lunedì 16 gennaio 2012

E allora ditelo!!


E così, proprio all'indomani di un breve periodo di incoraggianti segnali di cambiamento (il raid di Cortina, un serio recupero del decoro nella comunicazione politica, gli annunciati piedi nel piatto di professionisti, corporazioni e – speriamo – banche ed assicurazioni), proprio quando la gente, esasperata ma straordinariamente responsabile, cominciava a maturare la convinzione che, pur pagando un prezzo salato, qualcosa si avviava verso il cambiamento (e miglioramento), nell'esatto momento in cui mercati e partners mostravano di apprezzare la straordinaria volontà di recupero italiana, ebbene proprio allora sono arrivati tre colpi carogna, dritti sotto la cintura, a colpire quelli che la Litizzetto chiama “gli amici di Maria”.

Colpo n.1
La consulta dichiara non ammissibili i referendum abrogativi dell'attuale legge elettorale.
Non che tale esito fosse del tutto inatteso. Fin dal primo momento era stata ventilata la possibilità che i giudici della Consulta potessero giudicare il primo quesito – abrogazione totale del “Porcellum” - non ricevibile, perché la sua omologazione avrebbe lasciato l'ordinamento del tutto privo di una legge elettorale (un'eventualità pericolosa e folle). 
Il secondo quesito – abrogazione delle variazioni al “Mattarellum” che hanno generato l'attuale legge elettorale – a sua volta veniva giudicato di problematica ammissibilità per questioni legate al premio di maggioranza. Per sapere esattamente le motivazioni della sentenza bisognerà attendere la sua pubblicazione che, molto probabilmente, confermerà le ipotesi di cui sopra; nel frattempo eccoci qui a valutare le conseguenze.
Si potrebbe obiettare che, vista la previsione, concepire i referendum in quel modo è stato quantomeno improvvido. Sarà anche vero, ma provate voi a creare un quesito, su di una materia così arcanamente tecnica, in grado di essere compreso, univocamente interpretato ed efficacemente condiviso dalla gente comune, quella che nella vita si occupa di tutt'altro e che, come me per esempio, ha violente reazioni allergiche tutte le volte che legge un testo in “legalese”. 
E comunque qui quello che conta è che l'azione del comitato referendario ha raccolto una quantità straordinaria di firme, vale a dire di consenso, tale da testimoniare l'indubbia ostilità della popolazione italiana verso l'attuale legge elettorale e da far ipotizzare la sua abrogazione a colpo sicuro, se i referendum fossero stati accettati. 
Può la classe politica ignorare una tale direttiva, proveniente da gente sempre più insofferente e con le spalle al muro? Certo é che si proverà a farlo. Tocca a noi farci sentire forte e chiaro. Investiamo un po' del nostro tempo e scriviamo, in massa e magari collettivamente (gruppi Facebook e quant'altro), alle cariche istituzionali, ai partiti ed ai sindacati. 
Esigiamo che chi pretende di rappresentarci lo faccia effettivamente. Va bene lamentarci, tra di noi, dell'incapacità dei nostri rappresentanti, ma vediamo di essere anche rompiballe, altrimenti la colpa è anche nostra!

Colpo n.2
La Camera non concede il nulla-osta all'incarcerazione dell'on. Cosentino.
Qui l'esito, fino alla vigilia del voto, appariva un po' meno scontato. Forse l'intuizione di un possibile cambiamento nel Paese ci aveva fatto indossare lenti rosate che ci hanno indotto ad un ottimismo prematuro.
Qui non intendo, sia chiaro, disquisire su valutazioni relative all'operato dell'on. Cosentino; è materia della magistratura ed io non ho titolo alcuno, né sono adeguatamente informato dei fatti, per entrarci legittimamente. Ho un'opinione, naturalmente, ma è personale e del tutto ininfluente.
Le mie critiche, semmai, riguardano il processo di elaborazione e le motivazioni del voto espresso dalla Camera. Di tutto hanno parlato questi non-rappresentanti.   Li chiamo così per via del sistema, praticamente leninista, di individuazione del deputato/a, nominato dal “capo” e ratificato da un elettore che, così, può scegliere tra il caso A ed il caso A (come Ancora lui/lei). 
Effettivamente un sistema molto simile era alla base della formazione della Duma sovietica. Dipenderà dal fatto che la coalizione politica che ha patrocinato la vigente legge elettorale si avvale di consiglieri, selezionati tra il fior fiore di una schiera di ex-comunisti, romanticamente fedeli alla pratica del centralismo democratico?   La buona qualità del personale politico che ne risulta, comunque, è spesso incidentale.
Sta di fatto che l'istituzione, invece di votare sull'unico aspetto che le competeva, la presenza del cosiddetto fumus persecutionis, ha disquisito a lungo, con motivazioni e tesi prevalentemente ipocrite e di natura tattica, di tutt'altro.
L'impudica esibizione di tesi interessate, considerazioni improprie e mercenarie storture dei fatti, ha dimostrato chiaramente che per quell'organismo il tornaconto politico, la manovra, la miopia e la difesa delle prerogative di casta hanno la precedenza sul dettato costituzionale e sullo stesso regolamento che si è dato.
Del resto è del tutto evidente che il parlamento in carica è un fossile vivente, espressione di un momento politico passato e delegittimato, asincrono rispetto al sentimento popolare vigente ed alla crisi che stiamo vivendo.
Non stupiamoci dunque troppo della determinazione assunta dalla Camera, ricordiamocene piuttosto ed informiamo di conseguenza le nostre azioni, rivendicative ed elettorali. Questo, peraltro, rende ancora più necessaria ed urgente la reazione alla bocciatura dei referendum.

Colpo n.3
Declassamento dell'Italia operato da Standard & Poors.
Questo, dei tre sganassoni, è il più pericoloso perché travalica il provincialismo italiota, la cui redenzione risiede principalmente nelle nostre capacità e possibilità d'intervento.
Il colpo, anzi, proviene da un ambito internazionale (ma geograficamente collocato negli USA) profondamente intossicato dalla preminenza anglosassone, spocchiosa ed autoreferenziale, e dal pregiudizio neoliberista. 
Lo stesso ambito che a mio modesto parere è il terriccio, umido e brulicante di infime forme di vita, da cui è nata la bestia avida e spietata della speculazione finanziaria. Quella che, per intenderci, è all'origine della crisi economica mondiale che ci sta flagellando.
Lo so, quando dico queste cose vengo accusato di superficialità e provincialismo e mi viene opposta la considerazione che le società di rating hanno scopi più ampi della semplice trombatura dell'Italia.
Sono d'accordo, l'orizzonte operativo di S&P è ampio quanto l'intero globo, e allora? Non vi sembra che, nate per offrire valutazioni terze agli investitori, queste agenzie vantino comunque un DNA straordinariamente univoco e sinistramente unilaterale? Vogliamo dare un'occhiata all'azionariato per verificare potenziali (o effettivi) conflitti d'interesse? 
Inoltre, non è forse vero che, come è costume di una comunità (quella finanziaria) che pretenderebbe di essere scientifica, determinati assunti prendono forza di dogmi religiosi, quindi rivelati e intangibili, spazzando via ogni dialettica? 
Non è forse evidente, infine, che data l'eccessiva sacralità attribuita alle valutazioni emesse da queste agenzie, le loro sentenze diventano ineluttabilmente autoavveranti? Dov'è la scientificità in tutto questo?
E non è tutto. Affidarci esclusivamente, come facciamo, alla presunta sagacia delle agenzie di rating, sarebbe già grave ed incauto in presenza di una soddisfacente serie di predizioni azzeccate. Purtroppo però non è questo il caso e, vista l'impressionante sequenza di cantonate (Enron, Parmalat, Lehman Brothers e via elencando) infilate da questi guru, si tratta di una pratica quantomeno sospetta.
Per dirla con Andreotti “a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” o, come dicono gli americani, “dove c'è fumo, c'è arrosto”. 
Magari non è il caso di evocare complotti internazionali, ma la gravità e l'ampiezza delle bocciature proferite da S&P assume l'aspetto di un'offensiva nei confronti dell'Europa e, indipendentemente dagli intenti di chi le ha emesse, qualcuno ne beneficia a spese di qualcun altro. 
Direte: certo, succede sempre così. E' vero, è solo che ritengo sospetta la scelta di tempo.
Il declassamento non è avvenuto quando ci si dibatteva senza prospettive nella crisi del debito sovrano, ma proprio quando l'Europa dava segni consistenti di ritrovata coesione e cominciava ad approntare le prime efficaci concertazioni. 
Di più, è avvenuto in coincidenza con il rilancio di un'ipotesi di compimento dell'unità politica continentale.
Credete forse che un'Europa federale non possa essere vista come un pericoloso competitor? Questo per le entità statali. Ma anche per i privati, credete forse che agli speculatori non convenga di più uno spezzatino europeo, meno ostico da aggredire e piegare alle proprie esigenze?
Si obietterà che le turbolenze finanziarie sono pericolose e colpiscono anche chi scaglia la pietra. Gliene fosse mai fregato qualcosa. Se fossero veramente lungimiranti non sarebbero scommettitori.

Quali orientamenti dobbiamo trarre da tutto ciò. Credo che non abbiamo alcuna scelta. Mio nonno, uomo sobrio, determinato e gentile, era straordinariamente saggio e diceva:
Quando piove puoi solo bagnarti o aprire l'ombrello. Nessuno ti impedisce di desiderare il bel tempo, ma farlo non ti servirà a nulla”.
Ha subito la rovina finanziaria della sua famiglia, avvenuta proprio quando, divenuto maggiorenne, affrontava autonomamente la vita. Ha combattuto una guerra, affrontato l'ostracismo derivante dal rifiuto della tessera del Partito Nazionale Fascista, sopportato un'altra guerra ed ha contribuito ad una ricostruzione laboriosa, sempre con dignità e senza perdere la sua gentilezza e bonomia. E' morto sereno, realizzato e invitto. Lo amavo molto.
Inveire contro chi gioca con il nostro destino può alleviare il nostro disagio, ma non risolve i nostri problemi. Dobbiamo "aprire l'ombrello", ripararci e per farlo dobbiamo essere forti e risoluti, individuare gli obiettivi paganti e perseguirli.     
Soprattutto dobbiamo dare il benservito a chi ci ha condotti fino a qui.

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