sabato 9 novembre 2019

Berlino, 9 novembre 1989

Quel muro cadde, e con esso cadde una grande illusione, quella che una precisa e definita implementazione del socialismo, conosciuta sotto l'etichetta di socialismo reale, potesse essere una reale, praticabile e preferibile alternativa al capitalismo.

Molti di noi non ammettevano quel fallimento, che tutti conoscevamo pur negandolo per opportunità e, soprattutto, opportunismo politico.

Avremmo dovuto ammettere francamente che ciò che accadeva dietro la storica cortina era la malversazione di un'idea politica grandiosa e giusta, gettata via malamente e stritolata in un macchinario perverso di contingenze e dinamiche che ne minavano le basi stesse.

Dunque il muro cadde, travolto dalle sue stesse contraddizioni, lasciando campo libero al suo antagonista che però è vincitore unicamente per difetto, per abbandono dell'avversario, non certo per le sue presuntissime virtù peculiari.

Il capitalismo, a suo tempo tenuto a bada dalla versione intimamente minata di un socialismo fattosi realtà politica e istituzionale, ora non ha più alcun antagonista e si palesa in tutta la sua belluina cattiveria.

Il liberismo scorrazza incontrastato per tutto il pianeta, potendo oramai fare a meno di addolcirsi accettando il compromesso socialdemocratico o distribuendo quote di ricchezza, peraltro sempre più ristrette dato che il modello capitalista sta soccombendo, per consunzione sua e dell'ambiente che ha sfregiato, sotto il peso delle sue stesse contraddizioni.

Trent'anni fa quel triste manufatto venne abbattuto, nel tripudio dei cittadini berlinesi, lasciando sconcertato e tramortito chi vide cadere, con quelle lastre di cemento, i capisaldi stessi delle proprie convinzioni.

Vi fu chi risolse quello choc saltando a piè pari nel campo avverso, diventando liberista, e della qualità particolarmente spietata e intollerante, come accade a tutti i traditori che hanno cose da farsi perdonare nel loro passato, ma i più rimasero percossi e attoniti, e in gran parte hanno risolutamente deciso di non elaborare il lutto, rifiutandosi di trarre le dovute determinazioni dall'accaduto.

Il risultato è che la sinistra, in senso lato, è sostanzialmente scomparsa.    La base si è in gran parte rifugiata in una timorosa astensione, non avendo più nulla da votare senza venir meno alle proprie convinzioni e conscia del mancato presidio delle proprie istanze.

I dirigenti, funzionari e attivisti di varia specie, di contro e quando non passati blairianamente armi e bagagli dall'altra parte, si sono invariabilmente rifugiati in una cipigliosa ortodossia politica che, più che altro, serve ad occultare il fatto che non hanno la minima idea di che pesci pigliare.

A dirla tutta non hanno neanche la minima voglia di capirlo, perché in realtà non sono ancora pronti a farlo, pur dopo tutto questo tempo.
Troppe cose dovrebbero ammettere di avere sbagliato, e troppo ardite le conclusioni che dovrebbero trarre, chiusi come sono in una ferrea gabbia di conformismo ideologico che fa del richiamo alla prassi, teoria, prassi un citazione dal sapore liturgico e privo di effetti sul piano reale.

Quella gabbia, in realtà serve solo a rassicurarli, a mantenerli in un mondo ideale ove il disastro non è mai avvenuto, in attesa che il mondo reale si renda conto del proprio sbaglio, il che è una definizione abbastanza accurata di sindrome schizofrenica.

In realtà quel muro, cadendo, seppellì sotto di sé la cattiva interpretazione di un'idea. Quell'idea però non può essere semplicemente ritirata fuori e rimessa sul piano di lavoro dopo una spolveratina.     Molte cose sono cambiate da quando venne formalizzata e troppi degli elementi che intendeva contrastare e correggere sono nel frattempo scomparsi o mutati.       

Il cuore di quell'idea è tuttora potente e vitale, il progetto è valido e meritevole di essere perseguito, ma bisogna cambiare la borsa degli attrezzi per così dire, e quei custodi dell'ortodossia marxista non intendono fare questo sforzo, non sanno neanche da dove cominciare e anzi si oppongono a chi tenta di farlo, prontamente e opportunamente collocato tra i nemici di classe.

Ed è un contrasto piuttosto efficace tra l'altro, infatti la sinistra è catatonica, il capitale imperversa e il suo lugubre angelo nero, il fascismo, si sta ovunque risollevando.

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