lunedì 10 settembre 2018

There's these guys, PD's supporters...

Tenterò un incipit dal vago sapore americano, there's these guys, PD's supporters, ovvero ci sono questi tizi, sostenitori del PD, che si fanno uscire ernie inguinali nello sforzo titanico di far dimenticare che il loro amato partito è stato l'architetto ed il responsabile implicito e principale degli attuali assetti politici e di potere che vigono nel nostro paese.


Sono gli stessi che si ingegnano a ridare una verginità incongrua al naturale prodotto di quel partito, ovvero quel Matteo Renzi che ha gestito la mutazione genetica di una formazione politica di prima grandezza, erede di due grandi tradizioni politiche, quella socialista e quella del cristianesimo sociale, in un partito di seconda schiera da collocare, per effetto delle sue scelte strategiche e dell'azione governativa svolta, tra le fila di un centro-destra moderato di stretta osservanza liberista.

Quel partito ha condotto, negli anni, una costante e purtroppo fruttuosa opera di demolizione e neutralizzazione dei corpi intermedi, in primis il sindacato quale istituzione, ha distrutto lo Statuto dei Lavoratori, tentato lo stravolgimento della nostra Costituzione, promulgato un Job Act che a sua volta è stato reso pressoché inutile dalla promozione, invereconda e irresponsabile, del precariato in ogni forma possibile. 

Forse è possibile apprezzare, si fa per dire, la cifra reale dell'operato PD sottolineando che i dem sono riusciti laddove Berlusconi fallì, salvo che nello stupro della Costituzione, che fortunatamente non riusci a nessuno di loro, finora.


Ma non si è limitato a questo.      Facendo aderire alla propria identità la qualifica, sempre meno congrua, di partito di sinistra ha delegittimato quella parte politica, facilitando enormemente la propaganda di chi ne ha poi maggiormente beneficiato, ovvero M5S e, per il traino irresponsabile da questo propiziato, la Lega.

Con la parola sinistra ormai squalificata, la destra ha avuto gioco facile ad appropriarsi delle istanze di un vasto popolo messo in condizioni di vita difficili e faticose dalle scelte di governo del PD il quale, accanendosi senza poter vantare una statura morale adeguata (la magistratura si è occupata a ripetizione del personale politico dem) contro i sanculotti 2.0 del Movimento, ha spianato la strada all'avvento dell'attuale compagine governativa.

Ora, a disastro avvenuto, il PD cerca di intestarsi la titolarità della nuova Resistenza, nientemeno, 
o quanto meno di ritagliarsi un posto in prima fila, senza uno straccio di autocritica e senza rinnegare alcuna delle scelte operate, permettendosi inoltre di accusare di fiancheggiamento a favore dei grillolegaioli chiunque si permetta di ricordare che dell'avvento del fascismo in camicia verde dobbiamo ringraziare esattamente il PD e la sua opera di promozione delle istanze ordoliberiste che ci stanno massacrando.

Il PD, molto semplicemente, sta tentando di rimontare in sella, e se dovesse riuscirci non farebbe altro che riprendere da dove si è interrotto, mentre noi dobbiamo ricostruire un settore politico, la sinistra, la cui assenza rende il quadro istituzionale asimmetrico e pericoloso.

Non passa giorno che non accada di scontrarsi con qualche inossidabile sostenitore del PD, dalla monumentale faccia di bronzo, che non si periti di dare lezioni di vita, e di sagacia e convenienza politica, oltre a patenti di tradimento, a chiunque mostri di non gradire la loro compagnia nel percorso che ci attende.

Nel farlo inoltre non mancano mai di ricordarci che nel '43 la Resistenza accolse perfino i monarchici (aspetto che dovrebbe farci capire quanto siano in malafede), dimenticandosi peraltro che ai tempi eravamo una monarchia, cosa che dava a quella parte politica un peso che il PD non può ora vantare, e che dopo la Liberazione quei monarchici si allearono coi neofascisti.

Con dimostrazione di imperiale faccia tosta, inoltre, il front man di questa spregevole manipolazione è proprio il guappo di Rignano, il tristo figuro che ci ha massacrato lo scroto, ai tempi del suo fugace apogeo, con la sua capacità di vincere, prendendoci tutti per il culo per la nostra (dei tristi compagni all'antica, per dirla come lui) coazione a perdere, anche se alla fine il tonfo l'ha fatto lui, lasciandoci il conto da pagare. 


La domanda è:


Hanno distrutto il partito e la sinistra in generale e adesso dovremmo avvalerci della loro fine sensibilità strategica?

A sinistra abbiamo molti e insopprimibili vizi: la tendenza a frazionarci, la mancata elaborazione del lutto conseguente al fallimento del socialismo reale e l'inefficace individuazione di una posizione intermedia tra idealismo e pragmatismo, con una tenace tendenza a rivoltolarci in un brago maleolente di realismo politico in stile patto Ribbentrop-Molotov.

Impareremo mai?

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