martedì 2 aprile 2013

Il viale del tramonto


Il migliorista Napolitano, a dispetto dei peana sulla sua grandezza di manovratore e stratega, si avvita in una spirale discendente di pragmatismo controproducente.   Monti, governo tecnico, i 10 saggi, tutto passa per essere una sagace capacità di contemperare i problemi interni con le aspettative internazionali. Solo che, data la prevalenza assegnata a queste ultime, i problemi interni non sono stati risolti, mentre i nordici rigoristi europei  sono solo stati rintuzzati, ma con sospettosità vieppiù incarognita.
Il buon Renzi si prepara a scendere in campo, con tutte le critiche alla sua spregiudicatezza “larghintesista” azzerate dalla "gravità" del momento.
L'immarcescibile Berlusconi continua a curare i propri interessi personali (alla faccia di chi l'ha votato) e mantiene intatto il suo potere d'interdizione.
La simpaticissima Lombardi (la supplente di matematica, come l'ha definita Enrico Vaime) ed il continuamente ritrattante Crimi eseguono volenterosamente i compitini che un Grillo intollerante e sospettoso affida loro. I troll (perché evidentemente il dissenso non può che provenire dalla quinta colonna) danno libero sfogo alla delusione ed al rammarico.

Probabilmente il PDL e l'anima dalemiana dello sconfortato PD si daranno il bacio appassionato e catastrofico della morte, alla fine. Ma, con buona pace di Grillo, non era scritto negli astri che dovesse finire così, solo che a Beppe e a Gianroberto fa gioco e allora "tanto peggio, tanto meglio". L'unica cosa che potevo riconoscere al movimento era che non aveva un passato imbarazzante, ma a questo vi sta velocemente ponendo riparo. A dispetto delle intenzioni per fare vaccate basta rimanere un po' sul mercato.


Bersani avrebbe potuto andare a vedere il bluff di Grillo dicendogli: "ok, ci arrendiamo, vai avanti tu, ti votiamo la fiducia e tutte le leggi che ci piaceranno", ma non è andata così e sono più che sicuro che, se anche fosse successo, M5S avrebbe rifiutato. Governare è pericoloso, ti rovina lo scintillante pedigree che ti sei costruito e poi bisognava far avverare la predizione dell'inciucio. Avrebbe potuto e dovuto andare diversamente, ma oramai è fatta. Siamo nel guano e ci resteremo.



Una parte del PD, è innegabile, ha fatto di tutto per sprofondare la sinistra nel mare di fango che è stata la politica degli ultimi venti anni, ma la parte che avrebbe potuto fare la differenza è stata messa in condizioni di non poter agire, e tra chi ha creato le condizioni perché ciò avvenisse c'è proprio il fantastico duo, quello che telecomanda con leninista pugno di ferro il movimento dei focosi moralizzatori. Non saranno gli unici responsabili, ma certo sono stati quelli giusti al momento giusto. Il PD e Bersani pagheranno per gli errori di D`Alema e compagni, ma più di tutti pagheremo noi. M5S, di certo, si è giocato un buon numero di voti, ne raccatterà altri, non voglio neanche sapere dove, oppure ci sarà chi voterà turandosi il naso (a proposito, benvenuti).

Io ritengo che la generalità degli elettori PD abbia riconosciuto (o stia riconoscendo) di non aver saputo contrastare una dirigenza, cinica e manovriera, che aveva perso l'anima.    Penso anche che, alle ultime elezioni, abbia pensato di riconoscere nella conduzione Bersani l'occasione di marginalizzare, finalmente, quella componente "spregiudicata" che tanti errori e strategie fallimentari ha saputo inanellare.  Ciò  purtroppo non è avvenuto e ho già detto quanto M5S abbia propiziato questo esito che, però, è stato ancor più predisposto dagli incresciosi atteggiamenti passati del PD.
Quello che intendo dire è che, in quanto elettore del PD, mi assumo la responsabilità di non aver fatto abbastanza per dire a certi compagni e amici "grazie, non abbiamo più bisogno, vi faremo sapere", e penso di non essere isolato in questo. Bisogna, alla fine di tutto, sapersi assumere le proprie responsabilità.   M5S, d'altra parte, ha fatto la sua irruzione. Per il momento, ha solo sfasciato e non mostra di avere alcuna strategia, alcuna "road map". Bene, cari "cittadini", fatevi questa scampagnata, abbeverate i cavalli nella fontana di Trevi, divertitevi. Quanto agli elettori del movimento, quelli che manifestano perlomeno qualche perplessità (gli altri sono ancora in preda a splendidi orgasmi), preparatevi ad assumervi le "vostre" di responsabilità, che saranno altrettanto pesanti.

I “cittadini” di M5S nutrono la presuntuosa convinzione di essere i soli a capire cosa non va, e qualcuno lo proclama pure con puntuta arroganza. Vogliono cambiare tutto, ma al di là di dichiarazioni massimaliste non hanno ancora espresso un cammino credibile ed organico. Tutto, al momento e a quanto pare, deve passare dal bagno purificatore di una "rivoluzione" immaginata e non ben esplicitata, o dalla tignosa noncuranza dei disposti costituzionali e della prassi parlamentare.
Non hanno consentito la nascita di alcun governo e, a dispetto di dichiarazioni al momento indimostrabili, sarebbero inorriditi se li avessero incaricati di formarne uno. Si nascondono dietro la coerenza, in sé ammirevole, con le loro dichiarazioni pre-elettorali. Solo che quelle furono concepite in vista di un risultato corposo ma non così buono come quello conseguito. Una presenza rilevante, ma non determinante, avrebbe loro consentito di fare le pulci alla casta senza però infarinarsi come il proverbiale frequentatore di mulini. Invece sono diventati troppo grossi, quel programma non è più adeguato e la loro coerenza è diventata immediatamente insipienza.

Uno dei grossi problemi del centralismo democratico di stampo leninista, a cui li sta sottoponendo l'ira di un Grillo che non riesce a concepire il dissenso, è giustappunto la scarsa adattabilità, che riflette quella della dirigenza. Capisco come questa caratteristica possa, visti i tempi, generare diffidenza, ma bisognerebbe pur sforzarsi di trovare un equilibrio.


Il PDL continua a perorare gli interessi del proprio proprietario, vestendoli con la solita arroganza ed ipocrisia come interessi del paese, ed interponendoli tra questi ed una qualsivoglia soluzione. Il PD, stressato dalle tensioni interne sempre più emergenti, non vuole cedere a delle larghe intese che sarebbero solo il definitivo suggello del cancro che ha distrutto la credibilità della politica italiana.   M5S non intende consentire che si verifichi altro che la previsione grillina dell'inciucio finale e, per questo, picchia di più sul PD che su altri, intravvedendo in quest'ultimo l'unico pericoloso competitor.

Esistono i problemi del paese, sono grossi e avrebbero bisogno di serietà, competenza e buona volontà, poi c'è il panorama politico italiano. Le due cose, al momento, non si incontrano.


Vanitas vanitatum et omnia vanitas”  (Ecclesiaste 1,2)



2 commenti:

  1. Con l'ultima frase concretizzi tutto il post, il ragionamento sottostante, il problema e anche la soluzione... spettacolo!
    Quelli che elenchi sono persone, situazioni, pensieri e punti di vista non solo vecchi e logori ma di fatto responsabili dell'attuale situazione (non solo nel nostro paese) e non possono incontrarsi con la soluzione.
    E' come svolgere un problema matematico, provi molte strade per risolverlo e ogni volta sai che se non funzionano è perchè hai sbagliato il ragionamento... così è oggi.
    Provano a mettere insieme quello che hanno senza capire che è quello che non hanno che risolverebbe il problema.
    L'onnipotenza poi ti impedisce di vedere oltre te stesso e così sembra non esserci fine al caos.

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    1. Hai ragione, soprattutto quando dici che è quello che non hanno che potrebbe risolvere i problemi.
      Hai ragione anche sull'ultima frase, è una sintesi. Tutto quello che precede non è tanto un'analisi, è frustrazione allo stato puro, dovevo farla uscire.

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Ti ringrazio per aver voluto esprimere un commento.