martedì 19 febbraio 2019

The day after!


19 febbraio 2019, segnatevi questa data sul calendario, oggi è il primo giorno dell'era Salvini. 

Sua Ferocità il Ministro degli Interni potrà contare (forse e se una possibile fronda interna ai senatori 5Stelle non si metterà di traverso) sulla complicità pentastellata per evitare di essere giudicato, come avverrebbe per un comune cittadino, per l'ipotesi di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio nella vicenda di Nave Diciotti.

Molti pensano che questa indecente pantomima della consultazione elettronica
della base elettorale sia il canto del cigno della credibilità grillina, che M5S, dopo aver dato così miserabile prova di coerenza e integrità, abbia firmato l'atto della propria dissoluzione, dando la stura ad un torrente di abbandoni incontenibile, ma io credo che chi la pensa così si stia solo illudendo.

M5S uscirà da questa vicenda molto ridimensionato, ma manterrà una sua posizione all'interno del sistema parlamentare, anche dopo eventuali elezioni anticipate, e la sua collocazione continuerà ad essere nella parte destra dell'arco parlamentare, non potendo più distaccarsi dal coobligato leghista, cui ha regalato tutto.


Magari non sarà più il primo partito italiano, e del resto non lo è neanche adesso, essendo il primo vero partito quello degli astenuti, ma, come il suo arcinemico PD, arriverà alle dimensioni minime consentite dal suo nocciolo duro, ritagliandosi una funzione gregaria all'interno delle dinamiche di un sistema parlamentare che soffre per un'asimmetria che deprime il concetto stesso di democrazia, dato che al suo interno vi è la fragorosa assenza di una sinistra non pervenuta.

M5S non svanirà, come farebbe un brutto sogno al suono della sveglia, perché raccoglie, e continuerà a rappresentare, alcune categorie di elettori. Tra di loro vi sono anticomunisti viscerali che non desiderano vestire l'orbace, sedicenti compagni votati al più indecente rossobrunismo, professionisti del contrasto al PD comunque sia, ma, soprattutto, persone incapaci di ammettere di aver preso un abbaglio.

Chiunque si sia dato la pena, parola quanto mai appropriata, di seguire le discussioni tra pasdaran grilloidi conosce il livello di ridicola incoerenza dialettica che quel bestiario umano sa raggiungere, l'assoluta mancanza di coerenza e di rispetto per la propria e altrui intelligenza che vi è praticata e la completa indifferenza verso i più elementari livelli di onestà intellettuale che vi emerge immancabilmente.

Nel corso di questi ultimi cinque anni mi sono imposto il cimento assai sfibrante di frequentare le argomentazioni dei sostenitori pentastellati, ed ho osservato il loro costante arretramento di fronte al tradimento di ogni singolo punto qualificante rivendicato, peraltro con compunta presunzione di virtù, dal Movimento, la loro pronta ed entusiastica digestione, senza neanche un ruttino, di ogni tradimento perpetrato da una dirigenza amorale e priva di vergogna.

Se oggi stesso uno dei loro beniamini variamente posizionati nell'empireo pentastellato, un Di Maio o Toninelli o il ridicolo Di Battista, venisse colto in flagrante mentre compie qualche reato, o intento in qualche disgustosa pratica sessuale, il popolo pentastellato lo riabiliterebbe in un attimo ricorrendo alle più improbabili, ridicole e invereconde acrobazie dialettiche, a partire dall'ineffabile quesito che rimanda ogni cosa a ciò che ha fatto, sta facendo, farebbe o farà il PD.

Il ricorso alla consultazione elettronica per scaricare sulle spalle di un elettorato, normalmente ben disposto, la responsabilità di sancire la sostanziale superfluità del potere legislativo, sostituito dal parere di un settore partigiano e non informato sui fatti, è uno degli atti più eversivi che si possano compiere senza sobillare corpi armati contro lo stato.

Il fatto poi che questa consultazione, mediata da un sistema informatico riconosciuto come penetrabile, gestito con criteri e responsabilità opache, costantemente afflitto da risorse inadeguate, e consapevolmente tali, abbia coinvolto una platea ridicolmente ridotta rispetto alla massa degli elettori del movimento, per di più attraverso un quesito posto in modo ambiguo e tartufesco, dà al concetto stesso di ipocrisia una dimensione nuova e inarrivabile.

Ci terremo ancora a lungo M5S ad avvelenare le acque della conduzione politica del paese, insieme a tutti gli altri detriti di passati e presunti splendori, tutti evidenti fallimenti, Forza Italia e PD soprattutto, tutti incapaci di uscire dalla propria miserevole inadeguatezza, mentre un numero sempre più elevato di elettori si allontana dall'esercizio del diritto di voto, perché nessuno è in grado di interpretarne le aspettative.

E' così che si muore, abbandonati dallo spirito vitale ed avvelenati dalle proprie scorie.

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