sabato 18 marzo 2023

Lo scopo confessato della propaganda è persuadere e non illuminare... la propaganda è sempre un tentativo di asservimento. [Simone Veil]

Vladimir Putin, il satrapo moscovita, è stato colpito da un mandato d’arresto spiccato dalla Corte penale internazionale (Cpi) con l’accusa di deportazione illegale di "popolazione" (bambini) e di trasferimento illegale degli stessi dalle zone occupate dell'Ucraina verso la Federazione Russa.
Si tratta di un atto che in sostanza obbliga tutti i 123 Paesi del mondo che riconoscono quella Corte, inclusi i 27 Stati membri dell’Ue, a privare della libertà il leader del Cremlino qualora dovesse mettere piede in una di queste nazioni.

La cosa ha diversi aspetti grotteschi.  Il primo è che tra i paesi che non hanno ratificato il Trattato di Roma che istituì la Corte vi sono la Russia stessa, Israele, il Sudan e gli ispiratori ed istigatori del provvedimento, gli Stati Uniti, che certamente non possono rivendicare mani pulite ed anime candide per i numerosi misfatti compiuti, in proprio e per interposto fantoccio, nel loro interesse in ogni parte del globo.   D'altra parte perché mai avrebbero dovuto ratificare uno strumento che potrebbe metterli, con molte ragioni, sotto accusa?

Se dunque Putin si recasse a Washington i suoi più feroci oppositori non potrebbero fare altro che ospitarlo senza alcun modo di agire quel mandato, perlomeno legalmente, emesso per una presunta "deportazione" che, ad una lettura meno maliziosamente interessata, potrebbe perfino essere ritenuta un'iniziativa umanitaria.

Assurdo?   Non troppo dato che gran parte di quei bambini sono, mi risulta, degli "ucraini di serie B", ovvero appartenenti a quella parte di popolazione russofona che per un decennio ha subito, nel disinteresse totale dell'Occidente che oggi alimenta le fiamme del conflitto, le sevizie di un governo ucraino dedito alla pulizia etnica.     I bambini di cui si lamenta la deportazione sono gli stessi che Kiev ha bombardato per anni, ma ora vengono buoni per chiudere Putin nell'angolo.

Per lunghi e tormentatissimi anni le formazioni paramilitari neonaziste di Kiev, integrate nel dispositivo militare nazionale, hanno bombardato, seviziato, sequestrato e massacrato senza che dalle capitali europee, oggi così solerti nel condannare gli eccidi di Buča e Mariupol e celebrare la "resistenza all'Azovstal", venisse nemmeno un fiato, un sopracciglio alzato, un'iniziativa per risollevare le sorti di popolazioni condannate al martirio per il solo fatto di sentirsi troppo contigue al sentire russo.

I russi hanno spostato quei bambini in luoghi più sicuri, sottraendoli ad un inferno di morte e tormenti fisici, psicologici e morali?   E meno male, mi viene da dire.
No, Putin ha commesso molti misfatti, ma quello per cui è stato emesso il mandato non è, verosimilmente, tra quelli di cui dovrebbe rispondere, però ha il pregio di essere emotivamente remunerativo quando glielo contesti.     Il fatto che la Corte non abbia preso in considerazione altri crimini è certamente dovuto al fatto che gli accusatori, per altri delitti, non avrebbero potuto rivendicare alcuna innocenza. 

Il fatto è che nonostante il mondo sia pieno zeppo di leader di ogni declinazione politica cui possono essere tranquillamente contestati crimini anche più efferati di quello speciosamente attribuito a Putin, che pure ha molto di cui rispondere, quei leader dormono sonni tranquilli, del tutto sicuri che nessuno penserà mai di sottoporli ad identico trattamento, perché stanno dalla "parte giusta" del confronto geostrategico tra Russia, USA e Cina, o quantomeno non è ancora venuto il momento di toglierli di mezzo.

Questo mandato, nella sua evidente proditorietà, è destinato a rimanere lettera morta in realtà, il che aggiunge alla sua strumentalità un carico di svergognato cinismo, ma è stato emesso nel quadro di un'azione diplomatica e propagandistica spudorata, un costante florilegio di condizionamenti cui siamo sottoposti da molto tempo e in totale spregio del nostro diritto di conoscere la verità, o perlomeno di avere accesso a tutti gli elementi atti alla formazione di un giudizio autonomo sui fatti.

Non so voi, ma io sono molto stanco dello scarso rispetto che ci stanno dimostrando, tra l'altro mentre si gioca coi fiammiferi nel bel mezzo della polveriera.

P.S.  lo sapete chi altri non riconosce la Corte penale internazionale?
Esatto! L'Ucraina.     


Nessun commento:

Posta un commento

Ti ringrazio per aver voluto esprimere un commento.