martedì 1 marzo 2016

Relativismo etico in eskimo



Sulla questione della paternità di Vendola e del suo compagno (a proposito, congratulazioni), si è scatenato, come noto, un dibattito estremamente acceso e presto anche svilito da posizioni da tifoseria assertiva. E non è successo solo a destra, come è invariabile costume di quel versante politico.   No, è successo pure a sinistra e, anche se alla fine non posso dirmi realmente stupito, ne sono comunque rimasto deluso.

La questione della maternità surrogata è assai complessa, coinvolge molti aspetti delicati e critici, e io mi aspettavo vi fosse una certa equanimità, una certa invariabilità dei termini di riferimento, qualcosa che non concedesse salvaguardie aprioristiche solo perché l'attore del momento è dei nostri, ma mi illudevo.

A Milano, con la grevità linguistica che è un lascito dell'occupazione asburgica, si dice che: la merda del mè Simon per i alter la spüsa, per mi la sa de bon (la merda del mio Simone per gli altri puzza, per me sa di buono).

E così, per aver avanzato alcune perplessità ed espresso alcune critiche, sono stato gratificato della qualità non negoziabile di ipocrita, ribadita con il più evocativo e biblico sepolcro imbiancato, e infine con l'arma definitiva del vero, duro e puro guardiano della rivoluzione, quel sanguinoso epiteto di fascista, mollato lì senza troppi distinguo e senza istruzioni per l'uso.

Ho posto la questione, per quanto mi riguarda, sull'opportunità di divenire genitori oltre una certa età, perché a mio giudizio (mio e non qualcosa scritto sulla pietra) questo comporta una preminenza delle proprie ragioni su quelle del figlio, e se parti, come genitore, da presupposti del genere, hai già fallito.   Un ramo collaterale e incidentale delle mie argomentazioni, e dotato pure di una certa autonomia rispetto alle unioni civili, omo o etero che siano, e sono stato sbrigativamente rampognato.

Ma ho pagato un prezzo salato, esorbitante direi, per le mie opinioni sul  secondo aspetto che ho affrontato, cioè per aver evidenziato che, per avere un figlio, una coppia gay maschile deve necessariamente ricorrere ad una madre ospite, e che il corollario ineludibile conseguente è che quella donna, quasi sempre, sarà una sconosciuta le cui motivazioni, con un grado di certezza elevatissimo, saranno originate da uno stato di necessità.
Personalmente mi pongo il problema di questo tipo di rapporto, perché la dignità degli attori coinvolti, secondo me, non è allo stesso livello, e ciò è pericoloso, e anche assai contraddittorio rispetto ai valori che dovrebbe coltivare chi si professa di sinistra.
Un pochino meglio stanno le coppie gay femminili, le quali necessitano solo di uno spermatozoo, ma tanto gli uomini sono tutti caproni, chi se ne fotte, vero?

Poi ci sarebbe da ragionare sul fatto che, stante l'opposizione oscurantista religiosa nel nostro paese, il dibattito relativo è brutalmente stoppato, e dunque chi desidera avvalersi della maternità surrogata o ha tanti soldi oppure deve rinunciarvi.
Questo pone un altro problema, non attribuibile certo a Vendola, di disparità di condizioni, cosa che comunque a Vendola dovrebbe interessare.

Molto interessante è un'argomentazione oppostami circa il fatto che il progetto genitoriale di Vendola è stato condotto nel pieno rispetto delle leggi del paese ove si è svolto.
Ci mancherebbe altro, ma rimane il fatto che la consonanza della procedura con un dettato legislativo, in sé, non garantisce nulla.   La pena di morte è legale in molti posti, basta questo per mettermi in pace con l'anima?   Non è che le due cose siano direttamente comparabili, ma santiddio gli strumenti di valutazione dovrebbero quantomeno essere sempre gli stessi.

Mi rode il culo, come mi è stato elegantemente fatto notare, perché il protagonista questa volta era Vendola? Sarebbe questo bastato, secondo questi miserabili, per indurmi velenose pruderie e impresentabili perbenismi? Mah! Che spregevole confutazione.
Mi rodeva il culo anche con le star di calcio e spettacolo, a dire il vero, solo che quando lo fa uno dei nostri a me interessa di più, perché mi chiedo chi sbaglia, e dove. Io? Lui? In cosa?

Non è mancata neanche l'invettiva di marca femminista, che ha sottolineato, ellitticamente, che in quanto uomo ho omesso di considerare il ruolo della donna, anche questa un'argomentazione da annoverare tra le armi definitive, al pari di fascista.

Io sarò anche parte in causa, ma non mi sembra proprio di aver trascurato la donna in quanto tale, mi sembra anzi vero il contrario. E comunque se è vero che la maternità è un aspetto che noi, della metà maschile del cielo, possiamo solo intellettualizzare, mi si vorrà concedere che perlomeno la genitorialità è affare anche nostro, e con un bel carico emotivo ed affettivo tra l'altro.

Queste considerazioni mi rendono un ipocrita, o addirittura un fascista, e tutto il velenoso resto, come ha detto qualcuno?  Beh, parliamone. A me pare che questo qualcuno, prima di lanciare certe accuse, anzi insulti, dovrebbe chiedersi se i suoi sono giudizi o manifestazioni di transfer.


Qui non mi propongo certo di dirimere la questione di Vendola.      
Il compagno Vendola vive la sua vita e io posso solo esprimere delle valutazioni sul suo conto. Se a qualcuno non piacciono, il problema è suo e io non intendo farmene carico.  Come tutti, per portarmi nelle cose della vita devo valutare ciò che vedo e, al contrario di qualcuno, le valutazioni molto, ma molto raramente le faccio una volta per tutte.  

Magari ci sarebbe da discutere del fatto che Niki non è Giovannino Chissachì, e che dunque, essendo uomo pubblico, le sue scelte hanno significato, peso e conseguenza differenti dalle mie, ma forse mi aspettavo troppo.
E non ho neanche la dissennata pretesa di poter risolvere un problemino come quello della maternità surrogata, che è assai complesso e, come si è visto, controverso.  

No, in questo articolo io mi pongo una domanda semplice sul conto di alcuni di quelli che dovrebbero essere miei compagni di viaggio, semplice e aggressiva, essendo deluso e imbufalito, ed è questa:
«certe persone hanno prima individuato certi valori e poi li hanno riconosciuti nella sinistra, oppure si sono messi a sinistra e ci martellano dentro i propri valori?»

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