venerdì 26 febbraio 2021

M5S è un movimento moderato e liberale, Di Maio dixit!


Certo, lo sapevamo Gigi, non ci cogli certo di sorpresa.  Solo voi, nell'ansia di distinguervi e di porvi come fenomeno politico-antipolitico, scartavate come cavalli ombrosi non appena si cercava di inserirvi in una catalogazione che aveva il torto di non convalidare la vostra rivendicazione di unicità fenomenica.

Erano quelli i tempi nei quali la solenne corbelleria del superamento del concetto di destra e sinistra veniva buona per fare il pieno di consensi, cosa che poi, nel momento in cui avete dovuto metterci la faccia, è  risultata ingestibile e ha causato, giustamente, emorragie "a destra e a sinistra", collocandovi in un "centro", piuttosto smagrito, che nella storia patria è sempre stato coricato più che altro sul lato destro, per questioni di affinità e per autodifesa verso una sinistra tendenzialmente collettivista, e dunque incompatibile con il DNA liberale che avete sempre avuto e che ora rivendicate.

Che siate moderati è però cosa recente in verità.    Prima eravate quelli della "scatoletta di tonno", i neosanculotti che avrebbero dovuto terremotare le istituzioni e imporre la democrazia diretta dell'uno vale uno.
I meno moderati tra di voi, in verità autentici radicali in senso classico, favoleggiavano addirittura di un implicito e immancabile superamento dell'istanza parlamentare, ridotta a ufficio vidimante del prodotto di un volere popolare, mediato da una piattaforma informatica risultata mai adeguata alla bisogna, e in realtà pochissimo frequentata, anche per la fatica tecnica di accedervi.

Trovo peraltro indicativo, e non inaspettato, che la gran parte dei vostri sostenitori superstiti pretenda di declinare il termine "liberale" secondo convenienza, allontanandolo dalle contiguità implicite, inevitabili e storicamente verificate con un pensiero economico che ci ha condotti, nelle sue forme più recenti, sull'orlo del precipizio.

Il liberalismo è un pensiero filosofico che, non inaspettatamente, si è fatto politico nel momento storico dell'emersione della borghesia come forza propulsiva della società.
Il suo legame funzionale con il liberismo, che ne costituisce la ricaduta economica inevitabile, è implicito in ogni lingua, tranne che in italiano, grazie a Benedetto Croce, che ha creato, con il termine "liberismo", il comodo equivoco dietro al quale ogni "sincero liberale" si nasconde, una distinzione che nel resto del mondo non esiste per nulla.

Secondo Croce, che evidentemente voleva rimanere nelle rarefatte sfere del pensiero ideale senza sporcarsi le mani con prosaiche questioni di bottega, la libertà economica è di rango inferiore rispetto a quella politica.

Una distinzione piuttosto strumentale, che toglie di torno la necessità di gestire più di un'ambiguità e che, secondo Einaudi, fu una "clamorosa svista del grande filosofo".
Che siate diventati moderati è dopotutto un bene, per voi prima di tutto, dato che alla fine il nostro Paese è storicamente poco incline al radicalismo, se non per brevi fiammate, ma è anche genericamente utile a tutti, per fare chiarezza, per collocarvi nella nicchia tassonomica che vi è risultata più congeniale.

Che invece siate liberali, non è certo un mistero, e non è neanche questa grande scoperta.  Nella vostra pretesa di superamento della dicotomia politica destra/sinistra avete sempre vibrato i vostri colpi più efficaci a sinistra e vi siete accordati più facilmente prima con il lato destro, e poi con un PD che rivendica un posizionamento a sinistra del tutto ridicolo, essendo ormai un partito tra i più liberali che il panorama politico italiano offre.

A sinistra, al netto della bella fetta di poverelli privi di reale autonomia di pensiero che vi concupiva per la messe di voti che raccoglievate, non abbiamo mai avuto alcun dubbio circa la vostra reale natura, dunque il coming out dimaiano non ci sconvolge per nulla, come non ci sconvolge la perdurante tendenza che dimostrate nel voler stare di mazzo, a rieditare le parole e i termini che identificano cose, idee e persone al servizio esclusivo della vostra narrazione, con relativa oculata scelta di ciò di cui volete, o meno, assumervi la responsabilità.

A tal proposito bisogna proprio che qualcuno ve lo dica: quello del pensiero magico, il mondo che si spiega attraverso le proprie personali teorizzazioni e stando lontani dal riscontro reale, è un tratto infantile, e il movimento sta uscendo dall'infanzia per entrare in un'adolescenza che sarà ovviamente difficile, come si conviene a quello stadio evolutivo.

Dunque fatevi coraggio come potete, ma non pretendete che proprio tutti si abbeverino alle vostre convenienti interpretazioni.



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