E’
facile passare per qualunquista quando la carie è così vasta da
mangiarsi tutto il dente.
Anche solo cercare di elencare tutti gli esempi di assoluto disprezzo per la cosa pubblica è un compito così vasto da risultare scoraggiante.
Anche solo cercare di elencare tutti gli esempi di assoluto disprezzo per la cosa pubblica è un compito così vasto da risultare scoraggiante.
Se
si affrontano puntualmente tutti gli aspetti del malcostume politico
(che locuzione inadeguata per descrivere il basso impero che ci
affligge) lo sconforto e la rabbia più incandescente sono
assicurati.
Leggete Denis Mack Smith (ci vuole uno straniero per demistificare i nostri alibi) e verificherete che, sin dai tempi del Regno d’Italia, il nostro problema è sempre stato il disporre di una classe dirigente d’infima qualità.
Leggete Denis Mack Smith (ci vuole uno straniero per demistificare i nostri alibi) e verificherete che, sin dai tempi del Regno d’Italia, il nostro problema è sempre stato il disporre di una classe dirigente d’infima qualità.
Qua
e là, è vero, sono emerse alcune personalità degne e capaci, ma
non hanno potuto incidere più di tanto ed abbastanza a lungo. Non
appena possibile, il soffocante e gretto establishment
ha provveduto a riportare il livello medio all'abituale mediocrità.
Più
spesso si è affacciato qualche individuo magari capace, ma non molto
degno purtroppo. In quelle occasioni ci è capitato di vivere le
nostre ore più buie.
Negli
ultimi decenni hanno imperato individui sia indegni che inetti, e
tutti possono vedere come siamo conciati.
Abbiamo
bisogno di rifondare i nostri valori, di ripensare un progetto di
paese vitale, di operare una netta rottura con la stanca decadenza
che ci affligge.
Siamo
come un corpo passato, nel corso di una vita, dal vigore della
gioventù alla stanchezza della vecchiaia, dalla fiducia di chi ha
tanto da sperimentare alla querula diffidenza di chi non ha più
orizzonti da raggiungere.
Dobbiamo
smettere di delegare le responsabilità, dobbiamo riappropriarci del
diritto di operare consapevolmente le nostre scelte, ma soprattutto
dobbiamo pretendere che di queste ne sia tenuto il dovuto conto.
Io
ho 57 anni; ho già percorso un bel tratto di strada e ho un'idea di
quanto la stanchezza possa essere perfidamente seducente. Forse
non posso più pensare e proporre soluzioni fresche ed innovative, ma
ho una figlia e, non fosse altro che per lei e per tutti i suoi
coetanei così privati di prospettive, perlomeno non intendo essere
un freno.
Come
dico sempre, sono stato cresciuto con l'idea che esistono tre modi
per fare le cose: il
modo giusto, quello sbagliato e quello del mio interlocutore (il mio
mentore) che era l'unico degno di considerazione. Questa
visione, così rappresentativa del passaggio di consegne
generazionale italian style, ha fortemente e negativamente inciso
sulla mia progettualità e, in quanto sistema, su quella di
generazioni di italiani. Non deve essere più tollerata.
Con
mia moglie, ho fatto il possibile per trasmettere a nostra figlia un
sistema di valori. Le ho assicurato la possibilità di studiare
(non credo ci sia bisogno di sottolineare l'importanza della
cultura). Le fornisco tutto il mio appoggio. Potrei fare
diversamente mantenendo il rispetto per me stesso?
Quello
che non intendo assolutamente fare è, per così dire, guidarla dal
sedile di dietro.
Non
è più una bambina e vive in un mondo molto diverso da quello della
mia gioventù.
Posso
fornire pareri e consigli, se richiesti, amorevole aiuto finché avrò
vita, senz'altro, ma non posso dirle come vivere la sua vita, non
sarebbe giusto. Soprattutto non posso farlo quando le mie
“istruzioni per l'uso” riportano la scritta “best before 12/1999”.
Sono
cresciuto in un mondo fatto di grandi fabbriche, boom economico,
classe operaia numerosa e potente, grandi aspettative di crescita. Lei si affaccia alla vita nell'epoca del precariato, del terziario
avanzato, delle crisi economiche.
Lei
ed i suoi coetanei dovranno reagire. Sono in grado di farlo, devono
solo accorgersene. Dovranno elaborare le loro ricette; le
nostre sono scadute. Dovranno pretendere di potersi assumere le proprie responsabilità
Nel
frattempo noi dobbiamo sostenerli ed incoraggiarli e
fare qualcosa per arrestare questo sfacelo. Personalmente ho
deciso di non transigere più su nulla. Non voglio più fare sconti a
nessuno, sulle piccole cose come sulle grandi. Il prossimo artigiano
che mi farà il discorsetto “80 senza, 100 con fattura”, oltre a
rischiare uno sputo in faccia, si beccherà anche una segnalazione
all’Intendenza di Finanza. Voglio prendere la tessera di un
partito, partecipare alle riunioni ed alle assemblee e diventare così
importuno da farmi espellere. Voglio inondare le redazioni di
giornali di così tante lettere da diventare un fenomeno
nazionale.
Basta con le deleghe in bianco. Sono un cittadino e non un suddito!
Basta con le deleghe in bianco. Sono un cittadino e non un suddito!
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