domenica 19 marzo 2017

Sono incazzato e implacabile, e tanto vi deve bastare

Per molti versi M5S mi ricorda il Partito Radicale a conduzione pannelliana. 
Stessa carica antisistema, stessa implacabile denuncia dei privilegi e puntuale individuazione del fenomeno casta, identica enfasi sui diritti civili, anche allora slegati dal contesto politico e sociale come se il tutto non discendesse dai rapporti tra le classi, e identica indefinitezza politica che celava una propensione, poi emersa insieme ad un pragmatismo indecoroso, verso visioni più liberiste che socialdemocratiche. 

Il PR si ritagliò una funzione da vero e proprio grillo parlante, condannando la propria azione politica al ristretto campo della testimonianza e della denuncia.

Alla gente piaceva perché Pannella le cantava chiare, ma allora i partiti tradizionali non erano ancora scesi agli infimi livelli di credibilità odierna e dunque il gradimento non si tramutava in consenso elettorale.
Quando il PR riuscì a fare la differenza, con le epocali battaglie per l'aborto e il divorzio, fu solo grazie all'azione comune con partiti fino a poco tempo prima inesorabilmente stigmatizzati quale parte di quel sistema così violentemente condannato, e tornati subito dopo tra gli infami reprobi.

Magari non è lecito sovrapporre più di tanto il PR a M5S, ma le meritorie denunce, ancorché necessarie, mi sembrano confinate in un ambito tattico.  
La cosa poteva andare bene con il PR, partito minuscolo e senza troppe ambizioni, mentre mi sembra poco adeguato a quello che pare essere, a seconda dei sondaggi, il primo partito d'Italia e dunque deputato a governare, soprattutto se conseguirà il premio di maggioranza, frammento superstite indecente di una legge elettorale deprecabile.

Testimonianza e denuncia vanno benissimo, ma non bastano neanche per cominciare ad assumersi la responsabilità di governare, figuriamoci se ci si pone l'obiettivo formale di bonificare lo scenario.

Si, perché a tutt'oggi  non è possibile individuare da nessuna parte un programma organico di governo pentastellato.   Noi non sappiamo realmente cosa faranno in settori come il lavoro, l'istruzione, la difesa, l'immigrazione e tutto il resto.  Pare che bastino virtù e spirito di servizio, il resto, come l'intendenza napoleonica, seguirà, o forse, anzi certamente, no    È quello che sta avvenendo a Roma, mi risulta, con i risultati, striminziti, fin qui conseguiti e una giunta mai completamente e stabilmente definita. 

Intanto l'unica volta che il movimento ha provato a prendere posizione su una cosuccia come l'immigrazione sono esplose tutte le contraddizioni derivanti dalla suprema corbelleria del superamento di destra e sinistra.
Si, perché quelle categorie non sono semplicemente una dislocazione negli scranni parlamentari, e neanche banale araldica, sono differenti, e incompatibili, sistemi di interpretazione di fatti e fenomeni, con relative reciprocamente escludenti soluzioni a corredo.


Nel frattempo emergono contraddizioni e magre figure ostinatamente snobbate da un popolo pentastellato osannante e tanto indulgente coi propri campioni quanto intransigente con tutti gli altri.

Già ai tempi dell'incontro Grillo/Renzi, richiesto dagli iscritti e digerito assai malamente da Grillo, che infatti lo fece scientemente naufragare, si era capito che la democrazia partecipata e dal basso era accettabile solo se perfettamente coincidente con la visione del detentore del brand, ma la grottesca vicenda delle comunarie genovesi, insieme all'efficientissimo sistema immunitario che espelle ogni possibile voce discordante senza dibattito e col sistema della delegittimazione morale del dissidente, hanno definitivamente evidenziato che tra la narrazione del uno vale uno e la pratica gestionale di stampo leninista corre una bella differenza.   
Ricordiamoci sempre che stiamo parlando di qualcuno che propone instancabilmente l'instaurazione del vincolo di mandato, in aperta contraddizione con quella Costituzione che sostengono di aver difeso il 4 dicembre, mentre desideravano solo impallinare Renzi.

Oddio, si tratta di un'evidenza per tutti, tranne che per i supporter grilliani i quali, con una struttura mentale da "mamma del bullo", quella che individua colpe e responsabilità in tutti, tranne nell'adorato figliolo, accolgono le critiche con costernata incredulità e sembrano pensare che per il bene superiore si possano anche accettare alcune sbavature.     E manco si rendono conto di quanto questo modo di pensare sia vecchio, consunto e ampiamente screditato.

D'altra parte è difficile sostenere laicamente un dibattito con chi ha trovato perfettamente naturale la tesi difensiva del Beppe nazionale nella faccenda degli articoli del suo blog, il quale si chiama www.beppegrillo.it , accoglie le posizioni ufficiali della creatura politica che ha fatto nascere, i suoi articoli e, in mezzo a testi attribuibili a terze persone, anche molti altri, anonimi, ma immancabilmente riconducibili alle posizioni politiche sue e del movimento.

Poi, a seguito di qualche intemperanza, qualcuno presenta una denuncia e si sente rispondere che non è possibile 
attribuire le responsabilità , civili e penali, connesse ai contenuti ospitati, anche se moralmente mi sembra che non vi sia alcun dubbio in proposito.
Si può discutere con profitto di fronte a schemi mentali simili? Io non credo.

M5S vincerà. Succederà perché le alternative al momento opzionabili sono indecenti, ma vincerà sulla base di un malinteso che credo costerà caro.

2 commenti:

  1. ammesso che siamo ancora in tempo... cosa aspettiamo??? Io non voglio farli vincere facile...

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  2. Il problema, secondo me, è che se anche pare che a sinistra qualcosa si stia muovendo, non è possibile aspirare ad una competizione elettorale con qualche prospettiva di successo, laddove successo potrebbe anche solo riuscire a superare la soglia di sbarramento.
    il campo della sinistra è scompaginato e deve ricostruire praticamente tutto, la propria credibilità, proposte appetibili, capacità di ascolto, elaborazione di risposte nuove per uno scenario nuovo.
    Noi non siamo pronti. E' dura, ma è così e tutti quelli che pensano che basti dare una mano di bianco a dirigenze in transito da un fallimento avvenuto ad un altro in costruzione ci remano contro.
    M5S spopola perché ha saputo costruire una narrazione. La sinistra deve costruirne un'altra, ma prima deve ricostruire la capacità di rappresentare.

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