Gira su Facebook un'immagine d'archivio (compare ancora Tremonti) di un incontro ufficiale tra Berlusconi e Napolitano. Questa immagine, alla luce delle prossime consultazioni per la formazione di un nuovo governo, ha scatenato molti commenti al vetriolo, più che
comprensibili, ma Ezio Rovida,
in uno dei molti thread che si possono trovare in proposito,
ricorda a tutti che:
"Berlusconi
interdetto [è] privato dell'elettorato passivo (non potrà essere
eletto) per il periodo della pena ma non di quello attivo ed è un
cittadino con diritti politici. Quindi Napolitano a prescindere da
ogni altra considerazione non ha alcuna facoltà di negargli un
colloquio così come dovrebbe fare anche con l'altro pregiudicato, Grillo".
Siamo
da lungo tempo in una situazione nella quale parole e principi
funzionali della nostra costituzione vengono continuamente piegati e
reinterpretati secondo le proprie convenienze.
Il Primo Ministro
non è più un primus inter pares individuato dal Capo dello Stato
dopo opportune consultazioni con le forze politiche, ma un “premier”
consacrato dalla “volontà popolare”, i presidenti di regione
divengono “Governatori” e via fantasticando, facendo dei canoni e
delle regole di funzionamento della nostra repubblica un "mischione" di
verità, interpretazioni disinvolte e partigiane e falsità
opportunistiche dietro il quale è possibile dire qualsiasi cosa
glissando furbescamente sulla necessità di aderire all'iter che le
regole, sempre più disattese, imporrebbero.
Giova ricordare che
il vero scandalo non è l'incontro tra Napolitano e Berlusconi, anche
se avrei da ridire molto diffusamente e con grande ferocia sul conto
di tutti e due, ma il fatto che la condanna definitiva del secondo
non è ancora, a distanza di mesi dalla sua formalizzazione, divenuta
esecutiva.
Come
ricorda ancora Ezio, se Berlusconi:
“fosse
stato affidato ai servizi sociali avrebbe dovuto chiedere il permesso
al giudice per andare da Napolitano e se fosse stato agli arresti
domiciliari ovviamente non avrebbe potuto andarci. Ma la sua pena non
è ancora esecutiva e questo costringe Napolitano a riceverlo come
capo di Forza Italia. Molto più grave è la responsabilità di Renzi che trattando con lui l'ha praticamente riabilitato politicamente nonostante la condanna”.
Queste considerazioni non attenuano
per nulla la gravità del momento e la consapevolezza della metastasi
che si sta propagando, ma rimettono al loro posto alcuni elementi che
diverse campagne di propaganda, da ambo il lati della barricata,
stanno opportunamente strumentalizzando.
La propaganda più
efficiente è quella che parte da elementi di verità che, una volta
acquisita credibilità e ascendente sui fruitori, si
tramutano velocemente e con perizia in malversazioni e falsità.
Rimettere dunque “i puntini sulle i ed i trattini sulle t”
non è semplice e notarile pignoleria, ma una pratica opportuna e
indispensabile, o ci siamo già scordati delle perniciose pratiche di
marketing Berlusconi style? Si tendiamo a farlo, in realtà ci
siamo assuefatti a quel malcostume. Ragione di più per ritornare,
con puntigliosa solerzia, a ricordare quello che andrebbe fatto per
individuare con maggior chiarezza quello che invece accade.
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