domenica 22 novembre 2015

Un futuro grilliano ci attende.

Non credo sia un mistero il fatto che non nutro nei confronti di M5S aspettative di segno positivo. Le ragioni della mia diffidenza sono di natura eminentemente politica e vanno un pochino oltre gli aspetti di coerenza fin qui rivendicata (dimostrata?) dal movimento.

Quello che intendo è che, al di fuori della puntuale condanna del malcostume e oltre gli esercizi di "presentabilità" morale, non riesco a intravedere un programma che vada oltre la sconfitta dell'orrido PD, peraltro necessaria.   

Inoltre il mantra del superamento di "destra e sinistra", insieme ad alcuni discutibili, a mio parere, pronunciamenti positivi nei confronti di Casa Pound e certe esternazioni su mafia e fenomeno profughi confliggono irreparabilmente con il mio personale sistema di valori.
Date queste premesse, la comune aspirazione ad un maggior rigore etico e morale nella cosa pubblica non basta a farmi superare questa distonia.

Detto questo io semplicemente credo che il profilo e l'esperienza professionale, sia di Grillo che di Casaleggio, abbiano loro consentito di attenuare in maniera determinante la cattiva stampa che, almeno inizialmente, accolse il movimento, fino a riuscire addirittura a ribaltare la situazione e a creare un vero e proprio fenomeno mediatico di straordinario successo.

E' quella che, con un termine caricato di un'aura negativa, ma non per questo tecnicamente inesatto, possiamo definire una manipolazione ben riuscita, e il fatto che i pifferai che vennero per suonare alla fine furono suonati non aggiunge altro che una nota di beffarda soddisfazione.

Un ulteriore successo propagandistico è costituito dal fatto che il movimento si è messo lucidamente nella condizione di non poter influire su nulla, dato che non ha i numeri per farlo e che si guarda bene dallo stringere alleanze (avendo in questo buon gioco), riuscendo a far passare questa perseguita impotenza quale elemento di discriminazione a suo danno.

Il movimento, intendiamoci, è effettivamente discriminato ma questo, nonostante il vittimismo attivamente sbandierato, è voluto e profondamente funzionale alla strategia politica grilliana, la quale si sta dimostrando straordinariamente efficace (grazie anche all'attiva collaborazione di un PD sempre più inqualificabile).

Il problema naturalmente, è che date le condizioni e le scelte attuate, questa impotenza è prima di tutto una logica conseguenza di scelte strategiche espresse dalla conduzione politica grilliana. Una scelta avveduta sotto il profilo propagandistico. Il PD si avvita nel suo male incurabile, il centrodestra cerca di coagularsi con istanze che rimangono intrinsecamente localistiche per cercare di recuperare antichi fasti, M5S rifulge stagliandosi sullo sfondo del “sol dell’avvenir”, unica speranza, intonsa, illibata e virtuosa.

Il movimento denuncia, e ha molte occasioni per farlo, attua comportamenti lucrosamente spendibili sul piano del consenso - autotassazione e lavoro duro nelle commissioni per esempio - ma nulla che abbia anche solo un vago sapore di strutturale e consolidato. Perché? Ma perché non lo fanno lavorare, che diamine! (già sentita questa) 

Credo che non siano necessarie doti divinatorie per prospettare per tutte le prossime tornate elettorali, amministrative e politiche, una concreta possibilità che M5S arrivi a conseguire voti bastanti a consegnargli la responsabilità di governare.

Quando ciò avverrà, e avverrà, vedremo se la mia convinzione che nel movimento non vi sia nulla che non sia mera tattica e coltivazione del dissenso verrà, o meno, confermata. 

I miei amici e conoscenti pentastellati provano nei miei confronti sentimenti che vanno dal compatimento fino al disappunto, con occasionali punte di disprezzo, e mi obiettano che, con tutto il mio criticare, io non sono in grado di dare uno straccio di risposta.

Per il momento è proprio così, ma a breve potrebbe magari cambiare qualcosa. Non è d’altra parte che una risposta qualsiasi sia necessariamente quella giusta e tra l’altro, tecnicamente, una “non risposta” è a tutti gli effetti una risposta di tipo non positivo.

La gamma di scelte non è molto ampia e neppure allettante. In Italia il numero di astenuti è sul punto di superare quello degli elettori e la carnevalesca sceneggiata della defenestrazione di Marino ha senz’altro convinto molti altri a prendere le distanze da una politica ammalata.

Il fatto che quello degli astenuti sia il primo "partito" italiano mi dice che le mie considerazioni non sono poi così peregrine.