, dunque lo si condanna per altro.<br /><br />Io sento un forte odore di bruciato, non so voi. </span></div><div dir="auto"><span style="background-color: white; font-family: verdana;"><br /></span></div><div dir="auto"><span style="background-color: white; font-family: verdana;">La questione è sempre la stessa, dalle leggi razziali a scendere: una cosa può essere illegale, ma anche e contemporaneamente giusta e degna, perché diritto e giustizia non camminano sempre insieme.</span></div><div dir="auto"><span style="background-color: white; font-family: verdana;"><br /></span></div><div dir="auto"><span style="background-color: white; font-family: verdana;">Apartheid, schiavitù e colonialismo sono aberrazioni che hanno goduto dei crismi della legalità, ma le leggi che le autorizzavano erano una forzatura, la formalizzazione di un sentire che autorizzava comportamenti inumani e puniva chi ne confutava la legittimità.<br /><br />Se domani dovesse essere dichiarato illegale prestare opera di volontariato, settore nel quale sono impegnato, e dovessi scegliere tra la mia coscienza e la legge, dovrei diventare un "fuorilegge" per sopportare la faccia nello specchio che vedo ogni mattina.</span></div>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-32540436211869900012021-03-26T01:51:00.001+01:002021-03-26T01:51:37.230+01:00Discutere porta a capire?<p><span style="color: #050505;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #050505;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYozfmWuXWPugj6mSFD28FrDbaTYHnJ0d8LE5Z4ze41qlJQslkk1uBrja5qHKSuBn5fxtVTZRQv5NnYmuJ_Q_sPQNZhWCcYmDovhV1Tjepe2PzuxiVaxv093-71tkm4elRBeP03YmvX8c/s560/discussione1-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="241" data-original-width="560" height="173" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYozfmWuXWPugj6mSFD28FrDbaTYHnJ0d8LE5Z4ze41qlJQslkk1uBrja5qHKSuBn5fxtVTZRQv5NnYmuJ_Q_sPQNZhWCcYmDovhV1Tjepe2PzuxiVaxv093-71tkm4elRBeP03YmvX8c/w400-h173/discussione1-1.jpg" width="400" /></a></span></div><span style="color: #050505;"><br /><span style="letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;"><br /></span></span><p></p><p><span style="color: #050505;"><span style="letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">Mi è sempre piaciuto discutere e confrontarmi, è una cosa che apre la mente.
</span></span><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">Sono cresciuto in una famiglia nella quale si discuteva sempre e di tutto.
</span><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">Mio padre era talmente appagato da una buona discussione, da giungere al punto di cambiare la propria posizione, più o meno radicalmente, quando vedeva che il raggiungimento di un punto di convergenza rischiava di farla morire "<i>troppo presto</i>".</span></p><p><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">A casa mia dunque discutevamo molto, sempre, e quando non discutevamo litigavamo parecchio. </span><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">Una volta un mio compagno di classe, israelita, dopo un pomeriggio di domenica passato nel raggio d'azione della mia famiglia mi chiese se ero proprio sicuro che non fossimo ebrei.
</span><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">Mi disse, con divertita ironia, che aveva rilevato molti aspetti di una tipica disputa talmudica e che il tono corrosivo che spesso emergeva gli ricordava certi anziani saggi della sua comunità, taglienti nel linguaggio e implacabili nel giudizio.</span></p><p><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">Siccome però quando si litigava poi restavano molte cicatrici, con poco costrutto peraltro, ho mantenuto il gusto della discussione, ma non quello del litigio, ragione per la quale limito i contrasti allo stretto necessario e solo se sono in gioco elementi che a mio parere li giustifichino.</span></p><p><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">Mi sta benissimo discutere, mi è perfino necessario, e mia moglie è talvolta esasperata per questa mia passione, però posso accettare di aggirarmi nel proverbiale "</span><b style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;"><i>campo delle cento pertiche</i></b><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">" - modo di dire milanese applicabile alle discussioni su un un argomento, condotte senza venirne mai a capo - solo quando non ci sono di mezzo situazioni drammatiche e se le determinazioni che vengono focalizzate non hanno conseguenze dannose per sé e per gli altri.</span></p><p><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">L'emergenza che stiamo vivendo è crudamente drammatica e ben al di fuori di quasi tutto ciò che, collettivamente, abbiamo vissuto in precedenza, a meno che non si sia abbastanza anziani, o sfortunati, da aver vissuto durante la guerra. </span></p><p><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">Ha colto la gran parte di noi assai impreparata intellettualmente ed emotivamente e la nostra resistenza morale è stressata e talvolta boccheggiante, prima per la fatica di imparare a gestire un assetto inaspettato, ed ora per il protrarsi, che qualcuno improvvidamente aveva escluso potesse verificarsi, di un'emergenza globale.</span></p><p><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">Le persone sono a rischio, e muoiono. La gente affronta un'emergenza per la quale non ha un patrimonio esperienziale da cui trarre conforto e orientamento e se ha faticato a comprendere la necessità di contrastare l'istinto che porta gli essere sociali a raggrupparsi nei momenti di pericolo, oggi lo capisce ancora meno, presa com'è tra fabbriche ed uffici che non hanno mai chiuso, attività commerciali che pretendono di far finta di nulla e cultori del pensiero magico, convinti che a loro non capiterà mai nulla e che tutto, morti, ospedali in crisi e strascichi invalidanti siano "</span><b style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;"><i>menzogne</i></b><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">" al servizio di fantasiosi complotti.</span></p><p><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">Non appena gli indici cominciano a segnare qualche miglioramento ci si comporta come se il pericolo fosse passato, come una tempesta sfogata, e si pongono le premesse per ondate rese ancora più insidiose dall'insorgenza di perfide "</span><b style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;"><i>mutazioni</i></b><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">" virali.</span></p><p><span style="color: #050505;"><span style="letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">La disponibilità, recente e peraltro molto avventurosa, di vaccini non ha ancora risolto la situazione, però in compenso ha fornito copioso carburante alla macchina inesauribile della complotteria di ogni tipo, affiancata dalle più incredibili professioni di ignoranza vestite di presunta sapienza, confortata da frettolose letture di concetti inaccessibili, equivocati e assolutamente mal digeriti, che vestono paure ataviche e pregiudizio di una pseudoscienza che sta alla sapienza come il teatro kabuki sta al</span></span><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">la vita vera.</span></p><p><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">Tutti abbiamo la responsabilità di attuare comportamenti adeguati e di saper vedere la situazione da un punto di vista molto più ampio della nostra individualità, però molti non riescono a farlo, e c'è anche gente che non ha neppure alcuna intenzione di provarci.</span></p><p><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">Mi piace discutere, ma odio reggere il sacco a chi si dimostra inadeguato. </span></p><p><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">Gli inutili complottisti, gli sciacalli politici, quelli che non capiscono che non è solo il loro prezioso culo ad essere a rischio.
</span><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">Gli osservatori di ombelico, i relativisti delle regole, inderogabili per tutti tranne che per sé stessi. I laureati all'università della vita, che spiegano minuziosamente qualcosa che, non sapendone nulla, hanno disastrosamente equivocato.
</span><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">Quelli che per scaricare il loro terrore nevrotizzano gli altri, gli psicopatici che propalano bufale, insomma tutti quelli che "</span><b style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;"><i>remano contro</i></b><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">", per difetto personale o per consapevole sociopatia.</span></p><p><span style="color: #050505; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">Ho revocato amicizie e bloccato gente come se dovessi vincere una scommessa, e anche fuori di questo mondo virtuale, nella vita reale, mi sono accorto da tempo che non sarò così impaziente di riallacciare proprio con tutti, quando emergeremo, perché emergeremo, dai nostri rifugi domiciliari e dalle nostre vite col freno a mano tirato.</span></p><p><span style="color: #050505; font-family: inherit; letter-spacing: -0.41px; white-space: pre-wrap;">
</span></p>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-40726194482791934142021-03-22T19:46:00.001+01:002021-03-22T19:49:06.988+01:00Colpire il giusto bersaglio<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAhdUQJNcql-BJYiu_lW4lh5-PVCKMKW2O1Fp4mFQXKUwVC9xtY-Tr-FcmJKJ55pEFZ1nihlkjMGU1kTojBqk-iCT6AsLpG3KsTG9vHTQZqoMjMXDg2szk-Ka7Yee-g0WvjHJU12rqBUE/s275/bersaglio-fallito.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="184" data-original-width="275" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAhdUQJNcql-BJYiu_lW4lh5-PVCKMKW2O1Fp4mFQXKUwVC9xtY-Tr-FcmJKJ55pEFZ1nihlkjMGU1kTojBqk-iCT6AsLpG3KsTG9vHTQZqoMjMXDg2szk-Ka7Yee-g0WvjHJU12rqBUE/w320-h214/bersaglio-fallito.jpg" width="320" /></a></div>Ho aderito all'iniziativa in supporto ai lavoratori di <b><i>Amazon </i></b>e mi sono astenuto dall'effettuare acquisti dal suo sito per durata dello sciopero.<br />L'ho fatto perché quei lavoratori sono sottoposti ad un regime indegno, reso possibile a livello globale dalle logiche ultraliberiste che regnano ovunque senza più alcun contrasto, e in particolare facilitate nel nostro paese dall'opera renziana di smantellamento dello Statuto dei Lavoratori, con relativa corsia preferenziale polettiana per il lavoro precario.<p></p><p>La crisi pandemica ha enormemente allargato il giro d'affari dell'e-commerce, gonfiando utili già corposi in partenza, e non vi sono ragioni, che non siano la massimizzazione cinicamente perseguita dei margini a spese delle maestranze, che giustifichino i ritmi imposti e i salari inadeguati erogati.</p><p>Vorrei però chiarire che non sono uno "<b><i>schifatore di Amazon</i></b>" militante; non mi rifiuto a prescindere di comprare prodotti da quel sito e ciò per diverse ragioni.</p><p>In primo luogo non mi basta "<b><i>schifare</i></b>" Amazon perché <b><i>Bezos</i></b> è l'uomo più ricco del mondo. Cercando infatti di essere realmente coerenti con questa chiusura primariamente ideologica, espressa in una forma quasi "<b><i>confessionale</i></b>", dovrei astenermi dall'acquistare quasi qualsiasi cosa di cui necessito, dato che beni e servizi ci vengono resi disponibili per la grande maggioranza dei casi da società, il più delle volte multinazionali, ai cui vertici siedono riccastri altrettanto indecenti.</p><p>Vi è poi da dire che astenersi dal fare acquisti presso Amazon significa il più delle volte rivolgersi alla GDO che di Bezos e della sua Amazon è stata l'antesignana quando, prendendo piede, ha imposto compensi asfittici ai fornitori, condizioni di lavoro difficili ai dipendenti ed ha praticamente desertificato la rete di piccoli e medi esercizi commerciali che nelle nostre città hanno chiuso per essere sostituiti, nei locali lasciati sfitti, da una pletora di agenzie bancarie e immobiliari. Concettualmente non cambia poi molto, mi pare.<br /><br />Quanto è coerente con la virtuosa battaglia di minimizzazione dei guadagni di Bezos un acquisto di frutta sudafricana in un supermarket di proprietà di una multinazionale francese? O di un capo di vestiario cucito da minorenni marocchini o pachistani venduto a soli € 9,99 in qualche punto vendita di una catena presente in ogni centro commerciale della penisola? <br /><br />E' questo un aspetto che dovremmo analizzare un po' meno sbrigativamente di quanto normalmente avviene. L'ostracismo che ci viene istintivo promuovere è produttivo? Fa realmente qualcosa? Incide sulla realtà e sui processi che hanno portato quei colossi ed i loro ricchi proprietari a sistemarsi in cima alla piramide, o sono destinati solo a darci la spuria serenità di un principio ossequiato nella forma, ma senza in realtà nemmeno scalfire il privilegio e lo sfruttamento che vorremmo colpire?<br />Cosa vogliamo fare in definitiva: punire primariamente l'oligarca o promuovere gli interessi dei peones che lo rendono ricco?</p><p>Gli acquisti sui canali e-commerce, come la spesa nei supermercati e la frequentazione dei centri commerciali sono il segno di un cambio di costumi e abitudini che è in funzione di un processo molto complesso che difficilmente potrà essere combattuto con iniziative che non siano altrettanto complesse.<br /><br />Non sono un "<b><i>schifatore di Amazon</i></b>", come dicevo, ma per quanto possibile mi rivolgo a quel canale solo per l'acquisto di prodotti che, in realtà, è diventato difficile reperire agevolmente in altro modo, ed il numero e la tipologia di questi prodotti è in costante aumento, un aspetto da tenere nel debito conto e che dovrebbe farci capire che la strategia di "<b><i>colpire Bezos</i></b>" è inefficace e di retroguardia.<br /><br />Ciò che dovremmo colpire è il quadro normativo che rende possibile al grande capitale di prosperare a spese dei lavoratori, contando su una politica che privilegia <b><i>precarietà </i></b>e <b><i>disoccupazione funzionale</i></b> per tenere le maestranze sotto ricatto ed i livelli salariali al livello più basso possibile.<br /><br />Quello per cui dovremmo lottare è la rinascita di una forma organizzata della sinistra, ora del tutto latitante, che ripristini la tutela dei diritti dei lavoratori, a cominciare proprio dal "diritto al lavoro" costituzionalmente previsto ed oggi totalmente disatteso.<br />Un assetto che difenda realmente salari, diritti ed occupazione sarebbe, per Bezos, un impiccio assai più consistente delle lievi increspature nel flusso dei ricavi generate da una renitenza all'acquisto quasi impraticabile nella pratica, soprattutto in prospettiva.<br /><br />Non comprare Amazon è come tagliare una delle teste dell'Idra capitalista, non fa nulla alle altre, ma in compenso ne genera di nuove. Pensare che punire Bezos basti sottolinea solo l'impotenza di un movimento, peraltro sostanzialmente esistente solo a livello ideale, che non ha la possibilità e la capacità di intervenire nel cuore del problema.<br /><br />Dunque sì, ho aderito allo sciopero degli acquisti, ma la mia è stata più che altro una manifestazione di impotente identità. So che nella migliore delle ipotesi per qualche tempo, forse, ai dipendenti di Amazon verrà riconosciuto qualcosa, il meno possibile, ma che il processo retrostante che li marginalizza non conoscerà altro che una breve sosta, quasi impercettibile.<br /><br />Altrove dovremmo rivolgerci, altro dovremmo fare.</p>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-10152673206310924272021-03-12T10:21:00.002+01:002021-03-12T10:37:45.518+01:00Una volta facevo il tuo lavoro. Ero bravo. (Blade Runner 2049)<p><span style="font-family: trebuchet;"><span style="color: black;"><span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"></span></span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: trebuchet;"><span style="color: black;"><span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGb3cp8GZD_f0X1x1SdLw617z_y9TOxNzqQVGU8ykRMSexo9w6oQHB0Lh86kJ_u_pTSJ7gsdwpfl4F31La4UpWcKIMZ0LuOZ0LdIcs_New7L-DdcYMQ8SgAbiBG7svFY69yqQQnBUWeso/s768/Robot+con+microfono.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="432" data-original-width="768" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGb3cp8GZD_f0X1x1SdLw617z_y9TOxNzqQVGU8ykRMSexo9w6oQHB0Lh86kJ_u_pTSJ7gsdwpfl4F31La4UpWcKIMZ0LuOZ0LdIcs_New7L-DdcYMQ8SgAbiBG7svFY69yqQQnBUWeso/w400-h225/Robot+con+microfono.jpg" width="400" /></a></span></span></span></span></div><span><span style="color: black;"><span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><br /><span style="font-family: Philosopher;">Ho
fatto cenno diverse volte, nei miei post su </span></span></span></span><span style="font-family: Philosopher;"><span style="color: black;"><span><i><b><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Facebook</span></b></i></span></span><span style="color: black;"><span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">,
al fatto che </span></span></span><span style="color: black;"><span><i><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">sistemi
esperti ed intelligenza artificiale</span></i></span></span><span style="color: black;"><span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">
- </span></span></span><span style="color: black;"><span><i><b><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">AI
</span></b></i></span></span><span style="color: black;"><span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">-
stanno assumendo ruoli sempre più vasti e sofisticati nei processi
di produzione di beni e, ancora di più, nella gestione ed erogazione
di servizi.</span></span></span></span></span><p lang="" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Philosopher;"><span>Questo
avviene in ogni campo e molto spesso con modalità talvolta
inavvertibili, tali da configurare un effetto "rana bollita"
che non ci fa percepire compiutamente quanto sta accadendo e quali
conseguenze vi saranno per le nostre vite, soprattutto se non viviamo
di rendita e dobbiamo poter contare su uno stipendio, quindi su
un'occupazione di qualche tipo.<br /></span><br /></span><span style="font-family: Philosopher;">Vi
faccio un piccolo esempio. Produco con una certa frequenza brevi
video - max 20 minuti - per conto dell'</span><a href="http://www.filippoforever.it/nuovo/index.asp" style="font-family: Philosopher;" target="_blank">AssociazioneFilippo Astori OdV</a><span style="font-family: Philosopher;">
di cui sono socio e volontario. Sono piccoli prodotti che confeziono
"in casa", con un editor video che mi consente montaggi di
buon livello, con un'impronta, certo non professionale, ma perlomeno
abbastanza accattivante da eccedere la sensazione di prodotto
amatoriale.</span></p><p lang="" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Philosopher;">Non
ho grosse difficoltà per quanto riguarda la parte visiva; i nostri
volontari ed il direttore dell'orfanotrofio tanzaniano che
supportiamo ci forniscono con grande continuità fotografie e girati
"freschi", la cui amatorialità viene spesso mascherata da
qualche trucchetto di montaggio, e non ho difficoltà neppure nella
stesura dei testi che accompagnano i video, perlomeno fino a quando
non li tramuto in "voce narrante", aspetto nel quale la
povertà dei mezzi di cui dispongo emerge senza veli.</span></p><p lang="" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Philosopher;">All'inizio
ho provato ad auto registrarmi, ma non è così semplice e scontato
conseguire un buon risultato. Ottenere un parlato adeguato, senza
rumori di fondo e con una dinamica del suono decente, fuori di uno
studio di registrazione, spesso con microfoni inadeguati, non è
semplice.</span></p><p lang="" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Philosopher;">Avrei
anche un timbro di voce spendibile, ma, a parte una pesante calata
meneghina che controllo a fatica e con esiti incerti, ho anche un
paio di scheletrati, nel cavo orale, che producono talvolta un
"effetto dentiera" fastidiosissimo.</span></p><p lang="" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Philosopher;">Spesso
il risultato generale dei miei sforzi non è proprio confortante,
comunque non commisurato del tutto con lo sforzo applicato.</span></p><p lang="" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Philosopher;">A
un livello molto superiore al mio l'esigenza di corredare i propri
video con voci narranti viene coperta dal cosiddetto "speakeraggio",
o "voiceover", ovvero dalla prestazione di attori che
spesso campano, tra una produzione e l'altra, proprio di questa
attività.</span></p><p lang="" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Philosopher;">Nel
sito di una società che fornisce questo servizio si legge:</span></p><p align="LEFT" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
</p><blockquote><span style="font-family: Philosopher;"><span><span style="color: black;"><span><span style="font-weight: normal;"><span style="background: transparent;">"</span></span></span></span><span style="color: #004dbb;"><span><i><span style="font-weight: normal;"><span style="background: transparent;">Abbiamo
selezionato i nostri speaker tra i più grandi professionisti
italiani e stranieri. </span></span></i></span></span></span><i style="color: #004dbb;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Veri
e propri talenti della voce che sanno trasformare semplici parole in
vibrazioni capaci di raggiungere il cuore del tuo target, attraverso
sfumature, riflessi e colori capaci di dare al tuo racconto
carattere, intensità, spessore. Non accontentarti di una voce
qualsiasi,scopri tutti i talenti della voce a tua disposizione, trova
la tua voce nazionale o internazionale tra le nostre."</span></i></span></blockquote><i style="color: #004dbb;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Philosopher;"></span></i><p></p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Philosopher;"><span style="color: black;">I
professionisti in questione sono tutti ottimi attori, dotati di
un'eccellente dizione e capaci di trasmettere i messaggi che
interpretano con la corretta carica emozionale, però quel servizio è
costoso, sia per la dotazione tecnica necessaria per il suo
svolgimento, sia per la retribuzione di quelle voci, i cui
proprietari magari non si arricchiranno con i compensi che ottengono,
ma spesso ci apparecchiano le cene, tra una produzione, teatrale o di
altro tipo, e l'altra, mai abbastanza ravvicinate.<br /></span><br /><br />I
piccoli filmaker come me non hanno le risorse per avvalersi di quel
servizio, ma il settore in sé è piuttosto ampio, vale diversi
milioni di fatturato annui... e si appresta a cambiare radicalmente
obbligando, in prospettiva, quegli attori a cercare altre fonti di
reddito.<br /><span style="color: black;"><br /></span></span></p><p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Philosopher;"><span style="color: black;">La
rivoluzione si chiama “</span><span style="color: black;"><i><b>text-to-speech</b></i></span><span style="color: black;">”</span><span style="color: black;">,
ovvero una funzione che prende un testo scritto e lo tramuta,
mediante un'applicazione di intelligenza artificiale, in una voce
sintetizzata, una voce che in qualche modo è già entrata in molte
case, non so se avete presente "</span><span style="color: black;"><i><b>Alexa</b></i></span><span style="color: black;">"
e la sua inquietante capacità di risponderci a tono.<br /></span><br /></span></p><p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Philosopher;">Ebbene
già ora, e per poche decine di Euro, anche i piccoli filmaker come
me possono comprarsi l'accesso permanente ad un servizio "text
to speech" che può produrre qualcosa di più del risultato
robotico, inascoltabile oltre poche frasi, possibile fino a poco
tempo fa.<br /><br /></span></p><p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Philosopher;">Già
ora, in questo preciso momento, curando la punteggiatura e acquisendo
un minimo di confidenza con alcuni consigli di stesura del testo, si
può ottenere una voce narrante limpida e arcanamente espressiva, non
ancora del tutto indistinguibile da una prestazione umana, ma
abbastanza convincente da essere applicata a prodotti come quelli che
confeziono io e, mi sono accorto, già ora diffusamente impiegata in
molti brevi promo pubblicitari, come quelli che introducono i video
su YouTube.</span></p><p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Philosopher;"><br />Qui
propongo un brevissimo video con tre brevi testi recitati da me, con
il mio inadeguato microfono a condensatore, da un sintetizzatore che
sembra tirato fuori da un film di fantascienza degli anni '60 e
infine dall'applicazione online alla quale posso accedere dopo aver
pagato una piccola somma.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="background: transparent; font-family: Philosopher;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dyB26z9Ratji9wbVgjWBRxWf8I3SnyaxF-R-O8pHvc3O2yYa1AdgoMUXJ2eXevQkhz3F5j7aidb01D3XPtrFA' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: Philosopher;"><br /></span></div><p style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Philosopher;"><span style="font-size: medium;"><span style="background: transparent;">Tra
non molto i processi che elaborano la funzione di trasposizione dallo
scritto al parlato si affineranno ancora di più, con la solita
velocità incrementale e travolgente alla quale ci ha abituati la
tecnica informatica, ed il risultato ottenibile potrebbe diventare
appetibile anche per operatori più importanti, togliendo a centinaia
di attori una componente irrinunciabile del proprio reddito.<br /></span></span></span></span><br /><span style="font-family: Philosopher; font-size: large;">Quello
che sta accadendo nel campo dello speakeraggio, il subentro di
sistemi esperti e intelligenza artificiale al lavoro umano, è un
processo molto più diffuso di quanto siamo capaci di percepire nel
complesso, che investe ogni settore merceologico e che configura
pesantissime conseguenze sul piano sociale, economico e culturale, un
vero e proprio terremoto che interviene sulla struttura del lavoro,
mutandola radicalmente e definitivamente, con effetti che non ci
stiamo attrezzando a comprendere con la dovuta attenzione, e che
impattano drammaticamente sulle nostre aspettative e sulla tutela dei
nostri diritti individuali.</span></p><p style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Philosopher; font-size: large;">Si
potrebbe obiettare che il lavoro svolto da un essere umano non potrà
mai essere del tutto rimpiazzato da qualcosa che non potrà mai
eguagliarlo in termini di qualità, flessibilità e capacità
decisionale autonoma, ma non si considerano due fattori.</span></p><p style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Philosopher;"><span style="font-size: medium;"><span style="background: transparent;">Primo:
già ora operatori umani riconducono la loro attività all'interno di
schemi prefissati che non prevedono l'esecuzione di azioni non
preventivate, costituendo queste più un costo che una
soluzione.</span></span></span></span></p><p style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Philosopher; font-size: large;">Secondo: noi in realtà ci siamo sempre adattati di
buon grado alla semplificazione dei processi. Un prodotto di sartoria
sarà sempre superiore, per molti versi, ad una confezione, ma noi
ora ci vestiamo quasi esclusivamente con prodotti industriali perché
più economici, ampiamente diversificati, anche se non certo
personalizzati, e immediatamente disponibili.</span></p><p style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><br /><span style="font-family: Philosopher; font-size: large;">Sotto
l'imperio dell'ottimizzazione dei costi e della massimizzazione dei
profitti, si è imboccata la strada della produzione automatica e
robotizzata non più solo dei beni, ma anche dei servizi. Questo
comporta la progressiva esclusione dell'essere umano dalla loro
produzione, gestione ed erogazione, e questa non è cosa da poco.</span></p><p style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><br /><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Philosopher; font-size: large;">A
parte tutte le possibili e necessarie considerazioni di natura etica
e sociale che comporta la mutazione sociologica in atto, vi è da
considerare che il lavoratore è stato da tempo tramutato prima di
tutto in un “</span><i style="font-family: Philosopher; font-size: large;"><b><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">consumatore”.</span></b></i><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Philosopher; font-size: large;"> Una
volta spogliato della sua veste di “</span><i style="font-family: Philosopher; font-size: large;"><b><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">prestatore
d'opera</span></b></i><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Philosopher; font-size: large;">” e
avviato ad essere relegato nella categoria dei disoccupati o dei
precari sottopagati, come camperà? Come muterà la qualità della
sua vita?</span></p><p style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><br /><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Philosopher; font-size: large;">Vedendola
poi dal punto di vista di chi ha reso possibile, anzi ha perseguito
attivamente, il “</span><i style="font-family: Philosopher; font-size: large;"><b><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">sogno
bagnato</span></b></i><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Philosopher; font-size: large;">”
iperliberista, viene da chiedersi con quale potere d'acquisto potrà
mai quel non più lavoratore sostenere il ruolo di consumatore? E
come starà in piedi un sistema così stupido da segare il ramo su
cui sta appollaiato?</span></p><p style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><br /><span style="font-family: Philosopher; font-size: large;">Senz'altro
quello stupido qualcosa si inventerà, ma dubito fortemente che la
cosa piacerà a chi sta subendo quel processo. Da molto tempo infatti
so che ci sono molti chiodi, ma relativamente pochi martelli.</span></p><br />Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-18915604095843301102021-03-09T14:38:00.004+01:002021-03-09T14:38:37.309+01:00Il passato aumenta e il futuro diminuisce. (H. Murakami)<p><span style="font-family: trebuchet;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: trebuchet;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOK97VM_uPO3-lGKnlVDGjmI2v8t6hs6fqOUOs5d57-h8oGp5llN3qYRXpOIZhlGyljMd07j_AxelTb5GQg7qfenU-PrH9BqxNO0oE3vp1pXNaCjmH5NLsQpeRlPmjiThgAo_mDbpdOco/s630/Movimenot-sardine-roma-630x445.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="630" height="283" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOK97VM_uPO3-lGKnlVDGjmI2v8t6hs6fqOUOs5d57-h8oGp5llN3qYRXpOIZhlGyljMd07j_AxelTb5GQg7qfenU-PrH9BqxNO0oE3vp1pXNaCjmH5NLsQpeRlPmjiThgAo_mDbpdOco/w400-h283/Movimenot-sardine-roma-630x445.jpg" width="400" /></a></span></div><span style="font-family: trebuchet;"><br />Ho recentemente postato su Facebook un <a href="https://www.facebook.com/groups/354702977927893/permalink/4042081735856647/?comment_id=4046374998760654&reply_comment_id=4047208778677276" target="_blank"><i>commento</i> </a>sul "<i><b>presidio</b></i>" dei portavoce delle Sardine al Nazareno, una sorta di soccorso, che si vorrebbe esterno, al recupero di una centralità operativa del PD e del concetto di "<b><i>centrosinistra</i></b>", visto come elemento progressivo della società, mentre è invece del tutto palese che quel partito e quella formula politica si sono fatti araldi e cu</span><span style="font-family: trebuchet;">stodi dell'involuzione liberista e del superamento, che questa comporta, dei canoni della democrazia, rappresentativa o diretta, in favore di criteri oligarchici basati sulla ricchezza, comunque questa viene conseguita.</span><p></p><p><span style="font-family: trebuchet;"><br />Il fenomeno delle "</span><b style="font-family: trebuchet;"><i>sardine</i></b><span style="font-family: trebuchet;">" nacque inaspettatatamente, e altrettanto inopinatamente riuscì a contendere con grande successo a Salvini il monopolio della piazza, smontando con efficacia la sua pretesa di rappresentare la totalità, o giù di lì, del popolo italiano, nientemeno.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />Si trattò di un fenomeno politico di prima grandezza, per quanto non agevolmente catalogabile, che avrebbe meritato, da parte della sinistra radicale quantomeno una seria analisi, mentre invece venne immediatamente e sdegnosamente catalogato come "</span><i style="font-family: trebuchet;"><b>truppa cammellata</b></i><span style="font-family: trebuchet;">" al servizio del PD, e quel presidio fuori del Nazareno sembra aver dimostrato la giustezza del disdegno iniziale, mentre invece si tratta di un esito non necessariamente scontato, ma attivamente facilitato da una diffidenza aprioristica che evidenzia una sostanziale impotenza progettuale.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />Come ho scritto nel mio post,</span><span style="font-family: trebuchet;"> </span><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: trebuchet;">posso anche convenire che <i><b>Mattia Sartori</b></i> sia sempre stato un dem in incognito, ma dato che nel frattempo il Partito Democratico ha continuato ad evaporare, contraendosi progressivamente nel favore elettorale, non credo proprio che quelle migliaia di persone, quelle "</span><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: trebuchet;"><i><span style="font-weight: 600;">sardine</span></i></span><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: trebuchet;">" fossero proprio tutte "</span><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: trebuchet;"><i><span style="font-weight: 600;">organiche al PD</span></i></span><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: trebuchet;">", perché altrimenti ora le cose sarebbero messe diversamente, e il PD non si vedrebbe tallonato da FdI e da questo sopravanzato, secondo il sondaggio trasmesso dal Tg La7 la sera dell'8/3 scorso.<br /></span><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: trebuchet;"><br />Sarebbe valsa la pena di lavorarci un po', ma certo ci sarebbe stato bisogno di una forza di sinistra in grado di intervenire, con una visione ed una strategia, con il desiderio di ascoltare le masse, non di farsi ascoltare da queste.<br /></span><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: trebuchet;">Vi fu invece chiusura totale e aprioristica, ideologicamente ineccepibile, ça va sans dire, dagli stessi che, magari, avevano indugiato su onanistiche considerazioni sulla "</span><b style="background-color: white; color: #050505; font-family: trebuchet;"><i>sostanziale</i></b><span style="font-family: trebuchet;"><span style="color: #050505;"><span style="background-color: white;">" natura di sinistra di M5S.</span></span></span></p><p><span style="font-family: trebuchet;"><span style="color: #050505;"><span style="background-color: white;"><br /></span></span>La verità è che è stata un'occasione persa, e lo è stata prima di tutto perché ciò che esiste a sinistra, in larghissima parte, si aspetta che le "</span><b style="font-family: trebuchet;"><i>masse siano già belle pronte</i></b><span style="font-family: trebuchet;">" ad una chiamata alle armi, partendo dal presupposto che quelle masse siano composte sostanzialmente da "</span><b style="font-family: trebuchet;"><i>attivisti in nuce</i></b><span style="font-family: trebuchet;">" che devono solo essere risvegliati.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />Che la proposta di cui sono latori i numerosi corpuscoli di sinistra rispecchi effettivamente la situazione o costituisca la risposta alle aspettative dei "</span><b style="font-family: trebuchet;"><i>risvegliati</i></b><span style="font-family: trebuchet;">" é il più delle volte un assioma non indagato, perché essendo detentori del giusto pensiero saranno eventualmente, ed opportunamente, le masse a "</span><b style="font-family: trebuchet;"><i>sbagliare</i></b><span style="font-family: trebuchet;">".<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />Latita la capacità di assumersi la responsabilità di includere nella propria analisi tutto ciò che ha reso l'azione politica un esercizio di geometria su di un solido rimasto sulla scansia della storia.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />La fabbrica fordista è cambiata profondamente, ed è prossima a scomparire.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;">La struttura del lavoro è mutata a sua volta profondamente, e conta su quote di intervento umano differenti e in progressiva contrazione.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;">Gli elementi di natura ambientale ed ecologica sono ormai inaggirabili e contraddicono gli elementi base della passata prassi politica, come la difficile convivenza tra diritto alla salute e diritto al lavoro nella città di Taranto dimostra.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />In un quadro così mutato molta sinistra "<b><i>va sul sicuro</i></b>", non affronta le contraddizioni e le sintesi perigliose che ne discendono, e propone battaglie incomprensibili, quando va bene, come fece <b><i>PaP</i></b> proponendo quella sul 41bis, in piena campagna elettorale, con famiglie intere che passavano l'ultima settimana del mese a tirare la cinghia.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />Le Sardine erano una fetta di popolazione che aveva voglia di mobilitarsi, un fenomeno che si credeva estinto. </span><span style="font-family: trebuchet;">Sarebbe valsa la pena di aprire un canale, non di "<b><i>prendere la testa del corteo</i></b>", come pure qualcuno tentò di fare, provocatoriamente però e causando non inaspettati irrigidimenti.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />Non si è fatto però neanche questo, si é deciso che erano tutti dei garbati borghesucci in attesa di tesserarsi col PD. </span><span style="font-family: trebuchet;">Poi è arrivato il <b><i>Covid</i></b>, e la nicchia ecologica del movimento, la piazza, è diventata inagibile.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;">Oggi le Sardine sono solo i loro portavoce, e le inclinazioni personali di questi ultimi non ci dicono e neanche rappresentano molto, in fondo.</span></p><p><span style="font-family: trebuchet;">Sotto al mio post a un certo punto compare questo commento:<br /></span></p><blockquote>"<span style="color: #073763;">.<i>..che ci facciamo con il PD? Io nel 77 ero a Bologna mentre Francesco lo Russo veniva ucciso. Radio Alice, ricordi? Certo che siamo pronti alla chiamata. Se è x questo io sogno una chiamata che mi faccia sentire orgoglioso di essere comunista. Il PD era diventato il mio nemico!! Per un incidente in moto sono disabile a 279 euro al mese. Mi hanno tolto mezzo polmone. Chi mi dava da vivere? La chiesa. C'era anche Casa Pound ma piuttosto morivo di fame. Chi mi ha dato il reddito di cittadinanza? I 5S e la Lega. La Lega porco cazzo!!! I pochi operai rimasti hanno in tasca la tessera CGIL ma votano Lega. Perché?</i></span>"</blockquote><p>Il mio interlocutore è evidentemente ed effettivamente un "<i><b>attivista in quiescenza</b></i>", come me del resto, ma non appartiene ad un esercito numeroso, questo è ciò che non viene compreso dai gruppi dirigenti dei partiti e movimenti comunisti che stanno tutti più o meno quietamente scomparendo, atomizzandosi.<br /><br />Comunque io col PD non ci faccio proprio nulla, poco ma sicuro. Non è più neanche un partito blandamente socialdemocratico; potrei avere la stessa concordanza che ho con Forza Italia, cioè nulla.<br />Non credo neanche che possa mai riscattarsi e tornare sui suoi passi, dato che di occasioni ne ha avute e le ha sempre sdegnosamente rifiutate, contro i suoi stessi interessi peraltro, perlomeno a giudicare dai sondaggi.</p><p></p><p><span style="font-family: trebuchet;">Lega, M5S e quella parte di destra che ama definirsi sociale <b><i>fanno cassa</i></b> elargendo aiuti di cui non vi sarebbe bisogno, se avessero una politica di reale sostegno per il lavoro, i servizi ed il welfare.<br />Non possiamo certo fare a meno del <b><i>Reddito di Cittadinanza</i></b>, proprio nell'anno della paralisi pandemica, ma proporre unicamente sussidi significa perseguire il consenso rinunciando ad incidere sugli assetti che li rendono necessari, mettere un cerotto dove ci sarebbe bisogno di una cura e di una guarigione.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;">Molte persone votano Lega e M5S perché solo da lì arriva loro qualcosa, e non si può rimproverare ai naufraghi di aggrapparsi a tutto ciò che galleggia.<br /><br /></span><span style="font-family: trebuchet;">Quello che la stampa chiama "novello Piano Marshall", quella pioggia di miliardi comunitari che dovrebbero rimetterci in piedi, è ciò che viene spacciato come una sorta di nuovo corso che dovrebbe, traendoci fuori dalle secche pandemiche, anche consentirci di rinnovarci come Paese, finanziando un ammodernamento delle strutture e dei processi che preluderebbe ad una specie di riedizione del "boom economico", sintonizzato sugli imperativi ambientali, visti però come fonte di reddito, non come problemi di conservazione di un habitat vivibile.<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"><br />Quei miliardi sono sottoposti a contropartite di natura organizzativa e strategica, elementi normativi che assicurino la transizione ad un liberismo non più temperato da garanzie costituzionali, un assetto nel quale il profitto prevale, scalzando dal vertice valoriale la preminenza dei diritti individuali, sociali e politici.<br /><br />Questo disegno ha ottime chanches di vittoria, perché non c'è nulla in grado di opporsi che abbia un adeguato peso specifico, e costituisce un bel pezzo di legno cui aggrapparsi, secondo l'immagine dei naufraghi di cui sopra.<br /><br />Le Sardine avrebbero potuto essere un ottimo punto di partenza, un ingresso in un ampio settore di popolazione che non ha un grado elevato di cultura politica, perché allevata nel disprezzo e nella diffidenza nei confronti di ciò che attiene alla politica, o da questa disgustati, da cui l'accentuazione, reiterata e un poco ridicola nella sua ingenuità, di una disposizione antipartitica vagamente grillesca che ha subito irrigidito la sinistra radicale.<br /><br />Un'occasione persa, come dicevo, e proprio quando sarebbe stato particolarmente necessario acchiapparla al volo.</span></p>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-73238979719982940832021-02-26T15:22:00.000+01:002021-02-26T15:22:22.250+01:00M5S è un movimento moderato e liberale, Di Maio dixit!<p></p><div class="separator" style="clear: both; font-family: trebuchet; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7M4DYqc_LeGsYLtJUwb565OZtHGe0WLQuVtb8oEYoXQ4i14u2PsXlNiU5QWYiIh96AJAxvxLvco3ZzOmSBBO3qms6eSl-FhPASAKh-GMXYsHhwn-RZvG38Bf4_87Fktt4_fMEItrwYmA/s1480/M5S+moderato+e+liberale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="740" data-original-width="1480" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7M4DYqc_LeGsYLtJUwb565OZtHGe0WLQuVtb8oEYoXQ4i14u2PsXlNiU5QWYiIh96AJAxvxLvco3ZzOmSBBO3qms6eSl-FhPASAKh-GMXYsHhwn-RZvG38Bf4_87Fktt4_fMEItrwYmA/w400-h200/M5S+moderato+e+liberale.jpg" width="400" /></a></div><br /><span style="font-family: trebuchet;">Certo, lo sapevamo Gigi, non ci cogli certo di sorpresa. Solo voi, nell'ansia di distinguervi e di porvi come fenomeno politico-antipolitico, scartavate come cavalli ombrosi non appena si cercava di inserirvi in una catalogazione che aveva il torto di non convalidare la vostra rivendicazione di unicità fenomenica.<br /><br />Erano quelli i tempi nei quali la solenne corbelleria del superamento del concetto di destra e sinistra veniva buona per fare il pieno di consensi, cosa che poi, nel momento in cui avete dovuto metterci la faccia, è risultata ingestibile e ha causato, giustamente, emorragie "<b>a destra e a sinistra</b>", collocandovi in un "<b>centro</b>", piuttosto smagrito, che nella storia patria è sempre stato coricato più che altro sul lato destro, per questioni di affinità e per autodifesa verso una sinistra tendenzialmente collettivista, e dunque incompatibile con il DNA liberale che avete sempre avuto e che ora rivendicate.<br /><br />Che siate moderati è però cosa recente in verità. Prima eravate quelli della "<b>scatoletta di tonno</b>", i neosanculotti che avrebbero dovuto terremotare le istituzioni e imporre la democrazia diretta dell'<b>uno vale uno</b>.<br />I meno moderati tra di voi, in verità <b>autentici radicali</b> in senso classico, favoleggiavano addirittura di un implicito e immancabile superamento dell'istanza parlamentare, ridotta a ufficio vidimante del prodotto di un volere popolare, mediato da una piattaforma informatica risultata mai adeguata alla bisogna, e in realtà pochissimo frequentata, anche per la fatica tecnica di accedervi.<br /><br />Trovo peraltro indicativo, e non inaspettato, che la gran parte dei vostri sostenitori superstiti pretenda di declinare il termine "<b><i>liberale</i></b>" secondo convenienza, allontanandolo dalle contiguità implicite, inevitabili e storicamente verificate con un pensiero economico che ci ha condotti, nelle sue forme più recenti, sull'orlo del precipizio.<br /><br />Il liberalismo è un pensiero filosofico che, non inaspettatamente, si è fatto politico nel momento storico dell'emersione della borghesia come forza propulsiva della società.<br />Il suo legame funzionale con il liberismo, che ne costituisce la ricaduta economica inevitabile, è implicito in ogni lingua, tranne che in italiano, grazie a Benedetto Croce, che ha creato, con il termine "<b>liberismo</b>", il comodo equivoco dietro al quale ogni "<b>sincero liberale</b>" si nasconde, una distinzione che nel resto del mondo non esiste per nulla.<br /><br />Secondo Croce, che evidentemente voleva rimanere nelle rarefatte sfere del pensiero ideale senza sporcarsi le mani con prosaiche questioni di bottega, <span style="background-color: white; color: #050505; white-space: pre-wrap;">la libertà economica è di rango inferiore rispetto a quella politica.</span></span><p></p><p><span style="font-family: trebuchet;"><span style="background-color: white; color: #050505; white-space: pre-wrap;">Una distinzione piuttosto strumentale, che toglie di torno la necessità di gestire più di un'ambiguità e che, secondo Einaudi, fu una "<b>clamorosa svista del grande filosofo</b>".
</span><br />Che siate diventati moderati è dopotutto un bene, per voi prima di tutto, dato che alla fine il nostro Paese è storicamente poco incline al radicalismo, se non per brevi fiammate, ma è anche genericamente utile a tutti, per fare chiarezza, per collocarvi nella nicchia tassonomica che vi è risultata più congeniale.<br /><br />Che invece siate liberali, non è certo un mistero, e non è neanche questa grande scoperta. Nella vostra pretesa di superamento della dicotomia politica destra/sinistra avete sempre vibrato i vostri colpi più efficaci a sinistra e vi siete accordati più facilmente prima con il lato destro, e poi con un PD che rivendica un posizionamento a sinistra del tutto ridicolo, essendo ormai un partito tra i più liberali che il panorama politico italiano offre.<br /><br />A sinistra, al netto della bella fetta di poverelli privi di reale autonomia di pensiero che vi concupiva per la messe di voti che raccoglievate, non abbiamo mai avuto alcun dubbio circa la vostra reale natura, dunque il <b>coming out</b> dimaiano non ci sconvolge per nulla, come non ci sconvolge la perdurante tendenza che dimostrate nel voler stare di mazzo, a rieditare le parole e i termini che identificano cose, idee e persone al servizio esclusivo della vostra narrazione, con relativa oculata scelta di ciò di cui volete, o meno, assumervi la responsabilità.<br /><br />A tal proposito bisogna proprio che qualcuno ve lo dica: quello del <b>pensiero magico</b>, il mondo che si spiega attraverso le proprie personali teorizzazioni e stando lontani dal riscontro reale, è un tratto infantile, e il movimento sta uscendo dall'infanzia per entrare in un'adolescenza che sarà ovviamente difficile, come si conviene a quello stadio evolutivo.<br /><br />Dunque fatevi coraggio come potete, ma non pretendete che proprio tutti si abbeverino alle vostre convenienti interpretazioni.</span></p><p><span style="font-family: trebuchet;"><br /></span></p><p><br /></p>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-50211839136367278362021-01-15T17:36:00.000+01:002021-01-15T17:36:27.157+01:00Il puzzone fiorentino<p><span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: trebuchet;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYFsiGHNdnF2mieGLm0gI0Ji8Lrc-bZtHr6aVFr8whuIcpUwh1eGb0EOiCCJRRUBmVpFkaKVCbKk8jQI7xO4uzEQPMIoDmSV7etMw73S5-SrMihRGa4See0nBTyjBWzIvxLY2I3LOsxCA/s413/PD-DC.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="374" data-original-width="413" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYFsiGHNdnF2mieGLm0gI0Ji8Lrc-bZtHr6aVFr8whuIcpUwh1eGb0EOiCCJRRUBmVpFkaKVCbKk8jQI7xO4uzEQPMIoDmSV7etMw73S5-SrMihRGa4See0nBTyjBWzIvxLY2I3LOsxCA/s320/PD-DC.jpg" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: trebuchet;">Sono
stato membro, fino a un paio di anni fa, di un <b><i>gruppo FB</i></b> che si
richiama, nell'onomastica e nell'orientamento politico nominale, che per
alcuni componenti nel frattempo è slittato molto sensibilmente verso un
"<b><i>centro ragionevole</i></b>", all'esperienza del <i><b>Movimento
Studentesco</b></i> milanese, formazione politica nella quale militai in gioventù, in
quella che fu per me un'esperienza intensissima e molto formativa.</span><p></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #050505; font-family: trebuchet;">Fui
invitato in quel gruppo da un compagno col quale avevo condiviso la
militanza, e la mia partecipazione, come quella di molti altri
membri, ma non di tutti, non fu una semplice adesione ad un "<b><i>club
di reduci</i></b>", guardiani nostalgici di passati fasti, veri o presunti, bensì
un'occasione per rimanere all'interno di un ambito nel quale la consapevolezza del momento</span><span style="color: #050505; font-family: trebuchet;">, grazie al confronto,</span><span style="color: #050505; font-family: trebuchet;"> potesse beneficiarne.</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #050505; font-family: trebuchet;">Mi resi conto però abbastanza alla svelta che avevo peccato </span><span style="color: #050505; font-family: trebuchet;">di ingenuità</span><span style="color: #050505; font-family: trebuchet;">, ancora una
volta e nonostante non fossi certo più un fantolino, dando per scontato che quel gruppo di discussione potesse essere un
luogo d'incontro ove le posizioni, ancorché sostenute con la <b><i>tigna
</i></b>abituale nella sinistra extraparlamentare, avessero uguale dignità e
potessero essere discusse, sopravvivere o venire messe in minoranza,
grazie ad un processo dialettico rigoroso, anche se frequentemente
assertivo.</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #050505; font-family: trebuchet;">Non
era certo quella la situazione che trovai, come verificai abbastanza
alla svelta, dato che ogni discussione veniva sollecitamente "<b><i>calmierata</i></b>"
da una presenza (perlomeno un amministratore, ma con molti
volenterosi fiancheggiatori) che "<b><i>richiamava all'ordine</i></b>", con grande sollecitudine, l'autore di ogni intervento non riconducibile ad una
sorta di "<b><i>linea politica</i></b>" mai esplicitamente dichiarata, e
certamente non coralmente individuata.</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #050505; font-family: trebuchet;">La
strategia adottata per smontare le posizioni meno gradite prevedeva
interventi diversificati, in una sorta di crescendo rossiniano.</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;">Il
primo tipo d'intervento consisteva in richiami assai speciosi, e il
più delle volte ingiustificati, circa la necessità di mantenere un bon ton funzionale alla "<b><i>serenità del confronto</i></b>".</span></span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;">Non
era necessario essere ingiuriosi per essere ritenuti "<b><i>sconvenienti</i></b>",
bastava in realtà essere chiaramente avversi ad una politica dialogante e
possibilista verso la bonomia piddina nei confronti delle
ragioni del centro politico, e diffidenti verso la pratica del
cosiddetto voto utile.</span></span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #050505; font-family: trebuchet;">Se
il richiamato non capiva l'antifona, o decideva di non capirla,
allora si passava alla delegittimazione, in stile "<b><i>Unità che
dichiara Tito nemico di classe</i></b>", con una miserabile scivolata
verso attacchi personali talora piuttosto ridicoli e non di rado del tutto incongrui.</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #050505; font-family: trebuchet;">Se
neanche questo bastava, allora alcuni post o commenti sparivano dalla
circolazione, o perlomeno questo è quello che alcuni hanno
denunciato.</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #050505; font-family: trebuchet;">Nessuno
veniva bannato, ma l'aria diventava alla svelta tanto irrespirabile
che il "<b><i>reprobo</i></b>" alla fine se ne andava, come fece il
sottoscritto, perché cosciente di non avere più alcuna agibilità.</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #050505; font-family: trebuchet;">Vorrei
sottolineare che questa sorta di inquisizione era agita da chi aveva
compiuto una bella e lunga traiettoria nella direzione opposta rispetto agli ideali
giovanili.</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #050505; font-family: trebuchet;">In
questi giorni, nei quali il <b><i>Guappo di Rignano</i></b> manifesta con la solita
arroganza il suo umano narcisismo e la sua politica irresponsabilità,
non posso fare a meno di ricordare con quanto disprezzo, in quel
gruppo, venisse stigmatizzata la mia "<b><i>impoliticità avventurista
e settaria</i></b>" per la mia avversione a Renzi e a tutto ciò che
propugnava, per le mie previsioni, tutte poi inveratesi, e non ci voleva
poi questo grande acume, fino all'epilogo che oggi occupa la
cronaca.</span></p><p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;">Allora pareva che con Renzi si veleggiasse verso il
sol dell'avvenire, mentre invece la barca di cui aveva preso il
comando, sparando fumosità da marchettaro di quart'ordine, aveva già
molte falle nello scafo, enormi buchi beanti dai quali, grazie a lui,
uscivano milioni di voti per imbarcare l'acqua che l'avrebbe portata
a spiaggiare per non affondare, salvata, momentaneamente, solo
dall'emergenza pandemica, che ha consentito ad una dirigenza
generalmente inadeguata di rivendicare una gestione corrente
abbastanza, e inaspettatamente, efficace.<br /><br />Ogni tanto mi capitano sotto gli occhi i post di quel gruppo, e non sono stupito del fatto che:<br /></span></span></p><ol style="text-align: left;"><li><span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;"><span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;">alcuni membri, uno in particolare che fu alto dirigente dell'MS, non facciano più alcun mistero della loro consonanza con Italia dei Valori e il suo repellente capo politico;</span></span></span></span></li><li><span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;"><span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;">molti tra quelli che ai tempi mi rimproverarono più astiosamente per la mia condanna di Renzi e del suo agire, oggi facciano finta di nulla, oppure si affannino a rivendicare un antirenzismo tanto recente e "<b><i>tattico</i></b>" da avere ancora attaccato il cartellino del prezzo.</span></span></span></span></li></ol><p></p><p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;">Io credo non sia più possibile dubitare che il "blairismo", che contagiò l'intera sinistra europea dal '97 in avanti, sia la causa prima della scomparsa dell'identità socialista dal campo della politica, sostituita da entità che, tradendo il favore elettorale ricevuto, abbandonarono la causa dei lavoratori e delle "<i><b>masse popolari</b></i>" per transitare nel campo avverso, quello dell'antagonista di classe, riciclandosi come interlocutore affidabile al solo scopo di perpetuare una presenza, e senza compiere lo sforzo di elaborare compiutamente il fallimento dell'esperienza politica e sociale conosciuta come "<b><i>socialismo reale</i></b>".<br /><br />Chi effettua un salto della quaglia, e il PD fece una bella capriola, in genere è particolarmente determinato ed efferato nel tradire le proprie origini, perché ha un passato da far dimenticare e deve convincere il nuovo referente di meritare una fiducia che questi stenta molto a riconoscergli.<br /><br />Il tradimento e l'opacità del PD sono la causa prima sia della progressione costante delle destre nel paese, non più contrastate da un avversario coerente ed efficace, sia della selezione di una classe dirigente particolarmente impudica nel distruggere 150 anni di lotte sindacali. Quel partito ha portato a compimento tutto ciò che Berlusconi non riuscì mai a finalizzare, una considerazione, questa, che rende il costante incitamento al voto utile per "fermare le destre" una solenne presa per i fondelli. <br /><br />Renzi non è un incidente di percorso, una buccia di banana sulla quale si è rovinosamente scivolati, un "<b><i>estraneo</i></b>" salito a bordo mentre tutti guardavano da un'altra parte, per niente. Renzi è esattamente la logica risultante di un corso politico imboccato per sudditanza intellettuale al nemico di classe.<br /><br />Il Guappo di Rignano si fece largo tra le correnti partitiche con la consueta ferinità cui ci hanno abituati le sorde contese nel gruppo dirigente.<br />Accoltellò alle spalle, idealmente, chi doveva accoltellare, dispensò le sue semplificazioni ammiccanti e falsamente logiche ed ottenne il via libera dal mandarinato imbelle del partito, abbagliato dalla prospettiva di copiosi raccolti elettorali, vincendo primarie molto chiaccherate per le incursioni di improbabili comitive di votanti.<br /><br />A Renzi ed al suo servo Poletti noi siamo "<i><b>debitori</b></i>" dell'ultraliberista <b><i>Job Act</i></b> e della corsia preferenziale che conduce al lavoro precario e sottopagato, a discapito di quello a tempo indeterminato. E' principalmente grazie a loro se oggi i nostri figli non sono in grado di porre in essere un progetto di vita decente ed adeguato.<br /><br />Oggi Renzi è vituperato da tutti, in primis da chi lo vide come l'asso da calare nel momento topico della partita, scoprendo poi che non era di briscola.<br /><br />Io non so come andrà a finire, se vi sarà un Conte Ter, un Draghi 1 oppure l'alba di una stagione neofascista con la Meloni, che nei sondaggi ha quasi raggiunto il PD, che si allea con Salvini; quello che so è che il partito del 40,81% alle Europee del 2014 ha espresso una strategia scadente, incoerente e autolesionista, e che ora addita il "puzzone fiorentino" quale unico responsabile dei guai di cui ha posto le premesse.<br /></span></span></p>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1944174489706232216.post-82683610741356645892021-01-12T19:34:00.001+01:002021-01-12T19:34:32.237+01:00Come può la freccia fare centro se non hai chiaro qual è il bersaglio? (Paulo Coelho)<p><br /><span style="font-family: trebuchet;"><br /></span></p><p><span style="font-family: trebuchet;">Sempre più frequentemente si discute della crescita tumultuosa dell'<b><i>e-commerce</i></b>, e di <b><i>Amazon</i></b> che è la punta di lancia del fenomeno, e lo si fa con crescente disagio, soprattutto a sinistra.</span></p><p><span style="font-family: trebuchet;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: trebuchet;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8L8qP3xxg77mFrHDHHGOX25Dg0YXb5phvf_Dy725WOnKuOC5SeTVd3NcXUaiLuwLsoDlXOTVSJNf8TTq81_wt5vhCr6sWMm9YDVPBtEw6JDmSRD0HrQTrdgxJEHbR3IBXijI8ps4gcNU/s1500/ecommerce.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="620" data-original-width="1500" height="165" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8L8qP3xxg77mFrHDHHGOX25Dg0YXb5phvf_Dy725WOnKuOC5SeTVd3NcXUaiLuwLsoDlXOTVSJNf8TTq81_wt5vhCr6sWMm9YDVPBtEw6JDmSRD0HrQTrdgxJEHbR3IBXijI8ps4gcNU/w400-h165/ecommerce.jpg" width="400" /></a></span></div><span style="font-family: trebuchet;">La sensazione è che si debba reagire in qualche modo, ma io credo che la situazione sia già troppo avanzata, e che dunque non sia agevole comprendere il processo in atto, tanto che il rimedio più comunemente consigliato risulta essere "<b><i>l'astensione</i></b>" dall'acquisto elettronico, in una specie di "<b><i>sciopero</i></b>" autoconvocato e volontaristico, che però a mio parere colpirebbe prima chi nell'universo Amazon ci lavora, seppure in condizioni paraschiavistiche, che l'azionariato del colosso multinazionale.<br /><br /><b><i>Jeff Bezos</i></b> dorme tranquillo. Sa di fornire un servizio di successo e, per varie ragioni, sa di avere il coltello dalla parte del manico, come sa che questo "sciopero" rimarrà un fenomeno ristretto che, al massimo, gli offrirà l'opportunità di trattare un pochino peggio lavoratori che già sono in condizioni marginali.<br /><br />La mia "scandalosa" valutazione sopra esposta mi frutta, il più delle volte e inevitabilmente, cocenti accuse di revisionismo e tradimento dalla parte politica, la sinistra, cui appartengo fin dalla mia lontana adolescenza. </span><p></p><p><span style="font-family: trebuchet;">Quando ciò non avviene la rabbiosa condanna viene sostituita da dolenti considerazioni, come quella di una mia amica che mi scrive, in un commento:<br /></span><span style="font-family: trebuchet;"></span></p><blockquote><span style="color: #3d85c6;">"qualcosa
si deve fare, non so cosa. Io su Amazon non ho comprato mai nulla
sino ad ora"</span></blockquote><p></p><p><span style="color: #050505; font-family: trebuchet;">Qualcosa
si deve fare certamente, ma si tratta di iniziative che non possono
concretarsi e funzionare fuori da un ambito politico organizzato, che
però non esiste, perlomeno con caratteristiche che vadano oltre la
dimensione di stretta, e inefficace, testimonianza, quale è quello
della sinistra odierna.</span></p><p>
</p><p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;">La
semplice astensione dagli acquisti non può funzionare, ma anche
funzionasse in realtà colpirebbe, come ho già detto, prima gli ipersfruttati lavoratori
di Amazon et similia che Bezos, o chi per lui.</span></span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;">Una
difficoltà aggiuntiva sta nel fatto che si tratta di multinazionali
che operano su scala mondiale, hanno dimensioni mostruose e godono di
posizioni commerciali dominanti, che si stanno avviando in molti casi
verso assetti <b><i>monopolistici</i></b>.</span></span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;">Il
loro potere contrattuale è fortissimo, e possono aggirare con
relativa facilità le normative nazionali dei vari mercati, dunque la
risposta deve essere altrettanto sovrannazionale, e nella situazione
in cui siamo è più facile che quella risposta sia di tipo liberista - libero
mercato e potere "<b><i>calmierante</i></b>" della concorrenza - che non
puntare sul recupero dei diritti dei lavoratori e tutela del salario, e si tratterebbe dunque di una risposta che contiene in sé il germe del male che si vorrebbe curare.</span></span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;">L'accento
posto dagli ambienti della sinistra sembra più attestato sul
contrasto a priori e su basi ideologiche del soggetto multinazionale
in quanto personificazione del "<b><i>demoniaco antagonista</i></b>", e
non primariamente sulle implicazioni di quel tipo di commercio per la
clientela e i dipendenti.</span></span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;">E'
un approccio che chiama a raccolta una platea identitaria che non ha
alcun bisogno di essere convinta e che va alla carica a prescindere,
senza ulteriori analisi e rimanendo su parametri operativi ampiamente
sorpassati dalla mutazione genetica degli assetti del lavoro nel XXI
secolo, e a giudicare dai risultati elettorali, qui da noi e altrove,
si tratta di una sparuta pattuglia che non sposta nulla.</span></span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;">Intanto
l'e-commerce diventa un fenomeno sempre più rilevante. Il <b style="font-style: italic;">Covid </b>ne ha
pompato la crescita, ma non ha fatto una reale differenza, sul medio
termine. L'e-commerce ha semplicemente ricevuto una spinta aggiuntiva dalla paralisi delle rete di vendita tradizionale che stava già soppiantando.</span></span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;">Con
la stessa identica dinamica e per le stesse identiche ragioni il
commercio elettronico si sta fumando la GDO, esattamente come la GDO
si è fumata i negozi e le catene, che non potevano competere a
livello di costi operativi ed economie di scala. </span></span></p><p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;">La GDO cercò di
reagire dilatando orari e giorni di apertura, nonché imponendo al
personale precariato, stipendi bassi e azzeramento di diritti e
tutele, ma è una battaglia persa, imperando la deregulation di fatto
che vige.</span></span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;">Personalmente
ricorro all'e-commerce solo quando il prodotto che cerco è
indisponibile presso i canali tradizionali, ciò significa che
acquisto presso negozi, ma il più delle volte, come fanno tutti, e
ragioniamo su questo per favore, il canale cui ricorro più frequentemente è quello
di supermercati e centri commerciali, il che, come ho già detto
altrove, concettualmente non è diverso dall'acquistare ciò che ti
serve seduto davanti a una tastiera.</span></span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #050505;"><span style="font-family: trebuchet;">Dato
poi che ho una certa dimestichezza, seppure appannata, con la
componentistica informatica, se devo acquistare una scheda o un
device qualsiasi, considerato che i negozi al dettaglio sono spariti e i pochi superstiti si sono riposizionati su servizi "chiavi in mano"
(il PC su misura, l'assistenza tecnica, la manutenzione) vado
direttamente su Amazon, perché non ho alternative, e questo si sta
verificando anche per prodotti meno "<i><b>tecnici</b></i>" ed esotici, come può
testimoniare chiunque abbia cercato recentemente di acquistare
semplicissime spolette di cotone da cucito presso scomparse mercerie.<br /><br />C'è un effetto paradossale nel capitalismo, che spesso non teniamo nel dovuto conto. Il liberista "da manuale" è un operatore che teorizza il <b><i>libero mercato</i></b>, un'astrazione irrealistica secondo la quale:</span></span></p><p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: #3d85c6; font-family: trebuchet;"></span></p><blockquote><span style="color: #3d85c6;"><span style="font-family: trebuchet;">"i prezzi di beni e servizi </span><span style="font-family: trebuchet;"><span>sono
raggiunti esclusivamente dalla mutua interazione di venditori e
acquirenti i quali,</span><span> per definizione, non si
forzano o ingannano a vicenda, né sono forzati da una terza parte."</span></span></span></blockquote><span style="font-family: trebuchet;"><span style="color: #202122;"><span></span></span></span><p></p><p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="font-family: trebuchet;"><span><span style="color: #202122;">Il libero mercato sarebbe dunque un contesto nel quale gli effetti aggregati delle decisioni dei singoli sono descritti
dalle leggi </span><span style="background-color: white;"><span style="color: #0b0080;">della domanda e dell'offerta. </span> Ottimo!<br /><br />Ciò potrebbe anche essere vero, in via teorica e nel proverbiale, e inesistente, "<i><b>mondo perfetto</b></i>" di cui ciarlano gli economisti quando si impancano a maestri di vita, ma sta di fatto che questo schema è quello rivendicato dai piccoli operatori che si affacciano sul mercato... puntando a divenire abbastanza grossi da imporre un regime monopolistico di fatto, ma non di rado anche de iure, direttamente o implicitamente, in grado di distruggere l'edificante definizione di libero mercato sopra riportata, minimizzare l'influenza dell'acquirente e amplificare al massimo quella del venditore, cioè la loro.<br /><br />Per fare in modo che ciò avvenga bisogna che la famigerata "<b><i>terza parte</i></b>" non possa intervenire in alcun modo. Chi impersona questa "terza parte"? Ebbene vi sono perlomeno due attori possibili: uno, di natura privata e associazionista, è il sindacato, il quale interviene nei rapporti tra parte datoriale e maestranze, in ordine alle problematiche economiche e normative del rapporto di lavoro, l'altro è lo Stato, che emana leggi che disciplinano lo scenario operativo nel quale l'impresa opera, stabilendo obblighi, limiti e criteri operativi.<br /><br />La marcia trionfale del <b><i>plutocratico </i></b>Jeff Bezos, e dei suoi consimili, verso un potere assoluto e soffocante, che si realizzerà non appena quel "libero mercato" verrà definitivamente sterilizzato, può essere contrastata solo dal risveglio di un sentimento di classe che riunisca i lavoratori, monadi disperse dalla sterilizzazione di 150 anni di lotte operaie, in un'istanza organizzata che rivendichi i propri calpestatissimi diritti ed obblighi l'entità statale, che al momento favorisce la parte imprenditoriale in molti e spudorati modi, a imporre un quadro legislativo che contenga efficacemente l'arroganza dei <b><i>padroni del vapore</i></b>.<br /><br />In assenza di questo risveglio, e non è cosa da poco inverarlo, fare lo "sciopero dell'acquisto" ci potrà dare la sensazione di fare qualcosa, ma senza che questo, in realtà, serva a qualcosa.<br /><br />Come dico spesso, nella tassonomia delle categorie politiche la nicchia con la dicitura "sinistra" rimane ostinatamente vuota, oppure occupata da minuscole simulazioni, notevoli per inanità ed autoreferenzialità. Se non torniamo a riempirla con qualcosa di efficace, vitale e consapevole dei processi storici nel frattempo compiuti, Bezos e i suoi simili faranno ori, carte, primiera, settebello e un bel pezzo di napola.<br /><br /><br /></span></span></span></p><p></p><p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 11pt;">
</span></span>
</p><p>
</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: trebuchet;"><br />
</span></p><br /><p></p>Roberto Rizzardihttp://www.blogger.com/profile/03039605901216528931noreply@blogger.com0