Il
migliorista Napolitano, a dispetto dei peana sulla sua grandezza di
manovratore e stratega, si avvita in una spirale discendente di
pragmatismo controproducente. Monti, governo tecnico, i 10 saggi,
tutto passa per essere una sagace capacità di contemperare i
problemi interni con le aspettative internazionali. Solo che, data
la prevalenza assegnata a queste ultime, i problemi interni non sono stati risolti, mentre i nordici rigoristi europei sono solo stati
rintuzzati, ma con sospettosità vieppiù incarognita.
Il
buon Renzi si prepara a scendere in campo, con tutte le critiche alla
sua spregiudicatezza “larghintesista” azzerate dalla "gravità" del momento.
L'immarcescibile
Berlusconi continua a curare i propri interessi personali (alla
faccia di chi l'ha votato) e mantiene intatto il suo potere
d'interdizione.
La
simpaticissima Lombardi (la supplente di matematica, come l'ha definita Enrico Vaime)
ed il continuamente ritrattante Crimi eseguono volenterosamente i
compitini che un Grillo intollerante e sospettoso affida loro. I
troll (perché evidentemente il dissenso non può che
provenire dalla quinta colonna) danno libero sfogo alla delusione ed
al rammarico.
Probabilmente il PDL e l'anima dalemiana dello
sconfortato PD si daranno il bacio appassionato e catastrofico della
morte, alla fine. Ma, con buona pace di Grillo, non era scritto negli
astri che dovesse finire così, solo che a Beppe e a Gianroberto fa
gioco e allora "tanto peggio, tanto meglio". L'unica cosa
che potevo riconoscere al movimento era che non aveva un passato
imbarazzante, ma a questo vi sta velocemente ponendo riparo. A
dispetto delle intenzioni per fare vaccate basta rimanere un po' sul
mercato.
Bersani
avrebbe potuto andare a vedere il bluff di Grillo dicendogli: "ok,
ci arrendiamo, vai avanti tu, ti votiamo la fiducia e tutte le leggi
che ci piaceranno", ma non è andata così e sono più che
sicuro che, se anche fosse successo, M5S avrebbe rifiutato. Governare
è pericoloso, ti rovina lo scintillante pedigree che ti sei
costruito e poi bisognava far avverare la predizione dell'inciucio.
Avrebbe potuto e dovuto andare diversamente, ma oramai è fatta.
Siamo nel guano e ci resteremo.
Una
parte del PD, è innegabile, ha fatto di tutto per sprofondare la
sinistra nel mare di fango che è stata la politica degli ultimi
venti anni, ma la parte che avrebbe potuto fare la differenza è
stata messa in condizioni di non poter agire, e tra chi ha creato le
condizioni perché ciò avvenisse c'è proprio il fantastico duo,
quello che telecomanda con leninista pugno di ferro il movimento dei
focosi moralizzatori. Non saranno gli unici responsabili, ma certo
sono stati quelli giusti al momento giusto. Il PD e Bersani
pagheranno per gli errori di D`Alema e compagni, ma più di tutti
pagheremo noi. M5S, di certo, si è giocato un buon numero
di voti, ne raccatterà altri, non voglio neanche sapere dove, oppure
ci sarà chi voterà turandosi il naso (a proposito, benvenuti).
Io
ritengo che la generalità degli elettori PD abbia riconosciuto (o
stia riconoscendo) di non aver saputo contrastare una dirigenza, cinica e manovriera, che aveva perso l'anima. Penso anche che, alle
ultime elezioni, abbia pensato di riconoscere nella conduzione
Bersani l'occasione di marginalizzare, finalmente, quella componente
"spregiudicata" che tanti errori e strategie fallimentari
ha saputo inanellare. Ciò purtroppo non è avvenuto e ho già detto quanto M5S abbia propiziato questo esito che, però, è
stato ancor più predisposto dagli incresciosi atteggiamenti passati
del PD.
Quello
che intendo dire è che, in quanto elettore del PD, mi assumo la
responsabilità di non aver fatto abbastanza per dire a certi
compagni e amici "grazie, non abbiamo più bisogno, vi faremo
sapere", e penso di non essere isolato in questo. Bisogna, alla fine di tutto, sapersi assumere le proprie responsabilità. M5S, d'altra parte, ha
fatto la sua irruzione. Per il momento, ha solo sfasciato e non mostra di
avere alcuna strategia, alcuna "road map". Bene, cari
"cittadini", fatevi questa scampagnata, abbeverate i
cavalli nella fontana di Trevi, divertitevi. Quanto agli elettori del
movimento, quelli che manifestano perlomeno qualche perplessità (gli
altri sono ancora in preda a splendidi orgasmi), preparatevi ad
assumervi le "vostre" di responsabilità, che saranno
altrettanto pesanti.
I
“cittadini” di M5S nutrono la presuntuosa convinzione di essere i
soli a capire cosa non va, e qualcuno lo proclama pure con puntuta
arroganza. Vogliono cambiare tutto, ma al di là di dichiarazioni
massimaliste non hanno ancora espresso un cammino credibile ed
organico. Tutto, al momento e a quanto pare, deve passare dal bagno
purificatore di una "rivoluzione" immaginata e non ben
esplicitata, o dalla tignosa noncuranza dei disposti costituzionali e
della prassi parlamentare.
Non
hanno consentito la nascita di alcun governo e, a dispetto di
dichiarazioni al momento indimostrabili, sarebbero inorriditi se li
avessero incaricati di formarne uno. Si nascondono dietro la
coerenza, in sé ammirevole, con le loro dichiarazioni
pre-elettorali. Solo che quelle furono concepite in vista di un
risultato corposo ma non così buono come quello conseguito. Una
presenza rilevante, ma non determinante, avrebbe loro consentito di
fare le pulci alla casta senza però infarinarsi come il proverbiale
frequentatore di mulini. Invece sono diventati troppo grossi, quel
programma non è più adeguato e la loro coerenza è diventata immediatamente insipienza.
Uno dei grossi problemi del centralismo
democratico di stampo leninista, a cui li sta sottoponendo l'ira di
un Grillo che non riesce a concepire il dissenso, è giustappunto la
scarsa adattabilità, che riflette quella della dirigenza. Capisco come questa caratteristica possa, visti
i tempi, generare diffidenza, ma bisognerebbe pur sforzarsi di trovare un
equilibrio.
Il
PDL continua a perorare gli interessi del proprio proprietario,
vestendoli con la solita arroganza ed ipocrisia come interessi del
paese, ed interponendoli tra questi ed una qualsivoglia soluzione.
Il PD, stressato dalle tensioni interne sempre più emergenti, non
vuole cedere a delle larghe intese che sarebbero solo il definitivo
suggello del cancro che ha distrutto la credibilità della politica
italiana. M5S non intende consentire che si verifichi altro che la
previsione grillina dell'inciucio finale e, per questo, picchia di
più sul PD che su altri, intravvedendo in quest'ultimo l'unico
pericoloso competitor.
Esistono
i problemi del paese, sono grossi e avrebbero bisogno di serietà,
competenza e buona volontà, poi c'è il panorama politico italiano.
Le due cose, al momento, non si incontrano.
“Vanitas
vanitatum et omnia vanitas” (Ecclesiaste
1,2)
Con l'ultima frase concretizzi tutto il post, il ragionamento sottostante, il problema e anche la soluzione... spettacolo!
RispondiEliminaQuelli che elenchi sono persone, situazioni, pensieri e punti di vista non solo vecchi e logori ma di fatto responsabili dell'attuale situazione (non solo nel nostro paese) e non possono incontrarsi con la soluzione.
E' come svolgere un problema matematico, provi molte strade per risolverlo e ogni volta sai che se non funzionano è perchè hai sbagliato il ragionamento... così è oggi.
Provano a mettere insieme quello che hanno senza capire che è quello che non hanno che risolverebbe il problema.
L'onnipotenza poi ti impedisce di vedere oltre te stesso e così sembra non esserci fine al caos.
Hai ragione, soprattutto quando dici che è quello che non hanno che potrebbe risolvere i problemi.
EliminaHai ragione anche sull'ultima frase, è una sintesi. Tutto quello che precede non è tanto un'analisi, è frustrazione allo stato puro, dovevo farla uscire.