Lasciamo passare del tempo. Quando il
PD avrà consumato il suo funerale emergendone purificato e senza
certi tristi figuri, come mi auguro, o diventando una DC in sedicesimo
ininfluente ed accattona, come è possibile, allora potremo vedere
chiaramente anche le responsabilità che ha M5S, perché le ha e
piuttosto pesanti anche.
E non serve a nulla dire che il PD ha
fatto tutto da solo. E' vero e sacrosanto, lo sfascio lo hanno
costruito in lunghi anni di suicida costanza degna di miglior causa,
ma M5S ha lucidamente agito per togliersi di torno l'unico competitor
che sentiva di avere,
predisponendosi ad accogliere un popolo di sinistra in piena
diaspora.
La
base PD però, dopo aver preso atto del disastro ed aver accollato le
colpe a chi le ha (la dirigenza tutta) individua anche
le responsabilità oggettive di M5S. Un movimento che, tra
provocazioni e marce indietro (se votate Rodotà si aprono le
praterie del governo, no non è vero, intendevamo dire altro e via
smentendo), cunei perfidamente infilati nelle contraddizioni del PD e
spocchiose rivendicazioni di una purezza ancora da sottoporre a
stress test, ha lucidamente tolto di torno un concorrente diretto.
Un gioco di successo, e il fatto che provenga da una parte con la
quale si condivide una porzione di patrimonio genetico rende il tutto
più doloroso.
Una manovra che però credo non avrà
tutta l'efficacia attesa e che per il momento ha consentito al trionfante Berlusconi, di fatto
e molto più efficacemente del PD “inciucista”, comunque di concerto con quest'ultimo, di conseguire i suoi scopi, ovvero un governo di larghe
intese, un presidente non eccessivamente ostile e maggiori spazi di
manovra per evoluzioni costituzionali populiste, per non dire
peroniste.
M5S si appresta a stravincere le
prossime elezioni, ma contribuendo così efficacemente al suicidio
del PD ha conseguito un successo tattico ed una sconfitta strategica.
Chi ci dice, infatti, che alla prossima tornata elettorale non ci
troveremo con un "iperporcellum" che precostituirà un
risultato che marginalizzerà anche loro?
Un PD in salute non
avrebbe fatto la differenza? Bah, ora è anche inutile discuterne,
non ci sono più i presupposti per verificarlo e qualsiasi ipotesi in
proposito rimane, appunto, un'ipotesi, per quanto verosimile possa
apparire.
Quello che è certo è che non siamo mai stati così in
pericolo di divenire definitivamente una repubblichetta delle banane.
Il PD si è indubbiamente impiccato, ma M5S ha preferito guardare
il dito, così la luna rimarrà là in alto, ineffabile e
irraggiungibile, come sempre.
Sarà anche banale e forse
semplicistico pensare, come io penso, che alla base di tutto c'è
stata la volontà di egemonizzare e “killerare” l'antagonista più
contiguo, un errore che ho testé addebitato a M5S, ma del quale
anche il PD si è macchiato, non credo però di essere fuori strada.
Del resto quando si esclude l'altro a priori e si pretende di
accaparrarsi l'esclusiva titolarità di un disegno politico, non si
può far altro che favorire il volpone che riesce, unico, a mantenere
l'iniziativa, il ghignante Berlusconi che si accinge a coronare il
suo disegno.
Il tracollo del PD, paradossalmente, è
una preziosa opportunità. Bisogna prendere atto della squalifica
definitiva dell'ostinato occultamento delle contraddizioni tra le due
diverse anime costituenti, anime che possono anche avere
sovrapposizione di valori, ma che danno risposte diverse, mai
sottoposte ad un serio e sincero processo di integrazione.
Si è
preferito, negli anni, perseguire un risultato numerico, scimmiottare
un grande partito di massa, votandosi però alla fragilità ed alle
lotte egemoniche permanenti e inconcludenti.
Chiedere agli elettori
una delega in bianco, peraltro concessa, promettendo irraggiungibili
risultati, preferendo le manovre occulte di corridoio e gli accordi
sottobanco con un antagonista sempre in vantaggio d'iniziativa e
rinunciando ad informare onestamente la base elettorale è stato così
fallimentare da non necessitare di ulteriori indagini.
A questo punto la paventata scissione
potrebbe essere la strada più conveniente. Si perdono massa critica
ed influenza? Perché, adesso come siamo messi? No, molto meglio
realizzare degli insiemi separati ed omogenei, più autorevoli e meno
afflitti da mediazioni che non si vogliono affrontare. Si valuterà
poi in futuro, con attenzione e senza pericolosi retropensieri con
chi, quando, per quanto tempo e a che scopo unirsi ed a quali
condizioni, condividendo con la base le determinazioni che si
assumeranno, magari con modalità meno grottescamente elitarie
(48.824 aventi diritto di consultazione su 8.689.458
elettori) di quelle propagandisticamente sbandierate da Grillo.
Vi
sono un paio di requisiti essenziali per la “cosa” che mi auguro
emergerà da questa crisi. Prima di tutto dovrà avvenire un
ricambio generalizzato della dirigenza, con preminenza delle giovani
leve. In secondo luogo si dovrà valorizzare al massimo la pratica
del dibattito franco ed aperto, i circoli dovranno risuonare delle
impazienti argomentazioni di iscritti, simpatizzanti e funzionari e
la sintesi che ne scaturirà dovrà essere sentita come vincolante.
La silente accondiscendenza, percorsa da viperine manovre nascoste,
la pretesa concordia, fasulla e miserabile, che ci hanno fin qui
condotti, dovranno essere definitivamente accantonate.
In
mancanza di questo il popolo di sinistra, magari non opterà per M5S,
ma certo se ne andrà da qualche altra parte.
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