Il
report delle statistiche di Blogger (la piattaforma che utilizzo per
il mio blog) riferisce un buon numero di accessi (20) al mio post del
28/1 "Disturbiamo
il manovratore". Anzi, al momento detiene il record
assoluto. Numeri piccoli, in senso assoluto, ma
importanti per un neofita come me.
Non
ho idea di quanti dei lettori abbiano aderito al mio invito di
inoltrare la mia mail (o altra di loro maggior gradimento) alle
massime cariche dello stato, ai segretari dei maggiori partiti ed ai
segretari dei sindacati confederali. Spero che qualcuno
l'abbia fatto.
L'unica
cosa certa, ed è la ragione per la quale scrivo questo articolo, è
che tra tutti i numerosi destinatari, uno solo mi ha risposto e, devo
dire, avrei potuto scommettere che l'avrebbe fatto. Sto
parlando del Presidente della Camera On. Gianfranco Fini.
Ecco
qua:
From: Segreteria del Presidente Fini
Sent: Tuesday, January 31, 2012 9:14 AM
To: roberto.rizzardi@txxxxx.it
Subject: Rif: Liberalizzazioni
Si comunica che il Presidente ha disposto la trasmissione della Sua e-mail alla
Commissione parlamentare competente, affinche' i deputati che ne fanno Parte
possano prenderne visione ed assumere le iniziative che ritengano opportune.
Con i migliori saluti.
La Segreteria del Presidente della Camera dei deputati
Chi mi conosce
sa che il sentimento politico professato dall'On. Fini è quanto di
più lontano ci possa essere dai miei convincimenti. Credo che
la destra politica che lui rappresenta, non potrà mai elaborare
proposte che io possa condividere o anche solo considerare in maniera
neutra. Questo, comunque, non mi impedisce di apprezzare il suo
solido attaccamento alle istituzioni e la coerenza con la quale lo
pratica.
E'
il presidente della Camera, riceve una mail da un cittadino, accusa
ricevuta e dispone un'azione conseguente. Volete oppormi
che è una risposta amministrativa? Intanto è una risposta, l'unica
finora pervenuta.
Credo
che il traffico di mail su quella casella di posta possa essere
definito, come minimo, impetuoso ed io conto quanto il proverbiale
due di picche.
Questo
non ha impedito alla terza carica dello Stato di reagire nell'unico
modo decente previsto da un ordinamento liberale. Mi è stato
detto: ci sei, esisti e noi, per quanto leggera possa essere la tua
influenza, ne prendiamo atto.
Fra
i destinatari ci sono altre istituzioni alle quali ho già scritto in
precedenza e che non mi hanno mai degnato di alcuna attenzione,
neanche formale.
Come
ho già detto in "la
risposta di Obama e i silenzi nostrani", perfino il
Presidente degli Stati Uniti ha pensato bene di rispondermi; a me,
uno straniero privo di ogni importanza, soprattutto elettorale. E
pensare che gli avevo inoltrato una mail piuttosto critica e brusca.
Quali
determinazioni traggo da tutto ciò. E' semplice: il
manovratore va disturbato, sempre, pervicacemente, e con militante
costanza. Lui non ci ascolta? Ebbene noi dobbiamo
diventare così importuni da costringerlo a cambiare atteggiamento.
Avete forse qualcosa di più importante da fare?
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