E'
da un po' più di un mese che non alimento questo blog. Ciò è
successo per varie ragioni, e la principale risiede nella complessità
degli eventi politici e sociali recenti che hanno reso le mie
emozioni ed i miei pensieri altrettanto complessi.
Certo
la consapevolezza di essere una tra le tante vittime, per di più
programmaticamente tale, priva di reali opzioni ed inerme di fronte
all'ineluttabilità di una ricetta dal fortissimo sapore
neoliberista, non mi ha consentito di elaborare, per il momento, un
testo abbastanza chiaro e di dimensioni adeguate ad un blog.
La
mia abituale prolissità e lo scoramento che provo (sono un esodato
con tutto quello che ciò comporta) mi hanno portato ad elaborare
alcune bozze (il mio hard disk contiene diversi files “provvi1”,
“provvi2” ecc. ecc.) che, rilette, risultano ai miei stessi occhi
disordinate e poco articolate. Gli elementi, i giudizi e le analisi
che ho cercato di organizzare, risultano spesso slegati e dimostrano
che se non mi fossi riproposto fermamente di mantenere un minimo di
calma e di serenità, sarei ora un componente di quella sempre più
grande schiera di “antipolitici”, ululanti ed esasperati, che
rischiano, come sempre avviene in situazioni estreme, di buttare
l'acqua sporca con il proverbiale bambino.
Intendiamoci,
non credo che vi sia molto da salvare e recuperare da questa classe
politica e dirigente. Troppi hanno dimostrato l'incapacità,
l'inciviltà e la meschinità di un comune parassita sociale,
dedito allo sfruttamento e del tutto incurante della conseguenza
delle sue azioni.
Questo
però significa che dobbiamo pretendere che la nutrita schiera di
personaggi inadeguati (e da troppo tempo abbarbicati alle proprie
posizioni) tolga finalmente il disturbo e che molti di questi paghino
il conto dei disastri che hanno combinato. Non
significa, tuttavia, che il sistema nel quale si articola la politica
sia altrettanto fallimentare. Cosa vogliamo fare in alternativa?
Forse votare il sabato mattina, per alzata di mano, sulla pubblica
piazza del paese, come avviene in certi cantoni svizzeri? Certo la
Confederazione Elvetica è un'antica democrazia, ma è anche una
nazione piccola , con poco meno di 8 milioni di abitanti, e limita
questa affascinante modalità ad ambiti municipali. Vogliamo
provare l'ebrezza di votare una finanziaria radunandoci sul sagrato?
L'italica inefficienza raggiungerebbe nuove e vertiginose vette.
Vogliamo
forse, correndo all'altro capo dello spettro, ricorrere al
personaggio taumaturgico al quale appaltare le nostre vite e la
conduzione della cosa pubblica? Mi sembra che, come nazione,
abbiamo già fatto questa esperienza che, peraltro, ci è costata
carissima rivelandosi fallimentare. Guerre, dittatura, nanismo
industriale, riprovazione mondiale e infine l'8 settembre del '43, col rischio, scampato per pochissimo, di definitiva dissoluzione di uno
Stato non ancora centenario.
Né, d'altra parte, ha dato buona prova la versione “light” dell'uomo della provvidenza, il Berlusconi del “ghe pensi mi”, altrimenti non saremmo così derelitti.
Né, d'altra parte, ha dato buona prova la versione “light” dell'uomo della provvidenza, il Berlusconi del “ghe pensi mi”, altrimenti non saremmo così derelitti.
Quando
si verifica qualche emergenza, in caso di incendio in un ambiente chiuso
per esempio, la risposta del singolo e del gruppo è istintuale ed
adrenalinica; tutti si catapultano disordinatamente e freneticamente
verso le uscite con il risultato che, spesso, muore o si ferisce più
gente per la calca che per le fiamme.
Anche
in caso di forte disagio sociale, in presenza di episodi di malavita
o di turbativa dell'ordine pubblico frequenti e reiterati per
esempio, si arriva facilmente scivolare nei più biechi qualunquismi
xenofobi, razzisti o classisti, fino a contemplare le peggiori opzioni di
giustizia sommaria e “fai da te” .
Lo stesso meccanismo si attiva in occasione di un collasso della credibilità e della funzionalità di un sistema politico, come avvenne nel '92 e come sta avvenendo ora. La gente si ritrova improvvisamente senza riferimenti, con terrificanti prospettive, vittima di provvedimenti devastanti e, immemore del processo che li ha condotti fin li, si pone alla ricerca inesorabile di untori (veri o presunti) e salvifici risolutori di crisi. E' così che si spiana la
strada alle più aberranti restaurazioni ed ai più consistenti arretramenti del
progresso sociale.
Ricordiamoci
sempre che, nei momenti di crisi e di smarrimento, acquattato
nell'ombra e sotto le più viscide pietre, c'è invariabilmente il
profittatore di turno, il demagogo asservito o anche solo
l'esasperato di talento che è pronto ad offrirci una consolatoria
sponda per il nostro sdegno, alimentando le nostre paure e inducendoci a
dilapidare le nostre energie nervose in inutili grida e annichilente
disperazione.
Una
volta ben stanchi ed esauriti, e completamente atterriti, eccoci
pronti a subire, con il minimo di reattività, macelleria sociale,
diktat e ricatti assortiti.
In
realtà dobbiamo mantenere i nervi saldi, recuperare il cuore del
nostro ordinamento, il profondo equilibrio della nostra Costituzione,
e dopo averlo depurato di tutti gli interventi superficiali e
dolosamente “strategici”, recuperarne tutti gli aspetti positivi,
che sono numerosissimi, e stavolta vigilare affinché nessuno se ne
appropri per fare gli interessi propri, dei propri familiari, sodali
e gruppi d'interesse.
Questo
significa però avere una maggiore presenza nella vita sociale e
politica, significa fare la fatica di seguire e valutare le azioni di
chi ci governa a tutti i livelli. Comporta il non disinteressarsi del
dibattito politico, affrontando e approfondendo le opzioni che si
presentano.
E' faticoso e spesso ingrato farlo. Imparare a
valutare le opinioni che non condividi, dividendo le posizioni
strumentali e fasulle da quelle dotate di validità intrinseca,
ancorché detestate, riconoscere e inquadrare aspettative che non ti appartengono è gravoso e ti allontana dalla semplicità a
cui tutti anelano.
La realtà è però eminentemente complessa ed
articolata e se pretendi di scansare queste caratteristiche condanni
te stesso e tutti gli altri al fallimento.
La caratteristica di obbedire aprioristicamente ed eseguire asetticamente qualsiasi ordine è peculiare di tre tipologie di persone: i pecoroni, i picchiatori ed i parassiti. C'è forse qualcuno che anela ad appartenervi? Purtroppo si, ma questo non significa che ciò debba andarci necessariamente bene, implica semmai il loro riconoscimento e la loro pronta neutralizzazione.
La caratteristica di obbedire aprioristicamente ed eseguire asetticamente qualsiasi ordine è peculiare di tre tipologie di persone: i pecoroni, i picchiatori ed i parassiti. C'è forse qualcuno che anela ad appartenervi? Purtroppo si, ma questo non significa che ciò debba andarci necessariamente bene, implica semmai il loro riconoscimento e la loro pronta neutralizzazione.
Buttiamo
dunque a mare, e alla svelta, una legge elettorale “poterecentrica”,
un maggioritario d'accatto e truffaldino, pretendiamo le dimissioni
dei vecchi arnesi politici di lungo corso, facciamo spazio ad una
classe politica rinnovata e civile.
Valorizziamo
tutti quei movimenti nati dal disgusto per la politica (M5S e ALBA
per esempio), depurandoli dai demagoghi che talvolta li frequentano,
per costruire dal basso e durevolmente una vera e propria rinascita
del senso civico e di responsabilità, per stimolare nei partiti (dai
quali non ritengo si possa prescindere, checché se ne dica)
l'abbandono dell'autoreferenzialità ed il recupero della loro
missione storica.
Incazziamoci
pure, visto che ne abbiamo tutte le ragioni, ma senza abbandonarci
alla furia, rimaniamo concentrati e focalizzati e, quindi, minacciosi
e pericolosi per i nostri sfruttatori.
Come esortano i marines "stay sharp and focused"
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