Un
anno fa, di questi tempi, ero personalmente coinvolto nel processo
costituente di un movimento politico nel quale rivestivo un incarico
a livello nazionale,
circostanza di cui non meno gran vanto dato che la creatura era
neonata, e dunque per forza di cose piuttosto contenuta nelle
dimensioni.
A
un certo punto però, almeno per me, la cosa finì, perché emersero
contrasti non componibili, sia a livello dottrinario che
organizzativo e di metodo, ragione per la quale decisi di dimettermi
ed allontanarmi, senza cominciare antipatiche ed astiose opere di
sabotaggio dell'organizzazione e degli esponenti coi quali avevo
avuto i contrasti.
Non
ho mai potuto sopportare gli ex che poi te
la fanno pagare,
e anche se il processo di distacco fu per me doloroso, in quanto
corrispondeva ad un fallimento personale, ho preferito operare un
taglio secco e senza code velenose e patetiche.
La
funzione "accadde
un anno fa" di
Facebook però non mi consente di dimenticare quel periodo della mia
vita, dato che mi ripropone giornalmente i post degli anni precedenti
in una determinata giornata, e grazie a questa retrospettiva posso
oggi apprezzare il fatto che la mia produzione facebucchiana,
mai molto contenuta, in quei tempi aveva raggiunto dimensioni perfino
imbarazzanti.
Contemplo
dunque ogni giorno l'infinita sequenza di post che condividevo dalla
pagina del movimento (uno ogni mezz'ora nelle giornate calme, ancora
di più in occasione di eventi, ricorrenze o in corrispondenza di
tornate referendarie, cui aggiungere i miei non pochi personali
contributi) e mi vengono alla mente le ragioni attorno alle quali è
maturata la mia fuoriuscita.
Tralasciando infatti le mie personali valutazioni attorno ad alcuni argomenti - Europa ed Euro, ma ve ne erano altre - non conformi alla linea politica che andava definendosi, e che inibiscono tuttora qualsiasi mio rientro in quella formazione, il contrasto che portò al mio ritiro verteva proprio attorno al fatto che ritenevo eccessiva la frequenza della nostra comunicazione politica. Ritenevo fosse controproducente, forzatamente ridondante e tanto fitta da lasciare poco spazio all'elaborazione dialettica degli iscritti e simpatizzanti.
Tralasciando infatti le mie personali valutazioni attorno ad alcuni argomenti - Europa ed Euro, ma ve ne erano altre - non conformi alla linea politica che andava definendosi, e che inibiscono tuttora qualsiasi mio rientro in quella formazione, il contrasto che portò al mio ritiro verteva proprio attorno al fatto che ritenevo eccessiva la frequenza della nostra comunicazione politica. Ritenevo fosse controproducente, forzatamente ridondante e tanto fitta da lasciare poco spazio all'elaborazione dialettica degli iscritti e simpatizzanti.
Le
mie argomentazioni in proposito non furono ritenute valide (in realtà
venni percepito come un elemento di disturbo e poco disciplinato), e
compresi che, a meno di non voler diventare il capetto di
una minoranza litigiosa (ma esisteva?) avrei fatto meglio a ritirarmi, cosa che
infatti feci.
Perché tornare ora su quei fatti? Presto detto: mi sono reso conto che quella vicenda non fu che l'inizio di un processo che oggi ha raggiunto un punto per me critico.
Il
fatto è che quei post non mi limitavo a condividerli sul mio
profilo, ma li piazzavo anche in ogni gruppo FB di sinistra di cui
ero membro, causando talvolta un certo risentimento, e propiziando la
mia iscrizione d'ufficio in molti altri gruppi.
In
breve tempo mi ritrovai, anche dopo le mie dimissioni, inserito
all'interno di una comunità molto vasta, frammentata e litigiosa,
dove le mie valutazioni a riguardo di specifiche tematiche fanno di
me quasi sempre una specie di cane
in chiesa.
Sono
contrario alla guida mitteleuropea e liberista dell'Europa, ma
ritengo l'isolazionismo nazionale un suicidio e il sovranismo
un concetto troppo contiguo, nonostante puntuti distinguo, alle mene di una destra arrembante.
Sono
cosciente della funzione di controllo dell'Euro, ma non penso che il
ritorno alla Lira ci possa isolare dalla lunga mano della
speculazione finanziaria.
Ritengo la visione politicista e di vertice, che caratterizza la transumanza di gruppi dirigenti in cerca di stati maggiori da occupare, come una letale coazione a ripetere antichi e costosi errori, tipica di ogni buon osservatore compulsivo di ombelico.
Ritengo la visione politicista e di vertice, che caratterizza la transumanza di gruppi dirigenti in cerca di stati maggiori da occupare, come una letale coazione a ripetere antichi e costosi errori, tipica di ogni buon osservatore compulsivo di ombelico.
Vedo
M5S come il fumo negli occhi, ma utilizzo nei confronti dei suoi aderenti l'epiteto fascista con
molta parsimonia, a ragion veduta e in casi specifici.
Non
riesco comunque a farmi bastare il fatto che quello pentastellato sia il primo partito
italiano e dunque trovo ridicolo accorgersi, improvvisamente, che i grilliani sono tanti e cominciare per questo ad avvicinarli con una ridicola
condiscendenza che denuncia, prima di tutto, nanismo progettuale e
un'autostima incomprensibilmente elevata, smentita dai fatti.
Non comprendo la fascinazione verso un regime, quello russo, opinabile sotto quasi tutti gli aspetti, solo perché fa il culo agli americani.
Non comprendo la fascinazione verso un regime, quello russo, opinabile sotto quasi tutti gli aspetti, solo perché fa il culo agli americani.
Parimenti
mi gettano nella più profonda costernazione le
valutazioni risikare dei
singoli teatri di crisi: i pregi del regime siriano, la presunta
preferibilità di Trump, rispetto alla guerrafondaia Clinton, questa continua e perseguita miopia che
privilegia le soluzioni a breve e costruisce immancabilmente il
merdaio a lungo, un po' come hanno fatto, e fanno, gli americani con il foraggiamento
dei difensori della democrazia di oggi, nonché immancabili terroristi di domani.
Insomma
non sono assimilabile ad alcuna grande corrente, dunque colleziono
insulti ed epiteti ovunque e la cosa non mi disturberebbe se solo
fosse possibile discuterne, anche animatamente, ma rimanendo su un
piano dialettico, però in genere non va così.
Più
facilmente partono vere e proprie sentenze non negoziabili, disprezzo
e sufficienza, ragione per la quale mi sono ritrovato, dapprima
impercettibilmente, ma poi sempre più frequentemente, a ritirarmi
dall'interazione, a non frequentare più quei gruppi, se non
passivamente e come semplice osservatore.
Ciò
a cui anelerei sarebbe una visione laica della realtà e l'abbandono
di professioni identitarie decise una volta per tutte e a dispetto di
lampanti evidenze fattuali.
Il
processo di cui parlavo credo sia giunto al suo approdo finale, ed
ora io mi limito ad affidare le mie ponderose esternazioni
esclusivamente al mio blog ed al mio profilo personale, con qualche
cedimento di cui in genere mi pento immediatamente. Insomma professo
le mie convinzioni a
casa mia,
confidando nel fatto che un visitatore, a meno che non sia un barbaro
assoluto, non entra in casa altrui dicendo a brutto muso al padrone
di casa che è un
coglione senza arte né parte,
ma se lo fa ho perlomeno l'agio di buttarlo fuori a calci senza
indugio, e a buon diritto.
O
meglio, posso anche considerare l'idea di essere effettivamente un
supponente imbecille che non capisce una beata fava, come mi è stato elegantemente fatto notare, ma pretendo solide argomentazioni a corredo, perché l'opinione di
qualcuno che storta il mondo per farlo aderire alle proprie
convinzioni non è sufficiente e non mi interessa.
Farò visita "in casa tua" in punta di piedi, giusto per non generar inutile frastuono, con la fondata speranza di scoprire il bello e l"interessante che vi si trova.
RispondiEliminaLa porta è sempre aperta ed è tutto a tua disposizione. Mi farà piacere ogni tua visita.
EliminaCiao! E' una bella sorpresa trovarti fuori da quell'accozzaglia di urlatori compulsivi di Fb... sto tornando anche io al caro vecchio blog, più riflessivo e meno superficiale. Non mi ricordo tutto quello che hai scritto, magari non sono proprio d'accordo al 100%, però mi fa piacere sapere che c'è ancora qualcuno che vuole confrontarsi e non tranciare giudizi presuntuosi quanto improduttivi. Verrò a trovarti ancora... grazie intanto.
RispondiEliminaSi, qui si può parlare articolando molto meglio. Torna pure quando vuoi. Intanto io.... restituirò la visita.
RispondiEliminaRoby, non argomento perché condivido, ammirata, la tua argomentazione. Cane in chiesa, sì, anche io e sempre più spesso ricevo uno sguardo solidale. Credo che ci sia una gran voglia di silenzio attivo. Anzi, proreattivo. Sai che ho deciso di non "parlare" più È una strategia... Ma tu continua e resisti perché conosco pochissime persone che hanno il dono di rendere attuali e concrete le parole. Forse perché nascono da una profonda onestà intellettuale. Paola Maccioni
RispondiEliminaTi ringrazio per l'apprezzamento, ma ancor più per la vicinanza, che come sai mi conforta molto.
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