sabato 19 settembre 2020

Un SÌ è per sempre.





Perché ho deciso per il NO?

Perché la pretesa maggiore efficienza rivendicata dai promotori del taglio del numero di parlamentari è una ridicola etichetta che nasconde solo il disprezzo per la politica e per il concetto di democrazia rappresentativa.

La vittoria del sarebbe solo il primo passo di un processo di annichilimento di un sistema democratico che è senz'altro sofferente, ma che necessita di un ripristino e non di una liquidazione, di cui il taglio è solo l'incipit.

Una volta ridotto il numero di parlamentari, e ridotta di conseguenza la rappresentanza di interi territori, accorpati su base numerica e senza alcun riguardo per la complessità delle condizioni specifiche, si passerà alla legge elettorale.

Questa, la cui bozza attualmente in discussione già conferma il sistema vigente di designazione dei candidati a stretta discrezione delle segreterie partitiche, vedrà anche il perpetuarsi dell'impianto maggioritario, perché anche questo ritenuto più "efficiente", essendo tutti coloro che non rientrano in una grande famiglia precostituita indegni di vedere rappresentate le proprie istanze.    E pazienza se questo accento maggioritario è la ragione principale che ha portato il 50%, grosso modo, degli elettori a disertare le urne, rendendo la nostra democrazia un fenomeno che parla a nome della metà del popolo che la esprime.

Il passo successivo sarà un altro must pentastellato, ma non disdegnato neanche da altri partiti che hanno già dimostrato di  ritenere la propria base elettorale un pretesto, ma anche un fastidio, ovvero l'imposizione del "vincolo di mandato", ora espressamente vietato dall'art. 67 della Costituzione, un articolo voluto dai Padri Costituenti in quanto reduci freschissimi da un regime nel quale un parlamento del tutto ornamentale vidimava i voleri dell'uomo della provvidenza.

Così quando avremo finalmente un organo legislativo ridotto, designato dal vertice e privato di autonomia decisionale,  capiremo anche che, in fondo, di quel "votificio" non ne abbiamo realmente bisogno e passeremo - torneremo - ad una snellissima ed efficientissima dittatura o, se ci va bene, ad una sorta di CdA nazionale con consiglieri che rappresentano le quote azionarie, i voti, del proprio partito.

E non venitemi a coglionare con le panzane della "democrazia diretta", perché l'unico esperimento fin qui condotto, oltre che di evidente facciata, si è segnalato per inefficienza, scarsa partecipazione e, soprattutto, per non essere per nulla vincolante, come Grillo evidenziò così bene, quando fu obbligato a partecipare all'incontro con Renzi, forzato dai pochi iscritti, rispetto agli elettori, alla piattaforma Rosseau, cosa che poi fece, ma sabotandolo.

E meglio non fece quando la stessa piattaforma designò, nel 2017, Marika Cassimatis quale candidata sindaco per Genova, situazione che vide ancora l'intervento del "detentore del marchio", che la definì una candidatura imbarazzante e poi forzò una nuova votazione con unico candidato.

Dunque ho deciso per il NO, anche se so che in questo clima di jacquerie antipolitica non si tratta certo del cavallo favorito, ma se dobbiamo andare a sbattere, ebbene sarà senza il mio contributo.

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