martedì 12 gennaio 2021

Come può la freccia fare centro se non hai chiaro qual è il bersaglio? (Paulo Coelho)



Sempre più frequentemente si discute della crescita tumultuosa dell'e-commerce, e di Amazon che è la punta di lancia del fenomeno, e lo si fa con crescente disagio, soprattutto a sinistra.

La sensazione è che si debba reagire in qualche modo, ma io credo che la situazione sia già troppo avanzata, e che dunque non sia agevole comprendere il processo in atto, tanto che il rimedio più comunemente consigliato risulta essere "l'astensione" dall'acquisto elettronico, in una specie di "sciopero" autoconvocato e volontaristico, che però a mio parere colpirebbe prima chi nell'universo Amazon ci lavora, seppure in condizioni paraschiavistiche, che l'azionariato del colosso multinazionale.

Jeff Bezos dorme tranquillo.  Sa di fornire un servizio di successo e, per varie ragioni, sa di avere il coltello dalla parte del manico, come sa che questo "sciopero" rimarrà un fenomeno ristretto che, al massimo, gli offrirà l'opportunità di trattare un pochino peggio lavoratori che già sono in condizioni marginali.

La mia "scandalosa" valutazione sopra esposta mi frutta, il più delle volte e inevitabilmente, cocenti accuse di revisionismo e tradimento dalla parte politica, la sinistra, cui appartengo fin dalla mia lontana adolescenza.  

Quando ciò non avviene la rabbiosa condanna viene sostituita da dolenti considerazioni, come quella di una mia amica che mi scrive, in un commento:

"qualcosa si deve fare, non so cosa.  Io su Amazon non ho comprato mai nulla sino ad ora"

Qualcosa si deve fare certamente, ma si tratta di iniziative che non possono concretarsi e funzionare fuori da un ambito politico organizzato, che però non esiste, perlomeno con caratteristiche che vadano oltre la dimensione di stretta, e inefficace, testimonianza, quale è quello della sinistra odierna.

La semplice astensione dagli acquisti non può funzionare, ma anche funzionasse in realtà colpirebbe, come ho già detto, prima gli ipersfruttati lavoratori di Amazon et similia che Bezos, o chi per lui.

Una difficoltà aggiuntiva sta nel fatto che si tratta di multinazionali che operano su scala mondiale, hanno dimensioni mostruose e godono di posizioni commerciali dominanti, che si stanno avviando in molti casi verso assetti monopolistici.

Il loro potere contrattuale è fortissimo, e possono aggirare con relativa facilità le normative nazionali dei vari mercati, dunque la risposta deve essere altrettanto sovrannazionale, e nella situazione in cui siamo è più facile che quella risposta sia di tipo liberista - libero mercato e potere "calmierante" della concorrenza - che non puntare sul recupero dei diritti dei lavoratori e tutela del salario, e si tratterebbe dunque di una risposta che contiene in sé il germe del male che si vorrebbe curare.

L'accento posto dagli ambienti della sinistra sembra più attestato sul contrasto a priori e su basi ideologiche del soggetto multinazionale in quanto personificazione del "demoniaco antagonista", e non primariamente sulle implicazioni di quel tipo di commercio per la clientela e i dipendenti.

E' un approccio che chiama a raccolta una platea identitaria che non ha alcun bisogno di essere convinta e che va alla carica a prescindere, senza ulteriori analisi e rimanendo su parametri operativi ampiamente sorpassati dalla mutazione genetica degli assetti del lavoro nel XXI secolo, e a giudicare dai risultati elettorali, qui da noi e altrove, si tratta di una sparuta pattuglia che non sposta nulla.

Intanto l'e-commerce diventa un fenomeno sempre più rilevante. Il Covid ne ha pompato la crescita, ma non ha fatto una reale differenza, sul medio termine.  L'e-commerce ha semplicemente ricevuto una spinta aggiuntiva dalla paralisi delle rete di vendita tradizionale che stava già soppiantando.

Con la stessa identica dinamica e per le stesse identiche ragioni il commercio elettronico si sta fumando la GDO, esattamente come la GDO si è fumata i negozi e le catene, che non potevano competere a livello di costi operativi ed economie di scala. 

La GDO cercò di reagire dilatando orari e giorni di apertura, nonché imponendo al personale precariato, stipendi bassi e azzeramento di diritti e tutele, ma è una battaglia persa, imperando la deregulation di fatto che vige.

Personalmente ricorro all'e-commerce solo quando il prodotto che cerco è indisponibile presso i canali tradizionali, ciò significa che acquisto presso negozi, ma il più delle volte, come fanno tutti, e ragioniamo su questo per favore, il canale cui ricorro più frequentemente è quello di supermercati e centri commerciali, il che, come ho già detto altrove, concettualmente non è diverso dall'acquistare ciò che ti serve seduto davanti a una tastiera.

Dato poi che ho una certa dimestichezza, seppure appannata, con la componentistica informatica, se devo acquistare una scheda o un device qualsiasi, considerato che i negozi al dettaglio sono spariti e i pochi superstiti si sono riposizionati su servizi "chiavi in mano" (il PC su misura, l'assistenza tecnica, la manutenzione) vado direttamente su Amazon, perché non ho alternative, e questo si sta verificando anche per prodotti meno "tecnici" ed esotici, come può testimoniare chiunque abbia cercato recentemente di acquistare semplicissime spolette di cotone da cucito presso scomparse mercerie.

C'è un effetto paradossale nel capitalismo, che spesso non teniamo nel dovuto conto.      Il liberista "da manuale" è un operatore che teorizza il libero mercato, un'astrazione irrealistica secondo la quale:

"i prezzi di beni e servizi sono raggiunti esclusivamente dalla mutua interazione di venditori e acquirenti i quali, per definizione,  non si forzano o ingannano a vicenda, né sono forzati da una terza parte."

Il libero mercato sarebbe dunque un contesto nel quale gli effetti aggregati delle decisioni dei singoli sono descritti dalle leggi della domanda e dell'offerta.  Ottimo!

Ciò potrebbe anche essere vero, in via teorica e nel proverbiale, e inesistente, "mondo perfetto" di cui ciarlano gli economisti quando si impancano a maestri di vita, ma  sta di fatto che questo schema è quello rivendicato dai piccoli operatori che si affacciano sul mercato... puntando a divenire abbastanza grossi da imporre un regime monopolistico di fatto, ma non di rado anche de iure, direttamente o implicitamente, in grado di distruggere l'edificante definizione di libero mercato sopra riportata, minimizzare l'influenza dell'acquirente e amplificare al massimo quella del venditore, cioè la loro.

Per fare in modo che ciò avvenga bisogna che la famigerata "terza parte" non possa intervenire in alcun modo.  Chi impersona questa "terza parte"?  Ebbene vi sono perlomeno due attori possibili: uno, di natura privata e associazionista, è il sindacato, il quale interviene nei rapporti tra parte datoriale e maestranze, in ordine alle problematiche economiche e normative del rapporto di lavoro, l'altro è lo Stato, che emana leggi che disciplinano lo scenario operativo nel quale l'impresa opera, stabilendo obblighi, limiti e criteri operativi.

La marcia trionfale del plutocratico Jeff Bezos, e dei suoi consimili, verso un potere assoluto e soffocante, che si realizzerà non appena quel "libero mercato" verrà definitivamente sterilizzato, può essere contrastata solo dal risveglio di un sentimento di classe che riunisca i lavoratori, monadi disperse dalla sterilizzazione di 150 anni di lotte operaie, in un'istanza organizzata che rivendichi i propri calpestatissimi diritti ed obblighi l'entità statale, che al momento favorisce la parte imprenditoriale in molti e spudorati modi, a imporre un quadro legislativo che contenga efficacemente l'arroganza dei padroni del vapore.

In assenza di questo risveglio, e non è cosa da poco inverarlo, fare lo "sciopero dell'acquisto" ci potrà dare la sensazione di fare qualcosa, ma senza che questo, in realtà, serva a qualcosa.

Come dico spesso, nella tassonomia delle categorie politiche la nicchia con la dicitura "sinistra" rimane ostinatamente vuota, oppure occupata da minuscole simulazioni, notevoli per inanità ed autoreferenzialità.   Se non torniamo a riempirla con qualcosa di efficace, vitale e consapevole dei processi storici nel frattempo compiuti, Bezos e i suoi simili faranno ori, carte, primiera, settebello e un bel pezzo di napola.




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